Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

martedì 14 ottobre 2014

Una sbruffonata da 30 miliardi

Luciano Granieri




Creerò un milione di posti di lavoro, toglierò le tasse sulla prima casa,  abolirò il cancro”. Questo era "l’altro".”Abbasserò le imposte sul lavoro, eliminerò lo statuto dei lavoratori”. Anche questo era "l’altro", ma anche "quello di adesso". Infatti quello di adesso, Matteo Renzi, in quanto a propensione alle vane  promesse mirabolanti non è per niente da meno rispetto all’altro, leggi Berlusconi.  

L’ultima sparata del funambolico turbo premier risale all’ultima esibizione innanzi agli industriali. L’impegno preso, con l’ennesima imposizione della propria faccia, riguarda  la riduzione dell’IRAP, con l’abolizione  totale dell’imponibile della quota lavoro, l’esenzione per tre anni dal pagamento dei contributi per le imprese  che procedono a nuove assunzioni a tempo indeterminato.  Musica soave per le orecchie dei padroni!  Ma secondo il turbo premier le notizia dovrebbe essere apprezzata anche dai sindacati. Per evitare di fare la figura del venditore di fumo Renzi indica come vengono finanziate queste misure. Il conto è il seguente: 10 miliardi  per il bonus di 80 euro da mettere nella busta paga l’anno prossimo, 6,5 miliardi per la riduzione Irap, e 1.5 miliardi di risparmi contributivi per le nuove assunzioni. Tutto ciò servirà a creare posti di lavoro e a sbloccare l’economia reale ? 

Neanche per idea. Infatti continuare sulla strada della diminuzione del  costo del lavoro per cercare di porsi allo stesso livello di Nazioni schiaviste, e per aumentare la competitività della aziende puntando solo sulla compressione  dei costi è sbagliato. Non lo dico io, lo dimostrano 30 anni di insuccessi ottenuti   da una politica simile. Ma proprio davanti agli industriale è arrivato l’annuncio shock altro che i 18 miliardi la manovra sarà di ben 30 miliardi. 

Di questi soldi,  sarà destinato  1miliardo ai Comuni con allentamento del patto di stabilità, 1miliardo e mezzo per il sussidio di disoccupazione universale (copertura assolutamente insufficiente, servirebbero almeno una ventina di miliardi), un altro miliardo e mezzo per l’assunzione di tutti gli insegnanti  precari, altri 500 milioni in detrazioni per famiglie numerose e la reintroduzione delle  agevolazioni per le tasse sulla casa.  

Se non si indica da dove arrivano questi soldi sembra tutta una buffonata. Tranquilli i soldi ci sono: 13 miliardi e mezzo dalla spending review,  6 miliardi fra recupero dell’evasione fiscale e tasse sul gioco d’azzardo e 11 miliardi e mezzo aumentando il debito. Ossia innalzando l’attuale rapporto deficit Pil dal 2,2 al 2,9 comunque  dentro i parametri di Maastricht. E’ tutto a posto, perché allora ciò non dovrebbe essere credibile?  

Cominciamo dalla fine. E’ vero che nel 2015 l’Italia registrerà un rapporto deficit/pil del 2,2, ma si tratta solo del deficit nominale, quello stabilito dalle regole di Maastricht.  Al deficit nominale il Fiscal Compact, attraverso un pacchetto di regolamenti (six pack e two pack) aggiunte il DEFICIT STRUTTURALE . Un indicatore che valuta lo stato economico del Paese e stabilisce se in una determinata situazione congiunturale  esista  una quota di deficit che non possa essere ripianato solo ed esclusivamente per mezzo della crescita. La sommatoria dei due deficit deve portare al 3%. Ebbene per il 2015 al deficit nominale 2,2 va addizionato quello strutturale che per l’Italia è dello 0,8. 


Il limite è già raggiunto e quindi  o vanno in fumo gli 11miliardi e mezzo o Renzi dice una bugia quando afferma che questa manovra rispetterà i parametri europei. 

Veniamo alla spending  review. Dovrebbe fornire un gettito di 13miliardi e mezzo.  L’operazione, se volta ad eliminare gli sprechi,  sarebbe una manna dal cielo. Si da il caso però che gli sprechi nelle amministrazioni pubbliche, sia a livello nazionale che locale, si generino nell’area grigia dei privilegi, delle prebende elettorali, del profitto dei privati. Una voce  troppo importante per la sopravvivenza dei comitati elettorali e dei loro capi finanziatori, per essere eliminata . Ad esempio pare che nella spending review prevista nella manovra   i tagli a danno della sanità saranno nell’ordine dei 3 miliardi. Solo nel 2013 la mala gestione  rilevata nel sistema sanitario ammonta  al doppio, 6 miliardi. Basterebbe recuperarli . Ma ciò è vietato. 

Un esempio eclatante risiede nell’atto aziendale che la Asl della Provincia di Frosinone sta per presentare alla Regione. Nel documento non si fa cenno alla riduzione degli sprechi che sono enormi,  non si fa cenno ad una revisione  delle convenzioni con i privati, troppo esose e spesso responsabili di condotte truffaldine,  ma è previsto un numero di posti letto notevolmente inferiore ai livelli stabiliti per legge e la completa alienazione dei laboratori di analisi pubblici, verso il profitto privato. 

 E’ evidente quindi che quei 13 miliardi incideranno sulla carne viva dei cittadini, attraverso la precarizzazione dei servizi , tagli ulteriori agli enti locali, i quali dovranno gravare sulla popolazione  aumentando ancora di più la tassazione locale e cedendo  pezzi di territorio alla speculazione fondiaria. bruciando completamente il miliardo che dovrebbero ricevere . Per i 6 miliardi rimanenti, dubito che si riesca ad operare una seria lotta all’evasione fiscale, stringendo accordi con certi personaggi dentro al Nazareno. 

In conclusione,  di quei trenta miliardi 11 e mezzo non sono ottenibili attraverso l’aumento del deficit, gli altri verranno ulteriormente scippati ai cittadini attraverso i tributi locali e la svendita  di proprietà pubbliche . Chi ne godrà saranno come al solito le imprese, attraverso un’ampia facoltà di licenziamento a fronte di sgravi fiscali enormi sulle eventuali assunzioni a tempo indeterminato, e il capitale finanziario che avrà la possibilità di speculare  e fare profitti con l’acquisizione di  proprietà e servizi pubblici.  Come potrà dunque essere definita la grandeur di questa  manovra di 30 miliardi se non una grande cialtroneria?


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