Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

lunedì 29 dicembre 2014

Addio a Buddy De Franco il Charlie Parker del clarinetto.

Luciano Granieri


Negli anni ‘40 Il Be Bop era il nuovo stile nero, manifesto  di  riappropiazione della creatività afroamericana annacquata dalle orchestre commerciali  bianche della swing era. Il Be bop, rifuggendo, anzi distruggendo le mielosità e  gli ammiccamenti danzanti delle orchestre da ballo, proponeva una musica frenetica, dai fraseggi complessi e veloci, rimetteva al centro dell’esecuzione l’improvvisazione. Alle sonorità swing  brillanti ed eleganti del clarinetto di Goodman e di Artie Shaw si sostituivano le  furiose scorribande Bop del sax alto  di Charlie Parker e della tromba di Dizzy Gillespie. "Swing, deriva commerciale bianca della musica jazz, il cui strumento principe era il clarinetto, e Be Bop come riscossa creativa nera dove a dettare legge era il sassofono"? E’ una conclusione appropriata, ma non esatta. La musica jazz infatti certezze non ne fornisce, mai.  E’ una forma musicale nata e cresciuta sulla contaminazione, dal  combinarsi di sensibilità culturali e musicali  sempre nuove e diverse. Non c’è dunque da stupirsi se nell’era del Be Bop, dei solisti neri, quattro musicisti bianchi si imponessero all’attenzione del panorama jazzistico dell’epoca ,guarda caso,  suonando quel clarinetto, strumento principe della swing che nel Be Bop era stato posto in secondo piano. Quattro musicisti di origini italiane: John La Porta, Jimmy Giuffre, Antonio Sciacca, meglio conosciuto col nome di  Tony Scott, e Buddy De Franco. In particolare vogliamo ricordare Buddy De Franco, scomparso la vigilia di natale all’età di 91 anni in Florida. Buddy era  considerato il Charlie Parker del clarinetto. Forse l’unico che dal punto di vista tecnico sia riuscito a superare Benny Goodman. La sua capacità improvvisativa e creativa lo pone a tutti gli effetti fra i musicisti Bop più importanti, anche se il suo fraseggio vitale, incisivo e cristallino spesso veniva considerato “freddo” dagli appassionati. Non a caso De Franco fu  anche  uno dei protagonisti della crescita  del Cool jazz una stile più compassato e ricercato diffusosi negli anni ’50. Il clarinettista, nato nel New Jersey e cresciuto a Philadelphia, è stato a lungo attore principale  in  molti scenari jazzistici,  dall’epopea dello swing a fianco di Gene Krupa,  e nel settetto di Count Basie  al Be Bop, al Cool fino alla presenza negli Art Blakey Jazz Messenger,  esponenti dell’evoluzione Hard Bop. Con la morte di De Franco il jazz perde uno dei più longevi e creativi musicisti  della sua storia.



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