Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

mercoledì 25 maggio 2016

Faone delle bollette: i comunicati

A cura della redazione web

Come specificato in conferenza stampa da Severo Lutrario per il Comitato Provinciale acqua Pubblica, alla fine della manifestazione, i movimenti avrebbero consegnato al Prefetto una lettera da inoltrare al Governo. La missiva per precisa richiesta del Prefetto stesso è stata consegnata anticipatamente. Di seguito il testo della lettera.



 Al Presidente del Consiglio dei Ministri
signor Matteo Renzi
Palazzo Chigi
ROMA
Frosinone, 27 maggio 2016
per il tramite della Prefettura di
FROSINONE

oggetto: ritiro della bozza di Testo Unico dei Servizi Pubblici Locali a rilevanza economico generale
         Signore,
coloro che scrivono questa nota sono cittadini che hanno avuto la ventura di sperimentare sin dal 2003/2004 sulla loro pelle e sul loro territorio cosa significhi nella realtà di ogni giorno l'affidamento ad un privato della gestione di un bene indispensabile alla vita come l'acqua: una drastica caduta della qualità del servizio e della risorsa ed un aumento esponenziale dei costi giunti a livelli da rappresentare una vera e propria emergenza sociale.
                Chi scrive conosce perfettamente sulla propria pelle cosa significhi la privatizzazione della gestione del servizio pubblico, con cui gli interessi economici ed il profitto del gestore privato prevalgono su qualunque considerazione delle sue malefatte, delle sue inadempienze e su qualunque, per quanto elementare, criterio di giustizia.
                Noi siamo la prova vivente e dolente della falsità della Sua santificazione ideologica del mercato.
                Ma noi siamo anche parte di quei ventisei milioni e mezzo di cittadini, di popolo sovrano, che nel 2011, con il loro SI hanno chiaramente detto NO alla cessione ai privati della gestione dei servizi pubblici.
                Che con il loro SI hanno detto che sull'acqua nessuno possa fare profitto.
                Ora il Suo governo, non eletto da nessun cittadino, profittando di un Parlamento di nominati e solo grazie alla presenza di un numero record di voltagabbana, travalicando la stessa delega ricevuta che prescrive comunque il rispetto del risultato referendario, si accinge a calpestare la volontà del popolo sovrano.
                Il Suo governo, non votato dai cittadini, vuole imporre che tutti i servizi pubblici locali a rete, dall’acqua ai rifiuti, dal gas ai trasporti, siano consegnati obbligatoriamente ai privati e che le tariffe debbano comprendere “la remunerazione del capitale investito”.
                Il Suo governo, non solo vuole condannare noi a restate ostaggi e vittime del gestore privato, ma vuole imporre a tutta l'Italia la nostra stessa condizione.
                Il Suo governo vuole imporre che la tragica condizione che noi viviamo sulla gestione dell'acqua sia estesa alla fornitura di tutti i servizi pubblici.
               
                Signore,
il suo governo rappresenta una gravissima ed intollerabile gestione autoritaria del potere che di democratico conserva solo la stanca ritualità.
                Il Suo governo e la Sua maggioranza senza alcun mandato popolare, nelle scorse settimane è arrivata a stravolgere la proposta di legge di iniziativa popolare sulla gestione pubblica dell’acqua, che nel 2007 406.000 cittadini avevano presentato, cancellando proprio le norme sulla ripubblicizzazione del servizio. Ed ora questo scempio autoritario è all’esame del Senato.
                Non solo, nel Suo ruolo di segretario del Partito Democratico sta imponendo che la giunta Zingaretti della regione Lazio, in ossequio agli interessi di ACEA S.P.A., si accinga a tradire senso e lettera dell’unica legge di iniziativa popolare mai approvata in Italia, la n. 5 del 2014, sulla gestione dell’acqua nella Regione Lazio, che questa stessa maggioranza e quello stesso Consiglio aveva approvato all’unanimità.     
                Come cittadini e cioè come soggetti titolari di diritti riconosciuti dalla Costituzione repubblicana, dichiariamo oggi forte e chiaro che non siamo disposti ad accettare che i nostri diritti siano trasformati dalle leggi del Suo governo in bisogni cui trovare soluzione sul mercato, alle condizioni di mercato e per il profitto dello speculatore privato.
                Oggi, come cittadini, come quel popolo sovrano che “ha deciso” nel  2011, intimiamo a Lei ed al Suo governo di fermarsi e non procedere oltre sulla strada della privatizzazione dei servizi pubblici.
                Non chiediamo, non avanziamo suppliche, intimiamo, avvertendo che comunque non saremo disposti a subire di essere ridotti a servi senza diritti, aggiogati ai potentati economico-finanziari a cui il Suo governo risponde.
                Oggi, in piazza abbiamo acceso un grande falò e lo abbiamo alimentato con le fatture di ACEA ATO 5 S.p.A. in un simbolico – per ora – rifiuto ad essere ridotti a cittadini senza diritti.
Un falò, perché il colore ed il calore della nostra rabbia e della nostra determinazione arrivi sino a Roma, prima che sia troppo tardi.

Comitato Provinciale Acqua Pubblica Frosinone



Nel concordare le modalità della manifestazione, in questura, è stato vietato il faone  perchè vige  il divieto di accendere  fuochi . Ma è intenzione del Comitato Provinciale Acqua Pubblica di Frosinone illuminare ugualmente la piazza con un bel falò  Di  seguito il comunicato del Comitato inviato al Questore .




Al Sig. Questore
della Provincia di Frosinone

Frosinone, 25 maggio 2016


oggetto: disposizioni in ordine alla fiaccolata di venerdì 27 maggio 2016
         Signore Questore,
in relazione a quanto disposto in ordine alla manifestazione di cui all'oggetto, preso atto delle stesse, il Comitato Provinciale Acqua Pubblica di Frosinone Le comunica l'impossibilità dello stesso ad uniformarsi al divieto di accensione di fuochi che, se rispettato, impedirebbe la realizzazione del falò in piazza della Libertà.
                Premesso come sia intenzione del Comitato evitare ogni e qualsiasi rischio di danni a persone e cose, e che a tale proposito si stanno approntando tutte le misure del caso, il Comitato non ha alcuna intenzione di rimodulare la propria protesta in ossequio di leggi che limitano la libertà di manifestare mentre il governo cancella quelle che tutelano i diritti dei cittadini per sostituirle con norme che tutelano i potentati economico-finanziari di cui è interprete.
                Col suo divieto, signor Questore, rende la nostra protesta solo un po' meno simbolica e nel comunicare la nostra piena e totale disponibilità ad assumerci la responsabilità delle nostre azioni la avvertiamo che le forze dell'ordine dovranno impedirci fisicamente di accendere il falò e di bruciare le bollette di ACEA.
                Se in questo Paese i galantuomini sono i dirigenti di ACEA S.p.A. e gli amministratori pubblici che ci hanno condotto in questa situazione, ci onoreremo di essere annoverati tra le schiere dei malfattori.

                Cordiali saluti

  per il Comitato Provinciale Acqua Pubblica Frosinone
                                                                                     Severo Lutrario



Nessun commento:

Posta un commento