Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

martedì 14 giugno 2016

Il sindaco del "disfare"

Luciano Granieri


Siamo in piena campagna elettorale per i ballottaggi . Le  espressioni più trite e ritrite con cui gli aspiranti primi cittadini descrivono i loro propositi  sono le seguenti: “sindaco del cambiamento e sindaco del fare”  auto definizioni, fra l’altro che accompagnano anche il Presidente del Consiglio segretario del Pd. 

Personalmente quando un sindaco si professa “del cambiamento e del fare” mi viene l’orticaria e sono seriamente preoccupato per i cittadini che dovranno subire gli insani progetti. Un esempio fulgido in questo senso è il sindaco Ottaviani. E’ un amministratore del cambiamento? Certamente, direi che il cambiamento è un’ossessione per il Primo Cittadino ciociaro. Ha iniziato cambiando la destinazione di alcuni prestiti erogati dalla Cassa Depositi e Prestiti, dalle opere originariamente oggetto del finanziamento (impianto sportivo per i disabili, parco delle fontanelle, museo archeologico) allo stadio, regalando di fatto 4milioni  di euro al Presidente del Frosinone  Stirpe, il quale sentitamente ringrazia. 

In realtà il vice presidente di Confindustria, proprietario della squadra ciociara , avrebbe preferito, fare a meno di quei soldi  per procedere più speditamente alla realizzazione dello stadio con capitali interamente propri. Il proposito però è stato  rallentato dalla voglia di “cambiamento” del sindaco. Ma si sa a caval donato non si guarda in bocca. Tanto più che Stirpe, in cambio  dei capitali che investirà, oltre ai 4milioni omaggiati dal sindaco,   per il completamento dell’impianto sportivo, avrà la gestione per 90 anni dell’opera, non lasciando alcuna contropartita di ordine sociale alla cittadinanza.  

Per quanto attiene la viabilità la frenesia al cambiamento del sindaco è assolutamente fuori controllo. Non passa ore che si materializza una rotatoria, qua, uno svincolo la, le strade si riempiono di dissuasori.  Per raggiungere il cimitero, arrivando dalla Monti Lepini, o da Piazza Madonna della Neve, il  cambiamento del sindaco costringe gli automobilisti ad arrivare fino ad Alatri, prima di girare  nella rotatoria che li riporta indietro, verso la svolta del Campo Santo.

 Per giungere  alla stazione ferroviaria, provenendo da Via Don Minzoni, o ci si arma di santa pazienza per districarsi  nel  fitto labirinto di vie  con sensi unici invertiti e sottopassaggi,  o si affitta un elicottero. Ogni mattina mi alzo con l’incubo di trovare un dissuasore nel vialetto di casa e una rotatoria in giardino .  

Per gli eventi e le feste popolari poi il sindaco dal" fare" ha fatto, altro che se ha fatto. Festival dei conservatori, 35 mila euro, Passioni di Cristo varie , 18mila euro in due anni, festival di musica etnica 17mila euro. Più di 50mila euro  spesi per eventi organizzati in una comunità in cui  il tasso di disoccupazione e ai massimi livelli e le famiglie che cadono in povertà aumentano di giorno in giorno. Ovviamente trattasi di  manifestazioni tutte organizzate dal sindaco del cambiamento.  Gli eventi predisposti dalla consiluature precedenti sono minori, insignificanti. da eliminare. Cancellate   le Cantine Aperte al rione Giardino,  appuntamento tradizionale del giugno frusinate, ridimensionata  anno dopo anno, la  rassegna estiva del cinema alla Villa Comunale,  chissà se quest’anno avrà luogo? 

Ottaviani è un po’ come Berlusconi.  Per l’ex cavaliere Premier,  presidente del Milan,  le gesta, le vittorie di Rivera, Prati, Lodetti  non sono mai esistite. Il Milan nasce con Berlusconi. Così Frosinone nasce con Ottaviani. I Volsci? Chi erano costoro? Altro potente cambiamento ha investito la cura della città e dei cittadini. Mansioni svolte dal lavoratori della Multiservizi, sacrificati sull’altare del cambiamento.  Licenziare quegli straccioni della Multiservizi ed affidare le mansioni da  loro svolte a cooperative dalla dubbia trasparenza, con tanto di coinvolgimento nelle inchieste di mafia capitale, è un cambiamento epocale. Magari è più costoso ,  poco efficiente , ma vuoi mettere, che cambiamento rivoluzionario! 

Qui però qualcosa sta andando storto. Infatti per i lavoratori il cambiamento ha significato l’umiliazione della disoccupazione .  Ma  la disinvoltura, al limite del lecito,  mostrata dal sindaco nel fare il “fare”, non è passata inosservata. Gli addetti della Multiservizi hanno denunciato l’irregolarità di alcune procedure e ben due giudici hanno dato loro ragione.  Ottaviani  re del cambiamento e del fare. Gesta  che hanno impoverito i cittadini, aumentato il costo dei servizi ed eliminato gran parte della politica sociale per la collettività . Chi è ricco diventa ancora più ricco chi è povero si fotte. 

Ecco perché quando mi capita di sentire un aspirante primo cittadino che si definisce sindaco del cambiamento e del fare mi vengono i brividi. In realtà la questione attiene alla genericità delle parole. Cambiamento e fare da soli non bastano. Ottaviani avrebbe dovuto onestamente dire: sarò il sindaco dei cambiamenti a cazzo e del fare cazzate. Bisogna essere precisi diamine! Non basta fare e cambiare, bisognerebbe cambiare se serve,  e fare cose utili  per la città altrimenti è maglio diventare un sindaco immobilista. Immaginate un simile  discorso   per  la campagna elettorale: “Cari cittadini, se mi eleggerete vi prometto che non farò nulla. Meglio niente che far  danni.” Un sindaco così lo voterei subito.

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