Domani, giovedì 2 giugno 2016, ricorre il 70° della Repubblica Italiana. Non è un gran notizia, ma è bene ricordarlo soprattutto per chi, recandosi in centri commerciali, o presso negozi in
franchising troverà tutto aperto, magari con orario continuato.
Sono passati 70
anni da quel 2 giugno del 1946 in cui il popolo italiano scelse di mandare via
il Re. Non accadde solo questo in quella data, si verificò molto altro, ma lo
tratteremo più avanti. 70 anni di festeggiamenti il cui culmine è la parata
militare ai Fori Imperiali di Roma con l’esibizione,
delle frecce tricolori. Non è che l’esercito italiano, nella vicende che portarono
al 2 giugno del 1946, abbia fatto una
grande figura, a parte diversi commilitoni che combatterono strenuamente affianco dei partigiani. Purtroppo però la deriva demo-fascista, che ha permeato gli anni
successivi alla proclamazione della Repubblica, questo ci ha propinato e continua a propinare .
In particolare, da 30 anni a questa parte sugli spalti installati ai margini della strada, che dall’imbarazzante Altare della
Patria porta al Colosseo, ad applaudire le forze armate si sono succeduti presidenti e ministri che hanno avuto come loro principale obbiettivo
quello di distruggere la Costituzione Repubblicana. La Carta che, in quel 2 giugno del 1946, con l’elezione
dell’assemblea costituente, iniziò l’iter della sua scrittura e promulgazione.
Come non ricordare la
partecipazione di Berlusconi e dei sui sodali che nel 2006 sottoposero al
giudizio degli Italiani uno stravolgimento della Costituzione uguale a quello proposto da Renzi? Dispositivo che oggi proprio Berlusconi e soci dichiarano di voler affossare? E come ignorare
che attualmente le èlite inneggianti alla Repubblica, con l’ex sindaco di
Firenze come condottiero, di segno
opposto al centrodestra, propongono la
stessa devastazione costituzionale che nel 2006, s’impegnarono a bocciare? Chiaro, né i berluscones, né i renziones, di Costituzione capiscono granchè.
Fortunatamente per la sfilata di quest’anno ci hanno risparmiato la comparsata del marò, in libertà vigilata,
Salvatore Girone. Secondo indiscrezioni, la partecipazione alla sfilata del
fuciliere agli arresti domiciliari in Italia, è saltata dopo che alla richiesta di Renzi di dichiararsi per il SI al referendum sulla riforma
costituzionale, Girone abbia preteso di leggere il testo prima di esprimersi in
merito. Ingrato, fuori dalla sfilata! Ha tuonato Jeegmattè, anzi lo rimandiamo in India. Meglio
ingaggiare Gigi Buffon portierone dalla Juventus padronale pluricampione
d’Italia, e della Nazionale dalla maglia
savoiarda , subito schieratosi per il SI.
Disgraziatamente il 2 giugno 2016 l’eroe
pedatorio è impegnato nella preparazione del campionati europei di calcio in
Francia. Guai disturbarlo! Vedi mai che
una nazionale, più che dimessa, dovesse vincere la competizione e si realizzasse
il sogno di una bella foto con tutta la
combriccola di Conte ritratta insieme a Matteo , Mariaelena e Denis affianco alla
coppa e ad uno striscione recante la
dicitura: “Alla faccia dei gufi noi siamo per il SI”.
Domani è il 2 giugno,
ricorre il 70° della Repubblica. E’ tempo che si festeggi ricordando i veri artefici di quella
transizione democratica. Cioè, dopo i partigiani, i cittadini tutti. Donne e uomini che si espressero, come ampiamente noto, per la
Repubblica, ma elessero anche, con sistema rigorosamente proporzionale, l’assemblea costituente. Quell’organismo, eletto
secondo un sistema rigorosamente rispettoso della rappresentanza popolare , che
avrebbe discusso e votato il testo costituzionale redatto da una commissione, selezionata
dalla stessa assise, la commissione dei 75, presieduta
da Meuccio Ruini e composta da tre sottocommissioni. La prima con alla presidenza Umberto Tupini si occupò dei diritti e doveri dei
cittadini, la seconda, citata a sproposito dalla Boschi, presieduta da Umberto Terracini , trattò dell’organizzazione
costituzionale dello Stato, la terza coordinata da Gustavo Ghidini si espresse
in merito ai rapporti economico e sociali.
Quell’assemblea, eletta,e
sottolineiamo eletta, in modo rispettoso della rappresentanza popolare, proprio il 2
giugno di 70 anni fa, si occupò di esaminare,
modificare e votare la Carta Costituzionale . Il procedimento non fu veloce, così come la
discussione di un progetto condiviso richiede, durò dal 4 marzo 1947 al 22 dicembre dello
stesso anno. Non solo, ma il Presidente
del Consiglio di allora, Alcide De Gasperi, nonostante le pressioni americane e
del Vaticano, affinchè si espellessero i comunisti e i socialisti dalla
Costituente, fece in modo che il Governo da lui presieduto, mai entrasse nel
merito dei lavori assembleari, né espellesse membri eletti dal popolo.
Queste
persone vogliamo festeggiare in piazza domani 2 giugno. E vorremmo che almeno
per un giorno i nuovi cialtroni, presunti padri della Patria -non eletti da nessuno, incuranti
delle prerogative democratiche del popolo, nonostante tutto ancora sovrano, devastatori di un dispositivo generato da
diverse espressioni ideologiche , frutto di un confronto serrato, ma aperto e
onesto -tacessero. Buon 2 giugno a tutti. Ci vediamo domani in Piazza Norberto
Turriziani dalle ore 17,30.
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