Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

sabato 4 giugno 2016

APPELLO PER RACCOLTA FIRME PER LA CAMPAGNA REFERENDARIA

Oltre l'Occidente

APPELLO PER RACCOLTA FIRME PER LA CAMPAGNA REFERENDARIA
Domenica 5 giugno raccolta firme dalle 9 a Frosinone, mercatino centro storico, e ad Alatri via Maddona della Sanità (Caffè del Sole)

Mancano pochi giorni alla fine della campagna referendaria che vede singoli e organizzazioni impegnati nel raccogliere almeno 500 mila firme nell’eventualità, nel 2017, di votarli.
SI fa appello al massimo sforzo per le prossime due settimane anche alla luce del numero di 300 mila firme finora raggiunte e che quindi necessita di un ulteriore forte impegno.
Stride in questa situazione il confronto con la legge di iniziativa popolare per la legittima difesa proposta dall’IDV che, pur nel merito non chiara e che prende spunto dalla “americanizzazione” delle relazioni umane, sta raccogliendo centinaia di migliaia di firme (un milione?) proprio perché    appare toccare gli interessi di ognuno di noi. La gran parte della raccolta viene fatta, almeno dalle nostra parti, nei comuni dove i cittadini autonomamente si recano.
La stessa coscienza che qualcuno tocchi i nostri interessi però non si nota nei referendum da noi proposti, che non vede le masse, non dico ad organizzare raccolte firme, ma neanche a pubblicizzarle e a recarsi nei comuni. Evidentemente c’è qualcosa che non va anche nei cosiddetti pensatori liberi della sinistra che si rinfrancano davanti ad una lettura o ad un film impegnato ma snobbano le azioni democratiche, senza neanche proporre in quale altro modo contrastare l’azione di schiacciamento della democrazia.
 I referendum non sono la panacea per contrastare le scelte del potere ma offrono uno spazio di azione e anche di confronto sulle tematiche a noi care.
Innanzitutto la raccolta firme sui referendum istituzionali offre una possibilità di propaganda e di informazione per il NO a quello costituzionale di ottobre, la cui opposizione riveste un grande valore politico e democratico non per altro nel difendere i principi della nostra costituzione.
Opporsi, poi, all’Italicum è necessario e dirimente per il funzionamento della nostra democrazia fin troppo sbilanciata verso gli esecutivi (vedi i sindaci potestà e la mancata elezione dei consigli provinciali!). Il premio di maggioranza è una aberrazione che con la scusa della governabilità riduce gli spazi di rappresentanza di tutte le cosiddette minoranze consentendo ad un’altra minoranza il dominio dei numeri e quindi delle scelte. Governare democraticamente è soprattutto confronto e mediazione possibilmente ad armi pari tra forze che rappresentano la gran parte della realtà, già di per sé poco riducibile ad essere rappresentata dignitosamente.
In ogni caso meno rappresentanza c’è meno difesi sono gli interessi delle classi meno abbienti, più il “capitale”, o che dir si voglia, imperversa per portare a casa risorse, reddito e futuro di tutti.

La “buona scuola” immagina qualcosa che, a prescindere se bella o brutta, si dirige comunque lontano da quella che noi pensiamo sia l’istruzione. Per chi ha occasione di viverla da genitore ci si accorge che in questi anni, con le riforme verso l’autonomia, non si sono avuti nemmeno tiepidi segni di miglioramento. Anzi, la sensazione che rimane è che se tuo figlio fosse a casa non perderebbe didatticamente alcunché. Sembra anzi che la scolarizzazione di massa sia una occasione eccezionale per recuperare risorse economiche (dalle famiglie soprattutto) e far passare ideologie di competizione piuttosto che una attenzione alla costruzione di un cittadino libero e critico e che faccia proprio il senso di uguaglianza. Il percorso “liberalizzato” della scuola è chiaro; ora pur non avendo una capacità politica ed ideologica di proporne un altro, almeno opponiamoci ai disegni di sgretolamento esistenti!
 Sui referendum ambientali poco ci sarebbe da aggiungere in base alla coscienza collettiva e alla responsabilità per il futuro. I referendum che si oppongono a nuovi inceneritori e a trivelle disruttrici e a bloccare la privatizzazione dell’acqua non possono assolutamente non trovarci d’accordo davanti alla drammatica situazione di mettere a repentaglio il futuro del pianeta, per trovare profitto nella gestione delle risorse sull’altare del “libero mercato”. Lo sviluppo come mantra piuttosto di una forte e non più rinviabile decrescita dovrebbe essere elemento da superare nel più breve tempo possibile nelle agende politiche per un altro mondo possibile.
 i quesiti sono di seguito elencati:

Contro la “buona scuola”
-        Quesito 1. Abrogazione di norme sui finanziamenti privati a singole scuole pubbliche o private

-        Quesito 2. Abrogazione di norme sul potere del dirigente di scegliere i docenti da premiare economicamente e sul comitato di valutazione

-        Quesito 3. Abrogazione di norme sull'obbligo di almeno 400-200 ore di alternanza scuola-lavoro

-        Quesito 4. Abrogazione di norme sul potere discrezionale del dirigente scolastico di scegliere e di confermare i docenti nella sede

Per l’ambiente
-        Bloccare nuove attività di prospezione, ricerca e coltivazioni di idrocarburi (Legge 9/1991)

-        Bloccare il Piano Nazionale per nuovi e vecchi inceneritori, abrogazione parziale dell’art. 35 della Legge 133/2014

Contro l’Italicum
-        Abolizione capilista bloccati (legge detta Italicum)

-        Abolizione del premio di maggioranza (legge detta Italicum)


riforma costituzionale (referendum indetto per ottobre 2016)
- quesito con la richiesta di referendum, come previsto dall’articolo 138 della Costituzione, per sottoporre al giudizio popolare la  legge costituzionale Boschi-Renzi

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