Non trovo la vena. Porta socchiusa e mi
schiaffeggio il braccio. Mi vedessi da fuori penserei: “Guardalo, l'idiota”. Ma
non mi vedo da fuori. Sono fuori di me, ma sono cieco. Che anno è, dove sto
suonando. Ottobre del '50 in un albergo di L.A. L’ago entra e perdo i sensi.
Perdo senso. Se un uomo può farcela a Los Angeles può farcela ovunque. Se
riesci a farti con la roba di fuori New York, puoi farti di qualunque cosa.
Dicono che vedi la vita scorrere. Non ricordo
niente. Forse una pioggia torrenziale, pioggia di note, tutte le note che
circondano la nota, quella lunga, e
insieme fanno un accordo, il suono dell’universo.
Ero quasi riuscito a trovarlo a Parigi, suonavo le note sopra e sotto la nota, cercavo e cercavo, tutte le
note insieme, ma fu molto tempo dopo. C’ero quasi, non m'importava che il
pubblico capisse, poi qualcuno mi lanciò un biglietto tra i piedi.
Si tu perçois l’univers tout entier comme
une fantasmagorie, une joie ineffable surgira en toi.
Non so il francese.
Ora sono nel '50, vado giù nella fossa che è la
mia testa, dove non si può scandagliare, dall’oblò vedo scendere le note
e... uno schiaffo, due schiaffi, tre.
Se un uomo può farcela a Los Angeles può
farcela ovunque.
Io ce la faccio, mi riànimano. Poi…
Dizzy mi licenzia.
Miles mi licenzia.
Dio mi licenzia.
Guadagnarmi la riassunzione. Tornare pulito.
clip a cura di Luciano Granieri
Dedicato a Charlie Parker,
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