Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

venerdì 19 agosto 2016

Leggiamo il passato per alimentare una piccola speranza nel futuro



Si  potrebbe vivere senza i signori?

La domanda sembra un poco ingenua; pur tuttavia non manca di qualche fondamento; poiché vi è al mondo una grande maggioranza di gente che s ostina a credere necessaria ed utile l’esistenza di quella classe di parassiti che il volgo chiama signori; cioè coloro –secondo il pregiudizio di molti- nati apposta per comandare , godere e vivere di  rendita , come viceversa altri nacquero per servire, lavorare e consumare la loro vita frusto a frusto, fra l’ingranaggio infame del capitalismo sfruttatore.  Gli stessi signori ed i preti  - che sono strumenti  si oppressione, di odio e di vendetta – dicono che questa distinzione è voluta da Dio, il quale prima di mettere al mondo le sue creature assegna ad ognuno di loro il proprio destino. La trovata farebbe piangere se non facesse ridere, poiché se veramente Dio esistesse bisognerebbe subito rinnegarlo come si rinnega un cattivo padre; ma siccome egli non esiste che nella mente dei furbi e degli  ingenui, così noi diciamo che i signori ed i reti hanno voluto servirsi  di lui come un capro espiatorio, facendolo responsabile di tutte le ingiustizie e di tutti i delitti che essi commettono a danno della povera gente. Ammessa l’ipotesi che Dio esista, e che insieme a lui esista un tribunale di vera giustizia, anziché condannare gli anarchici per incitamento all’odio di classe, non giusto e doveroso condannare i signori ed i preti alla… forca per eccitamento all’odio e alla ribellione dei figli contro il proprio padre?... E notate che i giudici non dovrebbero mica faticare molto per trovare il corpo del reato onde condannare  quei signori…. sobillatori; la prova si trova nelle mani dei colpevoli, ed è il ….. vangelo di cui essi si armano per combattere il progresso e la civiltà. Si, i giudici non dovrebbero fare altro che aprire il libro del vangelo, ed in esso troverebbero la prova e la condanna nella famosa sentenza  che dice: “E’ più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco le porte del paradiso”.  Ciò significa che non vi debbano essere né ricchi né poveri; e che coloro i quali hanno il superfluo mentre gli altri mancano di tutto il necessario, commettono un delitto contro i propri fratelli. Noi ricordiamo dolorosamente quando tempo addietro ci recavamo a fare un po’ di propaganda in mezzo alle masse dei contadini, di questi poveri paria della pleba; noi ricordiamo come alle nostre affermazioni che essi, se volevano, avrebbero potuto emanciparsi dallo sfruttamento economico , lavorando per proprio conto, rispondevano con un risolino malinconico  e balbettando queste parole: “Ma compagni,  siete matti a dire certe cose? Come si farebbe a vivere senza i padroni che ci fanno lavorare e ci danno da vivere?”. E noi:” Ma sono forse i signori i legittimi proprietari della natura, della terra e delle ricchezze che voi stessi producete, o non se ne sono essi stessi impadroniti con la frode con l’inganno diseredando voi e le vostre famiglie di quegli agi, di quelle gioie e di quei diritti che essi godono, mentre a voi hanno riservato un solo diritto, cioè il diritto al lavoro e alla fame?”. Ma quegli  sfruttati non comprendevano il verbo della verità , e sospirando  ripetevano il ritornello che loro aveva insegnato il parroco:”Sia fatto per l’amor di Dio”. Noi però non disperammo mai del risveglio delle loro coscienze di lavoratori e di uomini. Tornammo all’assalto della rocca del pregiudizio e della superstizione, e finalmente  l’abbattemmo!  Infatti ,oggi i contadini hanno ben compreso il concetto  della organizzazione, e si sono organizzati poderosamente in Leghe di resistenza e Federazioni ; essi han conosciuta  l’arma dello sciopero e la hanno  valorosamente adoperata contro i loro sfruttatori; hanno riunito le loro forze e compatti e solidali marciano, a fianco dei loro compagni dell’officina, verso il roseo orizzonte della emancipazione proletaria. Andate ora a parlare ai contadini organizzati dei loro padroni, e sentirete che cosa vi diranno; domandate loro se potrebbero vivere senza i signori, ed essi vi risponderanno: “ Ma sicuramente che noi potremmo vivere senza di loro, mentre essi non potrebbero vivere senza di noi; poiché siamo noi che dissodiamo la terra e la fecondiamo col nostro sudore; siamo noi che ariamo e seminiamo , che falciamo, che, insomma, raccogliamo le derrate per portare ai loro magazzini. “Siamo noi che pur lavorando da mane  sera, soffriamo la miseria e la fame, mentre essi che vivono oziando, nuotano nel lusso e corrono il rischio di crepare d’indigestione!”.  Dunque, necessari ed utili al mondo non sono che i lavoratori; i signori se vogliono vivere hanno bisogno di queste forze attive, di questi creatori veri della ricchezza sociale, come l’ostrica attaccata allo scoglio ha bisogno dell’onda apportatrice di quel cibo che da sé stessa non sa procurarsi. Se i lavoratori deliberassero un bel giorno di incrociare le braccia, allora i signori, per mangiare, sarebbero costretti a scendere nei campi e nelle officine per dar piglio alla vanga ed al martello; poichè se rimanessero inerti morirebbero di inedia.  Per ovviare a questo fatto è necessario che quelli che stanno in altro  scendano un poco in  basso , e quelli che stanno in basso salgano in altro; in tal modo si raggiungerà l’eguaglianza sociale, cosicchè non vi saranno più esseri utili ed esseri inutili, ma tutti invece saranno efficacissimi operatori  del benessere collettivo. Ma questa ragione quelli che stanno in altro non la comprendono mai, e allora quelli che stanno in basso saranno costretti a… prendere gli opportuni provvedimenti.

Aristide Ceccarelli.


Tratto dal libro 
“L’Anarchia volgarizzata .
 Prima edizione Roma 1910. 
Seconda edizione Ceccano 2016.


video a cura di Luciano Granieri

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