Il prossimo 24 gennaio la Corte Costituzionale discuterà le questioni di costituzionalità presentate sull’Italicum, la legge elettorale valida per la Camera dei deputati imposta a colpi di fiducia dal governo Renzi (inizialmente accettata anche da Berlusconi). Con ogni probabilità ne cancellerà i punti più apertamente anticostituzionali, di stampo fascista.
Tolte le “anomalie”, cosa rimarrà in piedi? Il Mattarellum proposto da Renzi? In ogni caso sarà una legge comunque antidemocratica, poiché imperniata su un sistema che calpesta la volontà e la sovranità popolare, in quanto con il meccanismo della “correzione maggioritaria” del voto prevede l’attribuzione ai principali partiti borghesi e piccolo borghesi di un numero di seggi superiore ai voti ottenuti. A ciò si aggiunge lo sbarramento elettorale per l’accesso in parlamento dei partiti più piccoli e l’odioso meccanismo dei capilista bloccati.
Sono questi sistemi elettorali che creano le condizioni per l’avvento di regimi reazionari e autoritari, guidati dalla volontà di un solo partito o di un gruppo di partiti borghesi.
Il premio di maggioranza – sia esso di coalizione o di lista, in quota variabile o fissa - sopprime l’eguaglianza fra i cittadini, perché il risultato del loro voto non è più uguale. Con il meccanismo infernale del “chi arriva primo prende tutto” viene infatti stabilito per legge che una parte dei voti dati contro il governo e contro i partiti borghesi, viene conteggiato ai fini della ripartizione dei seggi come voti dati a loro favore.
In pratica è un furto legalizzato dei voti delle minoranze e delle opposizioni popolari, escluse dalla rappresentanza politica a tutto vantaggio dei blocchi dominanti, che con le loro maggioranze precostituite intaccano e distruggono le prerogative e la capacità di funzionamento dell’istituto parlamentare democratico-borghese.
La borghesia sostiene che questo sistema garantisce la governabilità. Per fare che? Per condurre un’offensiva permanente contro la classe operaia e le masse popolari, per sopprimere i nostri diritti e le libertà democratiche, per condurre una politica di guerra di rapina, per mantenere nei posti di potere profittatori, privilegiati e corrotti.
Noi comunisti esigiamo il rispetto del voto popolare e perciò siamo contro le leggi elettorali fraudolente che prevedono il premio di maggioranza e le soglie di sbarramento, così come i capilista bloccati, attraverso le quali la borghesia viola ogni giorno lo spirito e la lettera della Costituzione antifascista.
Sosteniamo il metodo proporzionale puro e senza sbarramenti, senza correttivi, senza riserva dei seggi, in tutti i tipi di elezione, a qualsiasi livello, da quelle delle RSU sino a quelle delle Camere.
Esigiamo il diritto di voto per tutti coloro che risiedono o che lavorano in Italia.
L’attuale mancanza delle condizioni per la partecipazione dei marxisti-leninisti alle elezioni – in primo luogo la mancanza di un Partito comunista capace di utilizzare le elezioni e la tribuna parlamentare per spostare le masse su posizioni rivoluzionarie, smascherando e denunciando i decomposti partiti borghesi e piccolo borghesi - non può significare indifferenza nei confronti della lotta politica che si manifesta nella contesa elettorale.
Chiamiamo dunque le lavoratrici e i lavoratori alla denuncia di tutte le leggi elettorali che ”correggono” il voto, di tutti i meccanismi di esclusione e discriminazione delle masse.
Lottiamo e lavoriamo affinché si crei una situazione in cui il nostro paese non sia più governato da un comitato di affari dei monopoli e delle classi proprietarie, ma nell’interesse della classe operaia e delle masse lavoratrici. Sì, ci vuole un vero Governo operaio!
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