Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

domenica 12 marzo 2017

Evviva un congresso vero.

Luciano Granieri.


Si è svolto ieri 12 marzo 2017, presso l’auditorium New Orleans “la Fabbrica” di Isola Liri, il congresso provinciale di Rifondazione Comunista di Frosinone. L’assise degli iscritti doveva votare il documento politico, gli organi dirigenziali ed eleggere il segretario Provinciale.  Garante del congresso è stata  Rosa Rinaldi, membro del comitato centrale del partito. 

Una piccola premessa. E’ bello rilevare come  i congressi, quelli veri, con tutte le procedure classiche annesse, non siano spariti. E’  Il percorso democraticamente più corretto che passa dai  congressi di circolo cittadino,  si trasferisce all’assise provinciale, e si concretizza  nell’incontro finale dei delegati nel quale si eleggerà il segretario nazionale ed il documento politici risultato maggioritario. Quello di Rifondazione si terrà a Spoleto  fra il 31 marzo e il due aprile.  Niente gazebi, primarie  dove i militanti, ma anche i non militanti, eleggono l’uomo solo al comando  senza conoscerne nemmeno il programma.  Niente casting on line  ma un sano, magari anche aspro, confronto. 

Partiamo dalla fine. Paolo Ceccano, segretario provinciale uscente è stato eletto per un secondo mandato. Complimenti a lui, non solo per il successo, ma anche per come è riuscito ad organizzare il congresso. L’idea, brillante è stata  quella di mettere a confronto le associazioni attive sul territorio nella difesa dei diritti essenziali con le organizzazioni politiche. Come è noto la nostra Provincia è flagellata da problematiche serie, prima fra tutte quella del lavoro con una disoccupazione che conta poco meno di 150mila persone senza occupazione. La  drammatica  situazione ambientale, il servizio sanitario pubblico ormai inesistente , la scuola con istituti spesso fatiscenti ,  in balia di collegi scolastici che sembrano consigli di amministrazione, e una profonda crisi sociale generale sono questioni enormi, compiutamente descritte da movimenti  che lottano ogni giorno su tali tematiche. 

Gli interventi dei rappresentanti delle associazioni invitate hanno riportato  un quadro devastante, ma hanno altresì avanzato proposte. Dovrebbe essere compito dei movimenti politici  e sindacali,  unitamente alla stessa Rifondazione, provare a mettere in piedi una rete di collaborazione per restituire al popolo ciociaro quel minimo di diritti necessari ad una vita dignitosa. Altro  idea molto positiva  , è stato quella di invitare ex militanti, e tutta quella galassia diffusa di persone impegnate politicamente che  hanno maturato un’esperienza in rifondazione, ma poi, per diversi motivi, se ne sono allontanati. Soggetti che continuano ad operare, magari proprio dentro le  associazioni. 

Era chiaro il tentativo di ricostruire un’unità d’intenti fra miltanti ed ex militanti verso un programma ideologicamente connotato in senso anticapitalista utile a smuovere una situazione sociale e politica  asfittica. La risposta è stata positiva. Ci siamo ritrovati (mi includo anch’io nella compagnia) con compagni, se ancora la parola ha un senso, che hanno condiviso battaglie e lottato insieme. Non tutti però  hanno avuto il buon senso di lasciarsi dietro screzi   nati negli anni della militanza, anzi hanno usato il congresso provinciale per provare a risolvere qualche conto rimasto in sospeso. In particolare si è assistito ad uno squallido alterco fra Oreste della Posta del Pci e Romolo Rea di Azione Civile che non ha offerto alcun contributo alla causa anzi. 

Un altro elemento, a mio giudizio, ha segnato negativamente ,  pur in un contesto di grande condivisione, lo sviluppo congressuale. Ancora una volta  ha pesato come un macigno il convitato di pietra Pd. Molti si sono affannati a scongiurare qualsiasi tipo di alleanza con i democrat. Perché evocare ancora il partito dell’ex segretario Renzi? Esiste ancora qualche dubbio sulla virulenza di certe alleanza? Se si ribadisce  la natura anticapitalista e antiliberista di Rifondazione il rapporto con il Pd non può essere che conflittuale. Si tratta di una formazione iperliberista, la migliore sponda politica dei potentati finanziari, non dovrebbe avere  nulla a che vedere con qualsiasi aggregazione che si definisca, non dico comunista, ma almeno socialista. Perché dunque precisare qualcosa che dovrebbe essere scontato? Forse non si è del tutto convinti? 

Il dubbio nasce spontaneo a seguito  dalla reazione della sala  a quanto affermato da Gianluca Evangelista intervenuto per il Fronte della Gioventù Comunista. Nel suo ottimo intervento Gianluca ammoniva a non stringere alleanze con il Pd anche a livello locale. Una tale affermazione non è stata accolta, come ci si sarebbe aspettati, da un caloroso applauso. La sala è rimasta in un silenzio poco rassicurante. Solo il sottoscritto ha battuto le mani restando sorprendentemente solo nella manifestazione di assenso. 

E’ evidente comunque che in Rifondazione sussistono diverse contraddizioni. Molti iscritti hanno in tasca anche la tessera della Cgil. Il sindacato più grande d’Italia, che spesso non si è speso nella difesa dei lavoratori. La vicenda della bocciatura  da parte della Corte Costituzionale del referendum sull’art.18, perché il quesito è stato strutturato in termini propositivi, lascia un po’ perplessi. Se come è emerso dagli interventi, il jobs act è stata, fra le nefandezze del governo Renzi, la peggiore, il sindacato cui Rifondazione dovrebbe guardare avrebbe dovuto mobilitarsi immediatamente contro questa legge, chiamando la popolazione in piazza, ancora prima che questa venisse approvata. 

Ancora, se si tengono saldi i principi antiliberisti e anticapitalisti, non è possibile rimanere nell’euro, che è una formidabile arma in mano al capitale finanziario. Per progettare un’Europa dei diritti, bisogna anteporre alla moneta unica, politiche del lavoro e fiscali comuni. Un’operazione che non può partire se si rimane prigionieri dell’euro, come il triste destino della Grecia ha ampiamente dimostrato. 

Al netto di queste discussioni, rimane  il fatto che l’evento congressuale provinciale, organizzato da Paolo Ceccano e dalla sua segreteria, ha segnato il ritorno di un  grande  entusiasmo  attorno al partito e di  una ritrovata passione per la politica. L’importante è partire  proprio da qui . Con la passione, anche le discussioni più aspre si potranno superare di slancio. E l’augurio che mi sento di rivolgere ai compagni di Rifondazione della nostra Provincia è di continuare con questo grande entusiasmo, ma di far tesoro anche delle vicende del passato. In bocca al lupo compagni !



1 commento:

  1. Non eravate solo in due a battere le mani. Io sono uno di quelli che si era allontanato e il segretario Ceccano mi ha parlato e convinto personalmente e le distanze dal PD sono incolmabili. Ieri ho parlato con molte persone durante il congresso e non solo il PD è distante anni luce dal nostro pensare ed agire, ma sono sicuro che un'eventuale alleanza con tale soggetto politico vanificherebbe il grande lavoro del compagno segretario che ha ridato vita ad un circolo in grande affanno. Le persone della Cgil che hanno preso parte ai lavori, fanno parte della minoranza nella loro organizzazione e non hanno lesionato critiche anche feroce alla stessa. Va anche detto che dopo i circoli cittadini il disprezzo verso il PD era evidentissimo e già ampiamente dibattuto.Parlo a nome personale e posso solo ringraziare il segretario e i compagni per aver ridato vigore ad una speranza che rischiava di affievolirsi.

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