Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

lunedì 28 agosto 2017

Austin's Est End Story: Kenny Dorham un regale esponente del Bop da East Austin

Michael Corcoran
traduzione di Luciano Granieri





Austin è un borgo Country and  Blues, un paradiso rock senza confini, un posto che abbraccia autori di canzoni in grado di trasformare in poesia il loro passato. Ma non si sa molto su una tradizione di Austin come città del jazz. E’ assolutamente stupendo poi che, per consolidare questa tradizione un paio di Austinites: il trombettista Kenny Dorham e il bassista Gene Ramey - non solo per aver accompagnato Charlie Parker e Lester Young, ma anche  per aver suonato fra la  fine degli anni ’40 all’inizio dei ’50, nelle sessioni di Thelonius Monk - sono stati definiti dalla critica “fra i più significativi e originali musicisti del jazz moderno”. Venire dalla scuola per neri di East Austin, la L.C. Anderson High School, per arrivare alla 52° strada di Manhattan e suonare con i migliori è una via  che solo i talenti possono aprire . Ma Dorham e Ramey, che furono entrambi  scelti in molte sessioni di lavoro per la loro fama di essere  straordinari  side man,  ai margini della ribalta, non erano molto conosciuti ad eccezione dei veri appassionati di jazz. Dorham che morì per una malattia renale nel 1972 a 48 anni,  era nell’ombra dei tre migliori trombettisti della bop era:  Miles Davis, Dizzy Gillespie, Fats Navarro. Ma si sarebbe accontentato dell’etichetta “di trombettista, uomo pensante”.

Dorham faceva parte di un gruppo di giovani allievi  suonatori di ottoni  che sgattaiolavano  via dall’autoritaria luce del direttore dell’orchestra del   Sousa-Lovin,  B.L. Joyce, per improvvisare jazz nel cortile  degli amici  Roy e Alvin Patterson, al civico 1709 di Washington Avenue. Inoltre in questo circolo di ottoni   suonavano Gil Askey, desinato a diventare uno dei più grandi arrangiatori di ottoni, all’interno della Motown, il trombonista Buford Banks, e un paio di trombettisti swing, Paris Jones e  Rip Ross.

In un’intervista del 2004 rilasciata all’American Statesman, Alvin Patterson (che avrebbe sostituito Joyce come direttore dell’orchestra di Anderson nel 1955), definì Dorham come un profondo e quieto soggetto come lui realmente era “molto riflessivo e percettivo”. Dorham,spesso avrebbe voluto porsi dietro  i musicisti più anziani, in particolare rispetto a Hermie Edwards, uno dei più ruvidi trombettisti dell’East Side.

Dopo le scuole secondarie, frequentò l’università di Wiley a Marshall dove si laureò in chimica. Ma solo dopo un anno di università, Dorham fu dichiarato inabile all’esercito e congedato nel 1943.
Il primo concerto a cui Dorham partecipò fu in California con l’orchestra di Russel Jaquet, come riporta  il Texan Jazz di  Dave Oliphant (Agenzia di stampa universitaria del Texas).  Dorham  trovò la sua grande occasione nel 1945,quando sostituì Navarro nell’orchestra di Bill Eckstine, la prima band di Be Bop, fra le cui fila militarono musicisti del calibro di, Parker, Davis, Gillespie, Dexter Gordon e Sarah Vaughan.

Patterson incontrò l’amico  con la sua marching band quando Dorham stava suonando a Boston insieme alll’orchestra di Eckstine . “Era solito copiare Erskine Hawkins” Patterson  ricordò i giorni di Anderson. “Kenny amava eseguire  quel “Tuxedo Junction” ma cominciava a suonare partendo da una fraseggio tutto suo”.

Nel periodo di Natale del 1948, Miles Davis, non potendo tenere un concerto con il quintetto di Charlie Parker,  indicò Dorham come suo sostituto. La collaborazione durò per due anni, compresa una parentesi  sensazionale nel 1949 a Parigi al primo festiva jazz internazionale della città.

Sebbene Dorham suonò con Parker nell’ultima grande performance del sassofonista, nel 1955, egli passò gran parte dei primi anni ’50 lavorando come sideman di Monk, Bud Powell, Sonny Stitt, ed altri. Nel 1954 fondò insieme ad Art Blakey i Jazz Messenger un gruppo destinato ad influenzare in modo decisivo l’evoluzione jazzistica che seguì.

Più tardi, Dorham guidò diversi gruppi propri, registrando album di tutto riguardo come “Afro Cuban” nel 1955, “Jazz Contrasts”nel ’57 . E il  notevole “Una Mas”nel 1963.

“Nella sua  autobiografia, Miles Davis scrisse come Kenny Dhoram fosse uno strumentista sottovalutato” Afferma Thomas Helfin, i cui New Six Jazz Project suoneranno  un tributo a Dorham nell’anniversario della nascita all’ Elephant Room. “Non era sfavillante come Dizzy (Gillespie) o estremamente elegante come Miles, ma c’era uno straordinario lirismo nel modo in cui Dorham articolava le note”.

Dorham trattava i toni scuri, bassi  con una tale tenerezza e vulnerabilità, da essere definito come il più poetico fra i trombettisti. “Rappresentò l’era della Blue Note” sostiene Helfin in riferimento alla firma che l’etichetta discografica, pose sul jazz degli anni ’50 e ’60.

In qualche occasione fu  anche,  un cantante molto blusey,  scrisse lo standard jazz “Blue Bossa” Scoprì e aiutò nei suoi primi passi un giovane e talentuoso sassofonista come Joe Henderson.
Patterson, recentemente scomparso, riuscì a incontrare  Dorham un’ultima volta, quando questi tornò a casa per suonare, nel 1966 al Longhorn Jazz Fest al vecchio Disch Field. Lo iscrisse anche  al festival con John Coltrane, Lightin’Hopkins, Elvin Jones, Dave Brubeck e l’ex cittadino di Austin Teddy Wilson.

E’anche corretto affermare che Austin può essere ricordato, per il pianista preferito da Billie Holiday,   Teddy Wilson, che incontrò nel 1935 quando suonava nel trio di Benny Goodman (Con Gene Krupa alla Batteria). Figlio di insegnanti, Wilson nacque qui, ma si trasferì in Alabama all’età di sei anni seguendo il padre che aveva trovato da insegnare al Tuskegee Institute.

Dorham e Ramey, insieme con il chitarrista di Nat King Cole, Oscar Moore, sono i maggiori rappresentanti di Austin nel panorama mondiale della musica jazz, perché il loro modo di suonare si pose al servizio della melodia.

Dohram merita qui una particolare menzione perché ha influenzato Martin Banks che ha suonato la tromba nella band dell’Apollo Theater e che ha passato il testimone alla successiva generazione di musicisti di Austin, incluso Ephraim Owens.

Li  è sempre destinata a crescere una nuova generazione di   gatti profondamente  pensatori per mantenere vivo il lascito di Dorham.


   

Nessun commento:

Posta un commento