Il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale ha denunciato subito gli aspetti di
incostituzionalità che rendono inaccettabile il c.d. “decreto sicurezza”, ora L.132/2018, che
tenta di forzare la Costituzione contro i diritti fondamentali delle persone, per di più rendendo
più difficile la convivenza fra i cittadini italiani ed una popolazione di stranieri privi di ogni
mezzo di sostentamento, che resteranno in Italia e verranno spinti in un’illegalità forzata.
Questa revisione legislativa si accompagna contestualmente ad atti del Governo che
contrastano e violano apertamente gli obblighi nascenti dal diritto internazionale del mare,
vietando l'approdo alle navi che salvano i naufraghi nel Mediterraneo centrale e il loro
soccorso, con la conseguenza che nel corso del 2018 si è avuto un drastico incremento del
tasso dei morti in mare (oltre 2.000 vittime).
E’ di eccezionale gravità che 49 migranti siano costretti a vagare nel Mediterraneo da 14 giorni
senza la possibilità di essere soccorsi e di ottenere un approdo sicuro, che non può essere il
ritorno nei lager libici. Il nostro paese ha il dovere di essere in prima fila nel soccorso di questi
esseri umani abbandonati a sé stessi. La grettezza e la chiusura delle posizioni del governo
sono inaccettabili.
Le decisioni del governo e in particolare parti significative della normativa “sicurezza”
contrastano con i valori che la Costituzione ha inscindibilmente inserito nell’ordinamento
giuridico.
Il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale condivide e appoggia pienamente la
resistenza dei sindaci volta a respingere gli effetti perversi della normativa “sicurezza” sui diritti
delle persone in nome dei valori della Costituzione.
Il sindaco di Palermo ha dato disposizione agli uffici comunali di sospenderne l’applicazione
nella parte in cui vieta l’iscrizione dei migranti nei registri anagrafici, denunciandone la natura
di “provvedimento disumano e criminogeno”.
Questa posizione, condivisa e appoggiata da altri sindaci, apre un’importante contraddizione
tra i valori della Costituzione e una politica ed una legislazione fondate sul disprezzo dei diritti
umani. Per questo è indispensabile che prima possibile la Corte Costituzionale sia messa nelle
condizioni di giudicare la legittimità costituzionale della legge 132/2018.
E’ importante ribadire che nella legalità costituzionale non c’è posto per norme “disumane e
criminogene” che ricordano le leggi razziali; i responsabili della programmata omissione di
soccorso nel Mediterraneo centrale dovranno rispondere delle loro condotte.
Massimo Villone, Silvia Manderino, Alfiero Grandi
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