Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

martedì 19 ottobre 2010

Un neo- realista particolare

di Fausta Dumano




Una giornata con Giuseppe Cristaldi l’occasione nasce per la presentazione del suo libro “Belli di papillion verso il sacrificio” ad Ithaca, la libreria di Via Garibaldi 64. Giuseppe, scrittore salentino , arriva all’alba a Frosinone, perché “per presentare un libro bisogna interagire con la città, entrare nel microcosmo” Sin dalle prime ore insieme realizzi che la sua presentazione è contaminata, dal modo in cui interagisce con il luogo e le persone. Giuseppe Cristaldi nonostante la sua giovane età si è già affermato nel panorama della letteratura contemporanea. “Storia di un metronomo capovolto”, la sua prima opera con presetnazione di Battiato è introvabile. Belli di papillion verso il sacrificio, prefazione di Teresa De Sio .  Giuseppe Cristaldi è uno scrittore impegnato nella denuncia sociale è stato definito “il Saviano del Salento” . Senti l’eco di Pasolini. La location di questo romanzo è la Taranto della mente, la voce narrante  della storia costruisce un monumento al padre morto. Un libro costruito in quindici più ultimo martirio. Don  Papà è un cozzaro, un contrabbandiere, un teatrante  dalle mille risorse, uno della razza dei “ddritti” nato e cresciuto in un quartiere Tamburi. Spinto dalla disperazione dello sfratto l’uomo  con l’aiuto del figlio farà a pezzi la casa, prima di compiere il suo gesto ultimo, lasciando al figlio il compito della scrittura della vita. Una mamma  che è la coprotagonista che accompagna sempre, una mamma che bisogna anche cercare  nel detto, tra le parole bianche della scrittura. Un figlio che parte per l’Iraq non per amor di patria, ma con la speranza di tornare “come vitalizio” alla madre che così può racquistare la casa. Un romanzo che nella storia individuale diventa  un romanzo corale, su come eravamo e come saremmo adesso sotto un cielo di nubi tossiche. Una scrittura nervosa, espressionista con un dettato pluri-linguistico con il salentino e il tarantino . E la chiesa, casa di Dio diviene nella coralità del gesto, una casa del popolo, mentre siamo circondati dall’acqua, quella di  un mare, che continua ad ordirci tranelli e la spuma è come una corda di violino al vento . Spuma e speme....La Puglia da qualche anno sta “sfornando” diversi scrittori, anche se Cristaldi non ama essere definito pugliese , ma del Salento, mi ha anche informata del referendum per la regione del Salento, una regione nuova libera dalla Puglia. Io ho un grosso limite sono un’insegnante come dice Cristaldi e parlo di scrittori pugliesi. Si parla spesso  di narrativa pugliese, prima erano pochissimi, è un fatto innegabile, le condizioni del sud sono schiaccianti, la camorra in Campania ha portato una sorta di folklore sulla devianza, in Sicilia Sascia e Camilleri hanno attinto alla mafia, in Puglia si è verificato secondo me un corto circuito, l’Italsider , lo spettro del nucleare da un lato,  dall’altro i trulli, le masserie hanno spinto la produzione letteraria. Il movimento della pizzica e della taranta nello stesso tempo il degrado della terra. L’allontanarsi dalla Puglia genera poi un flusso di narrativa, Cristaldi è forse uno dei pochi che vive ancora in Puglia dove fa l’operaio. Nicola Lagioia, Mario Desiati, Alessandro Leogrande, Carlo De Amicis sono tutte voci pugliesi, ognuno con il suo stile come il Cristaldi, raccontano la Puglia nella loro profondità contemporanea ma anche scardinando il passato, senza però cadere nella trappola di una letteratura stereotipata della Napoli del sole e del mandolino. Giuseppe Cristaldi tornerà a Frosinone per parlare del suo primo libro quello introvabile , ma parteciperà anche alla performance di 03100. “I Racconti sopra e sotto/sottosopra  dell’ascensore inclinato, con un racconto particolare: il mostro del nucleare che dal Garigliano approda al fiume Cosa. Dicevo che Cristaldi è uno che interagisce con il luogo dove presenta i suoi libri, ha girato per la città, nel quartiere degli invisibili, i migranti del centro storico, ne ha sentito gli odori e visto i colori nei panni stesi, ha individuato le tracce delle invasioni di Nostra Signora Art. Cristaldi è uno attento alla realtà che lo circonda .....un neo-realista particolare.




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