Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

martedì 29 marzo 2011

Da Gaza a Gerusalemme aumenta l’escalation di violenza

Cecilie Surasky
Jewish Voice for Peace


Dear Luciano,
Please feel free to share this statement with your friends, loved ones, and colleagues. We hope it will inspire heartfelt conversations, debates, and questioning. And most of all action- no matter how big or small- for a better and more just world that values all lives equally.
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Any act of violence, especially one against civilians, marks a profound failure of human imagination and causes a deep and abiding trauma for all involved. In mourning the nine lives lost in Gaza and the one life lost in Jerusalem this week, we reject the pattern of condemning the deaths of Israelis while ignoring the deaths of Palestinians. We do not discriminate. One life lost is one life too many--whether Palestinian or Israeli.Within the context of 44 years of the Israeli occupation of Gaza, the West Bank, and East Jerusalem, in the past two years (January 31, 2009 to January 31, 2011, starting just after Operation Cast Lead), over a thousand Palestinians have been made homeless by home demolitions, hundreds have been unlawfully detained, and over 150 men, women and children have been killed by the IDF and settlers, according to the Israeli human rights group B’tselem. Many acres of Palestinian land have been taken and orchards uprooted by armed settlers. Countless hours have been lost at checkpoints, often fruitlessly, while Palestinians attempted to get medical care, jobs, and access to education. One and a half million Gazans have been living with a limited food supply, lack of electricity and dangerously toxic sewage.
This is occupation: daily, persistent acts of structural violence. All in the service of a government that constantly expands illegal Israeli settlements on land that rightfully belongs to Palestinians.

These acts don't reach our headlines because they are so habitual, so we learn not to see them. But Palestinians live them and their profound consequences everyday, and we must keep that in mind, even as we ponder the terrible events of the past few weeks:

  • A person or persons, (we don't know who), bombed a bus stop in Jerusalem, injuring 30 and killing 1 Israeli civilian;
  • An Israeli bombing killed 3 children and an older man in Gaza;
  • A person or persons, (we don't know who), murdered 5 members of a family, including three children, in Itamar, an Israeli settlement in the West Bank;
  • The Israeli government suddenly tightened the siege of Gaza and escalated military attacks, killing a total of 11 Palestinians and injuring more than 40 since mid-March;
  • Palestinians fired over 50 shells and rockets from Gaza into civilian areas in southern Israel.
These terrible acts of violence remind us that to end the Israeli occupation our best hope is supporting the inspiring nonviolent Palestinian movement for change, in the form of unarmed protests every Friday in places like Bil’in, Ni'lin, Sheikh Jarrah, and the Global Boycott, Divestment and Sanctions movement. This is a movement that respects life, that is part and parcel of the nonviolent democratic people's movements we have been inspired by throughout the Arab world, that welcomes the solidarity and support of Israeli and international believers in equality and universal human rights.

This is a movement that fundamentally subverts the logic of armies, revenge-fueled “price tags”, and armed struggle. 
And it is a movement that may well do what no other government to date has done-- pressure Israel to be accountable to international law and therefore help create conditions for truly meaningful negotiations.

Because it is so powerful, it is no surprise that the right to engage in nonviolent resistance, a foundational component of any functioning democracy, is under attack in Israel.
Human rights activists are being detained or imprisoned. Bills to criminalize the BDS movement, or harass human rights organizations, are working their way through the Knesset.


Just this week:

  • The very act of publicly commemorating the Nakba, a crucial nonviolent act of Palestinian remembrance, was essentially criminalized in Israel by the Knesset. The Knesset also passed a law allowing small communities in the Galilee and Negev to discriminate against anyone wanting to reside there who does not fit in with the community’s “socio-cultural” character.
  • The Knesset also held hearings to assess whether the “pro-Israel, pro-peace” group J Street was sufficiently pro-Israel.
  • The IDF announced a new military intelligence-gathering unit solely dedicated to monitoring international left-wing peace and human rights groups that the army sees as a threat to Israel. The department will work closely with government ministries. 
  • Dozens of Israeli soldiers raided the home of Bassem Tamimi, Head of the nonviolent Nabi Saleh Popular Committee , and beat his wife and daughter while arresting him presumably on charges of "incitement" and "organizing illegal demonstrations."

As the Israeli government increasingly deploys anti-democratic measures and military repression, we at Jewish Voice for Peace are redoubling our efforts to support the best hope- a nonviolent Palestinian-led resistance movement in which we all work together to nurture life, justice and equality. We invite you to join the movement


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Non esitare a condividere questo messaggio con i tuoi amici persone care e colleghi. Ci auguriamo che possa inspirare conversazioni  di cuore  dibattiti e domande. E soprattutto produca azioni non importa se grandi o piccole per un mondo migliore e più giusto che valuti uguali  tutte le vite delle persone

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Ogni atto di violenza  soprattutto contro i civili  segna un profondo fallimento  della immaginazione umana e provoca un trauma profondo e costante  su tutte le vittime coinvolte. Siamo in lutto per le nove vite perse in Palestina e per quella persa in Gerusalemme la settimana scorsa. Ma rifiutiamo la consuetudine per cui  si condannano le morti degli israeliani e non quelle dei palestinesi. Nel contesto dei 44 anni di occupazione israeliana a Gaza,Gerusalemme est West Bank, e  negli ultimi due anni  (dal 31 gennaio 2009 al 31 gennaio 2011  subito dopo l’operazione piombo fuso),secondo il gruppo per i diritti umani B’tselem, oltre un migliaio di palestinesi sarebbero diventati dei senza tetto a causa della  demolizione delle loro case, altre centinaia di persone sarebbero stati detenuti illegalmente, ed oltre 150 fra uomini donne e bambini sarebbero stati uccisi dall’esercito israeliano e dai coloni. Molti ettari di terre palestinesi sarebbero state occupate e molti  frutteti sarebbero stati sradicati da coloni armati. Diverse  ore sono state perse ai check point spesso inutilmente mentre i palestinesi tentavano di ottenere cure mediche, lavoro e accesso all’educazione. Un milione e mezzo di abitanti di Gaza devono vivere con un approvvigionamento alimentare limitato, in mancanza di elettricità e circondati da liquami tossici.
Questa è l’occupazione: Ogni giorno persistono atti  di violenza sistematici. Tutti al servizio di un governo israeliano che si espande costantemente e illegalmente  su territori che di diritto appartengono ai palestinesi. Questi atti non si trovano mai sulle prime pagine dei giornali perché sono molto comuni così abbiamo imparato a non vederli più. Ma i palestinesi vivono ogni giorno questi soprusi e le loro terribili conseguenze. Noi dobbiamo tenere ciò bene in mente nel analizzare gli eventi di queste ultime due settimane.

  • Una o più persone , (non sappiamo chi) ha fatto saltare una bomba presso una fermata del bus a Gerusalemme ferendo 30 civili e uccidendo un israeliano.
  • Un bombardamento israeliano ha ucciso tre bambini e un anziano a Gaza  
  • Una o più persone, (non sappiamo chi) ha assassinato 5 membri di una famiglia , compreso tre bambini a Itmar, un insediamento israeliano nell West Bank
  • L’esercito israeliano ha subito inasprito  l’assedio a Gaza intensificando gli attacchi militari uccidendo complessivamente 11 palestinesi ferendone più di 40 fino alla metà del mese di marzo.
  • Palestinesi hanno sparato più di 50 granate e razzi verso aree civili nel sud di Israele.

Questi terribili atti di violenza ci ricordano che per porre termine all’occupazione israeliana la nostra più grande speranza è sostenere i promotori dei movimenti non violenti palestinesi per il cambiamento, con manifestazioni pacifiche ogni venerdì in piazze come Bil’in, Ni’Lin,  Sheikh Jarrah, e il boicottaggio su scala mondiale organizzato dal movimento : boicottaggio, disinvestimento  sanzioni (Boycott Divestment and Sanctions) . Questo è un movimento che rispetta la vita, che è parte integrante dei movimenti del popolo  democratico e non violento. Siamo stati ispirati da tutto il mondo arabo  che accoglie il sostegno e la solidarietà di coloro Israeliani e Stranieri  che credono nell’eguaglianza e nei diritti umani universali . Questo è un movimento che fondamentalmente sovverte la logica delle armi alimentata dalla vendetta dalla logica del profitto e dalla lotta armata. Ed è un movimento che può svolgere al meglio il compito che ad oggi altri governi non hanno saputo fare. Ossia fare pressione su Israele, affinché diventi responsabile verso le leggi internazionali e naturalmente affinché agevoli le condizioni per una negoziazione veramente significativa.  Dal momento che è così potente non è una sorpresa se il diritto di attuare una resistenza non violenta , componente fondamentale di qualsiasi democrazia funzionante, sia sotto attacco in Israele . Attivisti per i diritti umani  sono stati trattenuti o imprigionati . Leggi  per criminalizzare il movimento BDS e per ostacolare le organizzazioni per i diritti umani, stanno per essere approvata dal parlamento israeliano

Solo in questa settimana:
·        L’atto stesso di commemorare la Nakba pubblicamente, un atto fondamentale e non violento della memoria palestinese è stato essenzialmente criminalizzato in Israele dal parlamento. Il parlamento ha anche approvato una legge che consente a piccole comunità in Galilea e nel Negev di discriminare  chi vuole stabilirsi nei loro territori,  ma non è in sintonia con il carattere socio culturale della comunità stessa.
·        Il Parlamento ha inoltre svolto audizioni per valutare se il gruppo J. Street pro-Israele e pro-pace fosse sufficientemente  pro Israele
·        L’esercito israeliano ha annunciato la formazione di una nuova unità militare esclusivamente dedicata alla raccolta d’informazioni  relative al monitoraggio dell’ala sinistra dei movimenti per la pace e per la difesa dei diritti umani, gruppi che l’esercito vede come una minaccia per Israele. Il reparto lavorerà a stretto contatto con i ministeri del governo
·        Decine di soldati israeliani hanno fatto irruzione nella casa di Bassem Tamimi capo del comitato popolare non violento  Nabi Saleh ed hanno picchiato suo figlio e sua moglie mentre procedevano al suo arresto presumibilmente con l’accusa di incitamento all’organizzazione di  manifestazioni illegali

Mentre il governo israeliano inasprisce sempre più le misure anti democratiche  e la repressione militare noi di Jewish Voice for Peace stiamo raddoppiando gli sforzi per sostenere al meglio un movimento non violento  di resistenza a guida palestinese in cui noi tutti lavoriamo insieme per alimentar  la vita, la giustizia e l’eguaglianza . Invitiamo tutti ad aderire al movimento. 


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