Eccoci a riferire del presidio contro la guerra in Libia. Aut-Frosinone, insieme con il circolo di Rifondazione Comunista Spartacus di Frosinone e i giovani comunisti, ha ritenuto opportuno, nonché doveroso, lanciare un segnale forte e deciso contro l’ennesimo conflitto organizzato dalle forze imperialiste per appropriarsi delle risorse dei paesi in cui si pretende di portare la democrazia. Speriamo che la nostra azione possa destare, dallo strano torpore in cui sono sprofondate, le forze pacifiste e che i movimenti pacifisti tornino a occupare la scena conflittuale da protagonisti. Perché le bandiere della pace non sventolano più dai balconi? Sarebbe opportuno che i vessilli multicolori tornino ad addobbare la città. Durante il presidio che si è svolto ieri mattina presso il parcheggio antistante l’ascensore inclinato a Frosinone, si è dibattuto delle questioni che negli ultimi giorni hanno animato lo scenario del Nordafrica e in particolare della Libia. Ma non è tanto sul merito che vorrei porre l’attenzione, quanto sul metodo. Le ragioni che hanno mosso le forze occidentali e parte delle nazioni della lega araba a inviare le proprie macchine di morte sono note ma le riassumiamo: Al primo posto c’è la necessità, ora più che mai, di appropriarsi delle risorse energetiche libiche visto che il nucleare per colpa dei tristi eventi del Giappone sta andando in malora. In secondo luogo si vuole controllare e indirizzare le forze nuove, che hanno deposto o stanno deponendo i vecchi dittatori, affinché queste continuino ad assicurare le politiche di assoggettamento alle potenze imperialiste. La presa del potere da parte di quel popolo di giovani che per primo ha iniziato le rivolte chiedendo semplicemente la libertà di vivere una vita dignitosa costituirebbe un evento drammatico per le forze occidentali e per il loro mastino da guardia in Medio Oriente: Israele. Nel metodo, il presidio di ieri mattina si è svolto secondo le giuste modalità per ottenere che queste discussioni, anziché rimanere confinate nelle sezioni di partito e nelle sedi dei movimenti, arrivino alla gente comune, a quel grande bacino di persone che sono in completa balia di scempiaggini mediatiche. Scendere nei luoghi di aggregazione come piazze e parchi pubblici, parlare con intere famiglie, padri e madri che sono li a far divertire i propri figli, con anziani pensionati, o con studenti che stanno cazzeggiando sui loro motorini, è fondamentale. Perché se si vuole iniziare un processo di contro informazione e condivisione su alcune dinamiche sociali, cercando di aggregare più figure sociali possibili è fondamentale andare fra le gente. Questa è l’unica arma che abbiamo per scalfire , se non proprio abbattere, il muro mistificatorio edificato sulla menzogna per cui la vita vera è quella che si vede in televisione. Forse sarà un’illusione ma pensare che le parole di Andrea Cristofaro - segretario del circolo di Rifondazione di Frosinone - quelle di Giuseppe Sacco - segretario provinciale di Rifondazione- e le mie - possano essere arrivate, anche solo in minima parte, a chi era li per rilassarsi o accompagnare i propri ragazzi a giocare a pallone o ad andare a cavallo, ci dà la speranza che forse ancora non è tutto perduto.
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