Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

venerdì 1 aprile 2011

Resoconto mobilitazione 23 Marzo contro gli abusi delle Forze dell’Ordine e prospettive

Libertari e libertarie San Lorenzo
Sezione RM “A.Gramsci”  P-CARC
Compagne/i
PER L’ASSEMBLEA PER IL COORDINAMENTO CONTRO LA REPRESSIONE

La notte tra il 23 e il 24 Febbraio 3 sbirri arrestano e poi stuprano una giovane donna all’interno della Stazione dei CC del Quadraro. Ad un mese di distanza da quei fatti tanti compagni/e, militanti e attivisti, abitanti del Quadraro hanno dato dimostrazione di non essere disposti a dimenticare quanto accaduto quella notte.

Mercoledì 23 Marzo si è tenuto con successo il preannunciato presidio - fiaccolata contro gli abusi delle forze dell’ordine. Denunciamo l’ingente dispiegamento di forze dell’ordine disposto dalla Questura romana per l’occasione: l’intera zona del Quadraro adiacente alla caserma dello stupro è stata militarizzata con camionette della celere a presidiare ogni angolo e decine di agenti della polizia politica a squadrare e fotografare i partecipanti al presidio.

Questa prova “muscolare” delle forze dell’ordine non ha impedito la riuscita del presidio-fiaccolata che è stato partecipato quanto determinato nel voler raggiungere l’obiettivo di comunicare con il quartiere e gridare forte la rabbia per quanto accaduto un mese fa. Lo spirito combattivo dell’iniziativa ha impedito che il presidio venisse isolato e confinato ai margini del quartiere: ci siamo posizionati all’uscita della Metro A e da li abbiamo attraversato e bloccato per una decina di minuti la Tuscolana in orario di pieno traffico con lo scopo di raggiungere la caserma.

Il corteo spontaneo si è fermato a qualche centinaia di metri dalla caserma dello stupro. A quel punto abbiamo ritenuti raggiunti gli obiettivi della giornata e non abbiamo voluto compiere forzature ulteriori. Il 23 Marzo è stato l’inizio di un percorso che troverà  altre e nuove tappe e occasioni per mettere il fiato sul collo alle Autorità e alle loro istituzioni repressive.

Il 23 Marzo nasce una duplice volontà collettiva.

Lo stupro del Quadraro non cadrà nel dimenticatoio: che quest’ennesimo abuso delle forze dell’ordine contro gli inermi sia l’inizio di un percorso di mobilitazione cha a partire dal Quadraro (fino agli altri quartieri) metta il fiato sul collo a chi compie abusi e a chi protegge, tollera quando non fomenta gli aguzzini in divisa. Che inizi la caccia all’abuso: questo è anche il modo per far si che la giovane stuprata un mese fa ottenga giustizia. Non illudiamoci dei tribunali di questo Stato che arruola nelle sue file stupratori e aguzzini. Seppure gli sbirri stupratori faranno la fine che meritano per mezzo di una condanna di un Tribunale ciò avverrà solo a condizione che fuori dalle mura di quella caserma si sviluppi la lotta e la mobilitazione contro gli abusi delle forze dell’ordine, il controllo popolare sugli abusi dei “controllori”. Che il presidio del 23 Marzo sia l’inizio di tutto ciò!

Il 23 Marzo è l’inizio di un percorso trasversale di lotta contro la repressione a livello cittadino. Proseguirà un percorso di assemblee e iniziative allo scopo di promuovere il dibattito franco e aperto tra compagni/e, la solidarietà reciproca e l’iniziativa comune contro la repressione.
Oggi che si approfondisce la crisi di questo putrido sistema chiamato capitalismo e i venti di rivolta fanno tremare le gambe ai ricchi parassiti che ci governano è sempre più all’ordine del giorno l’irrobustimento della repressione dispiegata dalle Autorità contro il movimento di resistenza , contro chiunque si fa promotore della lotta per una vita dignitosa, contro la fitta schiera di inermi, diseredati, esclusi prodotti da questa società a delinquere (le immagini di Lampedusa in questi giorni parlano da sole), contro la ribellione sociale in genere negli stadi come nelle strade. Uniamo le forze nella lotta contro la repressione!

Riteniamo che tanto a livello cittadino quanto nazionale sia oggi inderogabile la necessità di mettere in cantiere un percorso comune di lotta alla repressione, coordinare le forze contro il nemico comune e i suoi apparati e strumenti repressivi.
L’intensa stagione di mobilitazione che ci lasciamo alle spalle e quella prossima a venire ci dicono che non è più tempo di aspettare: è urgente superare vecchi steccati, guerre tra bande, politiche dell’orticello e pratiche da “amici degli amici “. Certe tendenze negative diffuse nel movimento spesso permettono alla repressione di centrare il bersaglio: disgregare e isolare le forze volta per volta ritenute pericolose, impaurire singoli compagni e allontanare gli inesperti.

Ma se di fronte ad ogni attacco repressivo facciamo valere il principio “colpiscono uno colpiscono tutti!”, se per una volta superiamo le solite divisioni di movimento,se rispondiamo al crescente autoritarismo coordinando le forze, rafforzando la solidarietà  e la mobilitazione, facendo valere fino in fondo i residui spazi di libertà che ci restano in eredità dalla Resistenza, allora possiamo vincere la repressione, allora possiamo usare ogni attacco repressivo per rafforzarci.   Questo nuovo percorso condiviso non si pone in contrapposizione con le altre iniziative singole e di gruppo già presenti sul territorio, ma anzi l’obiettivo primario è quello di unire le forze contro il nemico comune.
Coordinare le forze attorno ad un simile progetto è senz’altro ambizioso quanto urgente: senza presunzione di autosufficienza (a nostro avviso oggigiorno nessuno può ritenersi tale) un gruppo di compagne e compagni di varie realtà a partire dal 23 Marzo lancia un appello ad arricchire questo percorso oggi in fase di avvio. 

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