Che due giugno è stato quello di ieri? Un due giugno assordante . A Roma il rombo delle frecce tricolori ha riempito il cielo. Al burattino degli americani Hamid Karzai , governatore dell’Afghanistan, presente alla parata dei fori imperiale con altri 80 capi di stato, quel rumore avrà ricordato le facce dei civili afghani terrorizzati dai jet che sfrecciano sopra le loro teste e quotidianamente seminano morte fra la popolazione. Lo stesso assordante fischiare di aerei a qualcuno ,pochi per la verità, avrà ricordato che l’italia co-produce i caccia bombardieri F-35. 130 di queste macchine di morte verranno acquistate dalla nostra areonautica. Se consideriamo che un F-35 costa 78 milioni di euro, cioè l’equivalente di tremila salari lordi di dipendenti del ministero della sanità e della pubblica istruzione, il rumore oltre che assordante diventa insopportabile. Il senso uditivo è stato inoltre aggredito dallo sferragliare dei soldati che sfilavano con le tenute da guerra, attuali e d’epoca, davanti ad un assonnato Berlusconi e ad un appassionato Giorgio Napolitano. Lo sferragliare si è reso ancora più cacofonico quando sono passate le truppe vestite con la divisa dell’esercito coloniale che cento anni fa seminava morte in Libia. Da allora nulla pare cambiato. I nostri aerei di cui non se ne sa più molto, continuano a seminare morte in Libia a rimorchio della coalizione occidentale che ha scatenato una guerra le cui motivazioni umanitarie sono ormai depotenziate e che prosegue nello sterminio dei profughi nel Mediterraneo. Anche a Frosinone la celebrazione è stata assordante. ASSORDANTE DI SILENZIO. Il silenzio delle istituzione locali, sindaco e presidente della provincia, fortunatamente è stato rotto da un gruppo di giovani agguerriti, competenti e impegnati. La riscossa del due giugno nella nostra città è passata attraverso l’interessantissima manifestazione organizzata dalla rete degli studenti medi della provincia e dall’A.N.P.I di Frosinone. Presso il piazzale dei tre martiri toscani di Frosinone, Giovani, meno giovani, liberi, cittadini, partigiani , convocati dall’ Anpi e dalla Rete degli studenti si sono riuniti per discutere dei significato storico e civile del 2 giugno. Dopo il saluto di Marco Tallini della Rete degli studenti di Frosinone è iniziata la discussione il cui obiettivo era quello di stabilire una connessione fra i valori che hanno determinato la resistenza, la liberazione, la forma repubblicana dello stato Italiano e la Costituzione, con le condizione sociali di oggi. Si è partiti da un’analisi storica antecedente alla repubblica, proposta da Antonio Folchetti, per poi continuare con l’evoluzione storica della repubblica stessa dal ’46 ad oggi illustrata da Enrico Morsillo, comprese le implicazioni che questa ha avuto sul ruolo politico del sindacato in particolare del sindacato studentesco, argomento trattato da Alessandro Marino. Siamo rimasti stupiti dall’incisività con cui questi ragazzi hanno avanzato le loro argomentazioni , giovani adolescenti che hanno provato a svegliare le coscienze sopite di una sonnolenta borghesia provinciale. Quella gioventù borghese che come, sostiene il coordinatore degli studenti medi Enrico Morsillo, ritiene rivoluzionario comprarsi le timberland da 250 euro. Hanno dato il loro contributo alla discussione oltre a Giovanni Morsillo dell’ANPI di Frosinone e Andrea Cristofaro segretario del circolo “Carlo Giuliani” di Rifondazione Comunista di Frosinone, anche membri di varie associazioni e sindacati fra cui la CGIL. L’evento non poteva avere conclusione più degna con l’intervento di Sergio Collalti partigiano di Ferentino. Le storie partigiane le analisi storiche le evoluzione politiche, hanno segnato anche una sorta di ricongiunzione generazionale fra chi ha fatto la resistenza per dare la possibilità agli italiani di diventare da sudditi a cittadini e i giovani che oggi resistono affinché la condizione di cittadino diventi reale. La repubblica è stata fatta ma i repubblicani? Ringraziamo di cuore i ragazzi della rete degli studenti medi di Frosinone, perché da loro viene la lezione che il due giugno non deve essere l’occasione per esibire i muscoli, ma un momento per rendersi conto che qualcuno ci ha liberato dandoci la possibilità di diventare cittadini artefici del proprio futuro . Ancora oggi siamo sudditi, sudditi di un sovrano sordido e depravato che condizione le nostre vite con le sue turbe psichiche, contornato da una masnada di lacchè fedeli quanto avidi. In questo due giugno la rete degli studenti medi ci ha indicato la strada per diventare definitivamente cittadini.
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