Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

venerdì 12 agosto 2011

Carl Palmer la storia della batteria Rock al Sound Wave Festival

Luciano Granieri


Diavolo di un Carl Palmer! Il sessantunenne batterista di Birmingham stupisce ancora. Dopo la clinic e l’esibizione di Virgli Donati , sul palco del Sound Wave Festival sale lui. Un musicista, un batterista e anche un caratterista che da quarant’anni calca i palchi di tutto il mondo lasciando basiti gli spettatori per la sua grande tecnica e fantasia. Dai "Crazy World " agli "Atomic Rooster"  fino ai leggendari Emerson Lake & Palmer,  Carl ha incantato folle di appassionati. Non c’è dubbio che al di la della spettacolarità del   drumming, ogni sua intuizione  tecnica era   una vera e propria rivoluzione che scompaginava  il modo di suonare la batteria.  Ad esempio l’evoluzione su l’uso del doppio pedale,  o doppia cassa, oggi arrivata  alla raffinatezza espressa da Virgil Donati,   neanche avrebbe avuto inizio se già al principio degli anni settanta Keith Moon, Ian Paice e Carl Palmer non ne avessero tentato una prima sperimentazione. Giù  il cappello quindi davanti ad un ometto che dietro a piatti e tamburi ha fatto la storia del suo strumento e di tutta la musica rock. Protagonista con Keith Emerson, e Greg  Lake delle stagioni del rock progressive e sinfonico,  Carl  Palmer ripropone oggi un repertorio maggior tratto dal  sodalizio con i suoi due vecchi amici . Al suo fianco, in luogo della magiche tastiere di Keith e delle corde di Greg, troviamo due giovani musicisti interessantissimi a cui spetta l’ingrato compito di sostituire cotanti mostri sacri. Sgombriamo il campo da ogni equivoco Paul Bielatovicz alla chiatrra e Stuart Clayton al basso, attraverso una rielaborazione del tutto personale degli arpeggi di Emerson e Lake,  elaborano    una lettura del repertorio  EL&P assolutamente originale, iniziando dalle sonorità. La chitarra di  Paul coadiuvata dal basso di Stuart, propone delle sonorità lontane anni luce da quelle di Emerson e Lake, e le improvvisazioni sono caleidoscopiche,  multicolori,   fanno brillare    le esecuzioni  di  una luce nuova. Unisce il tutto lo sfavillante drumming di Carl Palmer, un mostro di bravura, sempre incalzante, straripante, ma estremamente rigoroso. Il concerto si apre con due pezzi  che segnavano l' inizio di due degli album più significativi degli Emerson Lake & Palmer. Si parte con “The Barbarian” il brano di apertura del disco”Emerson Lake & Palmer” , il primo del gruppo inciso nel 1971 ,  si prosegue con Hoedown, il pezzo  che apriva il monumentale triplo album dal vivo “Welcom Back my fiends  to the show that never end” del 1974. Dopo aver riscaldatola platea  il trio Clayton,  Bielatovicz , & Palmer  si è lanciato nell’esecuzione  dei brani più classici,  da Trilogy, a Tarkus, fino ad arrivare a “Picture at an exhibition” (Quadri ad un esposizione) L’opera di Mussorgsky che gli EL&P riproposero  per intero nell’omonimo disco uscito nel 1972 . Una preziosissima chicca dove le prestazioni di Bielatovicz e Clayton hanno raggiunto livelli espressivi elevatissimi. Notevoli le performance in solo di Bielatovicz, che ha eseguito  una versione fiammeggiante del “Volo del Calabrone” di Korsakov  e di Clayton,  che ha proposto un assolo basato  su arpeggi memorizzati al momento della loro esecuzione su cui il bassista eseguiva nuove improvvisazioni. Non sembrava che a suonare ci fosse solo un basso ma un intera orchestra. In un crescendo di entusiasmo si è arrivati al gran finale : “Fanfare for the common man”. Qui Palmer veniva  fuori prepotentemente, si faceva  fatica a seguirlo, fra rullate figure  ritmiche frenetiche e anche un po’ di cinema con il giocherello delle bacchette sui piatti. Un talento straordinario  che da quarant’anni impazza sulle scene con immutato entusiasmo sapienza tecnica e sensibilità ritmica. Ma lasciamo spazio alla musica : “Welcom back my firiends to the show that never ends Ladies and Gentlemen Clayton, Bielatovicz and PALMER!!!”










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