Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

venerdì 12 agosto 2011

Virgil Donati: La rivoluzione del doppio pedale

Luciano Granieri


Giovedì 11 agosto 2011 ore  16,30, Sala Teatro di P.zza Marconi, Monte San Giovanni  Campano.  Comincia qui la lunga serata e la lunga notte della batteria. Insieme ad  altri batteristi giovani  e meno giovani, ho deciso di partecipare al drum clinic di Virgin Donati. La clinic, per chi non fosse addentro alle cose musicali,  è un sorta di seminario tenuto da uno strumentista il quale illustra e condivide con altri musicisti tecnica, idee e creatività usati nell’esecuzione e nell’improvvisazione.  La scelta di  Virgil Donati da parte  dell’organizzazione “Alatri in blues” non poteva essere più azzeccata. Virgli   è un drummer che nella sua carriera ha esplorato tutti i linguaggi musicali suonando con grandi musicisti, dal rock alla fusion ,al jazz . Suoi compagni di viaggio sono stati,  fra gli altri,  Derek Sherininan (Planet X), Steve Walsh,  Josh  Stone, Branford  Marsalis,  Kenny Kirkland , dunque è in grado di padroneggiare le tecniche più disparate.  Virgil Donati  inoltre è un vero innovatore dello strumento, in particolare sull’uso del doppio pedale. Fino ad oggi questa tecnica , diffusa in gran parte  nel metal, non era mai  stata oggetto di particolari studi. La maggior parte dei  batteristi   usano il doppio pedale per lo più con figure ritmiche in quattro o multipli, ottavi e sedicesimi  (Virgli ha eseguito  una serie anche in trentaduesimi. Da paura!!!!)  .  Donati invece ha escogitato    sequenze   più complesse :   con l’uso di tempi dispari ,  paradiddles e altre figure particolari.  Combinando  l’innovativo lavoro dei due piedi, che non necessariamente viene eseguito sulla cassa ma anche sui charleston,  con la straordinaria indipendenza delle mani che a destra, ad esempio, suonano un groove in tempi pari e a sinistra in tempi dispari, il drumming che ne risulta è veramente fuori dal comune.  Presentato il personaggio veniamo all’evento.  All’ingresso del  teatro mi vengono consegnati quattro fogli con quattordici esercizi di applicazione paradiddles.  Questa è una novità .  Di solito nelle  clinic di due ore il musicista mostra alcune esecuzioni senza entrare nel dettaglio della musica, qui invece subito ci si trova di fronte agli spartiti,  una piacevole ma impegnativa novità. Entra Virgil e si accomoda dietro un drum set che prevede oltre  alla solita dotazione di tom e timpani, due rullanti e tre charleston  di cui uno chiuso.  Si comincia con alcune misure disegnate sui tre charleston, in particolare la mano destra  sul charleston chiuso batte il quattro mentre i piedi sparano un doppio paradiddle sui charleston aperti. Poi entrano in scena i tamburi  ed è un orgia poliritmica.  L’uso del doppio pedale è tutto un programma. Si alternano tempi dispari, accelerazioni improvvise, cambi di accenti. Ma al di la della indubbia spettacolarità ascoltando con attenzione ci si rende conto che ogni esecuzione, anche  quelle  non supportate da una base di altri strumenti , ha una forma precisa sono delle composizioni vere e proprie per batteria. Ad esempio, c’è l’ esposizione di un tema, composto da un groove con la parte destra e due paradiddles  singoli a sinitsra  , una volta eseguita questa figura per  un numero di misure definito, comincia una fase improvvisativa  che si sviluppa attraverso cambi di ritmo, rullate, alternanza di terzine e sestine  per poi tornare alla esposizione iniziale riproponendo le stessa figura ritmica con cui ha avuto inizio il pezzo.  Dopo avere apprezzato l ’immensa tecnica e la straordinaria fantasia di Virgil   si passa agli esercizi.  Virgli li spiega e li esegue uno per uno ripetendoli più volte illustrando  le difficoltà che ognuno presenta in termini di senso del ritmo e coordinazione   Invita poi qualcuno dalla platea a  salire sul palco e ripetere gli esercizi.  E’  prodigo di consigli insistendo sulle regole basilari, raccomanda di contare le battute  anche quando si eseguono groove standard per capire sempre dove ci si trova all’interno della misura.  Insomma due ore fitte e stimolanti in cui è emerso chiaramente  che il sottoscritto fino ad oggi, picchiando su piatti e tamburi, tutto ha  fatto tranne che suonare la batteria in modo decente .  Non esiste riflesso filmato della clinic,  o riprendevo, o prestavo attenzione al maestro,  c’è però il video con cui Virgil Donati ha aperto il Sound Wave Festival . Dopo di lui irromperà Carl Palmer  ma questo è oggetto di altro post. Per gli schiatta pelli più esigenti, postiamo la prima serie di esercizi che Virgil ci ha mostrato in modo che potranno sfiziarsi nel provarli sulla loro batteria.




P.S 
Le voci che si sentono mentre Virgil suona appartengono a due signore che credevano di assistere  ad un concerto di Gigione. Deluse se ne vanno scambiandosi la buonanotte.






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