Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

lunedì 8 agosto 2011

Non votate per le agenzie di rating

Luciano Granieri


Nella primavera prossima andrà in scena un’altra tornata elettorale comunale. Già le alchimie  delle scomposizioni e ricomposizioni della alleanze riempiono le pagine dei giornali locali . Il Pd di Marini accetterà le primarie contro in candidato espresso dalla nuova alleanza Psi-Sel?  E L’Idv parteciperà alle primarie o esprimerà un candidato proprio magari appoggiato dai movimenti e Rifondazione?  Dall’altro lato vincerà la linea più propriamente legata al Pdl  con l’espressione dell’intramontabile  Ottaviani  o una nuova figura come il Dott. Gagliardi, oppure avranno la meglio le varie anime terzo  poliste legata all ex Sindaco Domenico Marzi?.  Niente di nuovo, il solito teatrino che alla fine determinerà la festa dei vincitori, il rammarico e il rimpianto dei vinti. Ma siamo sicuri che questo esercizio di democrazia abbia un senso? Tanto  che vinca Marini, piuttosto che Ottaviani o Marzi, a Frosinone e in provincia comanderà sempre  Zeppieri,  coadiuvato dalle consulenze interessate dal  Consorzio ASI, dall’Unione Industriali di Pigliacelli,  alle cui spalle agisce il guru degli industriali Laziali Aurelio Regina. Ogni provvedimento che la futura giunta approverà, sia essa di centro destra che di centro sinistra dovrà favorire i rappresentati della speculazione edilizia , della finanza incarnata dai personaggi citati, e disinteressarsi completamente dei bisogni dei cittadini. A Roma tutto ciò è ancora più evidente visto che a differenza di Frosinone, dove per 15 anni ha governato e tutt’ora governa il centro sinistra, l’alternanza c’è stata con il passaggio di mano fra Veltroni e Alemanno.  Le linee guida del governo della città, sia sotto il regno dell’ex comunista che dell’attuale gerarca fascista, sono dettate dal Vaticano, da Capitalia, da Caltagirone con la collaborazione esterna del milanese Ligresti e la congrega amica dei Marcegaglia e  Benetton. Anche la città eterna è nelle mani della finanza laica,  religiosa e della speculazione.  Lo stesso ragionamento può essere trasferito pari pari a livello nazionale.  Quanta fatica nell’attaccare Berlusconi con il mantra dei processi, le leggi  ad personam  ,  la scarsa credibilità all’estero del barzellettiere cornafecente di Arcore e le diverse  mozioni di sfiducia presentate dall’opposizione  infrantesi sul potere d’ ’acquisto del cavaliere. Quanto inutile spreco di energie!  E bastato che qualche bontempone della finanza creativa abbia iniziato a giocare con la vendita allo scoperto dei titoli italiani che immediatamente il comando della nazione è passato nelle mani del duo Draghi-Trichet,  presidente entrante e presidente uscente della BCE  i quali hanno deciso di acquistare un po’ di carta straccia italiana alla scopo di limitare i giochi spericolati degli Hedge Found , ma hanno preteso come contro partita l’accelerazione e l’intensificazione del massacro sociale che già oggi è devastante. Dunque, governo a fine legislatura, piuttosto che governo tecnico, piuttosto che elezioni anticipate, nulla cambierà. Anzi probabilmente il cavaliere per risolvere i suoi guai giudiziari e mantenere alto il proprio consenso,  a parte qualche disastro vedi riforma Gelmini, ha ritardato notevolmente il processo di saccheggio dello stato sociale che probabilmente l’opposizione con l’aiuto dei sindacati  , qualora avesse auto il comando delle operazioni, avrebbe da tempo messo in moto.  Nel caso dell’Italia come nel caso della Grecia e della Spagna  i governi eletti dal popolo sovrano sono commissariati  dalla Banca Centrale, la quale si muove in riposta alle voglie mai sazie della finanza creativa.  Ad ogni  piccolo  desiderio  di accumulazione corrisponde la tragedia che coglie intere comunità alle quali ogni volta viene tolto un pezzo di tutela sociale secondo una pratica che appare immorale anche al più incallito camorrista.  Accanto agli speculatori agiscono altre associazioni a delinquere, le agenzie di rating. Sono delle società specializzate nel fornire un giudizio sulla credibilità di chi emette un titolo o un obbligazione sia essa una Spa  oppure uno Stato Sovrano . E’ sufficiente che una di queste società, determini un aumento o una diminuzione della credibilità di un’emittente di titoli per provocare fallimenti o impennate  improvvise  . Quando tali  valutazioni riguardano i titoli sovrani,  intere parti di popolazioni vengono gettate nel dramma della povertà. Queste società in quanto giudici all’interno delle dinamiche finanziarie dovrebbero essere indipendenti e dunque restare al di fuori dal gioco. Ma così non è Moddy’s  e Satandard & Poor’s,  ad esempio, sono  proprietà di grandi fondi d’investimento. Il fondo Berkshire Hathaway  il cui  principale azionista ,    Warren Buffet,  è primo azionista anche dell’American Experess e dalla Washington Post Company. Un altro fondo è il Capital World Investor fondato dalla famiglia Lovelace . Entrambi i fondi detengono la maggioranza delle azioni  sia  di Moody’s che di Standard &Poor’s. Lovelace e Buffet, quindi attraverso  Berkshire Hathaway e Capital World investor speculano massicciamente sulle valute e sui debiti degli stati che sono sottoposti al rating delle agenzie che loro stessi controllano. Fino ad oggi i misfatti di Moody’s  e S&P’s si erano consumati sempre a vantaggio del governo americano favorendo l’espansione della bolla immobiliare dando voti altissimi  ai pacchetti finanziari che contenevano la spazzatura dei mutui subprime  e alla azioni della  Lehman Brothrs poco prima che fallisse. Oggi  l’onnipotenza delle agenzie di rating  ha preso direttamente il potere negli Stati Uniti. Il declassamento del debito americano determinato da S&P’s non è altro che la condanna definitiva all’operato di Obama, un presidente che aveva semplicemente provato ha orientare la politica americana verso i bisogni sociali  non riuscendovi peraltro. Dunque grazie a S&P’s il movimento del Tea Party potrà festeggiare  e ogni proposito di riscatto delle classi subalterne sarà seppellito per sempre. E’ quindi inutile  accapigliarsi a favore o contro quel tale schieramento, impegnarsi in estenuanti campagne elettorali esultare o deprimersi per un esito che comunque non avrà alcuna conseguenza sul governo delle comunità. Una movimento che volesse realmente proporsi come protagonista del cambiamento, dovrebbe identificare nel capitalismo il vero nemico da battere. Dovrebbe imporre la moneta come semplice unità di misura di un valore  e non come oggetto di compravendita e speculazione, la valuta dovrebbe essere emessa da ogni singolo stato attraverso un’ente controllato dal popolo e non venduta dalle banche. I profitti dovrebbero derivare esclusivamente dalla compravendita di beni e servizi che si producono con il lavoro, manuale e intellettuale e non dal virtuale fluire del denaro. Chissà se questo ragionamento farà breccia nell’ideale programmatico del centro sinistra? O in qualche schieramento della  sinistra così detta estrema? Lo spero vivamente.



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