Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

sabato 13 agosto 2011

La lotta non va in vacanza



Non sono sconvolta perché burocrati di una BANCA (BCE) tengono per le palle il nostro governo. No. Non sono incazzata perché ci stanno rubando il futuro. No. Non sono stupita che in questa manovra passi l'ennesimo annullamento dei diritti dei lavoratori. Sono sconvolta e turbata dall'indifferenza degli italiani che s'incazzano quando scoprono che il parlamentare mangia divinamente con 5 euro, ma NON reagiscono quando ci rendono definitivamente tutti RICATTABILI. Quindi schiavi. Senza alternative. O forse si. Quando capiremo che la vera casta siamo noi, allora capiremo che sta a noi costruire l'alternativa. Ma non basterà occupare una piazza una volta all'anno e poi alle 20 tutti a mangiare perché lo stomaco brontola. No, non basta più. Serve un impegno costante, serve determinazione, bisogna capire che dobbiamo essere disposti a perdere tutti qualcosa di importante per riavere un futuro. 
E se non siamo disposti a rinunciare a un giorno di vacanza per impegnarci in questa lotta che ora più che mai è necessaria e urgente, allora meritiamo, purtroppo, la classe politica che abbiamo e che, a sua volta, è impotente. Perché il mangiafuoco, quello vero, quello che muove i fili dei burattini in Parlamento, è al di sopra di tutto, al di fuori delle istituzioni. Ed è un nemico così potente da non poter essere abbattuto con un corteo due volte all'anno o 4 ore di sciopero ogni 6 mesi.
C'è una finta opposizione che crea sistematicamente occasioni per "sfogare" la rabbia, sempre meno, purtroppo. Questa finta opposizione è responsabile della situazione che oggi si trova ad affrontare, senza possibilità d'uscita indolore, il governo Berlusconi. Per questo saranno tutti d'accordo nel varare la manovra, salvo cercare di portare a casa qualche risultato "ad castam". Ma nessuno si preoccuperà di noi, come sempre, dobbiamo farlo noi. Facciamolo. Usciamo, incontriamoci, organizziamoci, ricostruiamo il senso ed il valore della comunità, confrontiamoci, discutiamo, litighiamo se necessario, ma riprendiamo in mano le nostre vite. Se non per noi, facciamolo per le prossime generazioni. E impariamo a farlo insieme, facendo ciascuno la propria parte, senza aspettare che il mito di turno o l'intellettuale più in vista ci chiami in piazza. Perché le piazze non bastano più. 
Serve un progetto, serve un'analisi, servono nuove prospettive e l'elaborazione di nuovi modelli di sviluppo. Serve creatività, fiducia in sé stessi, servono esempi concreti (come l'Islanda), dobbiamo informarci, studiare, prepararci. E' dura, ma è possibile. Dobbiamo solo crederci e iniziare ad agire.
Sans pitié, mon ami. Résistance.

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