Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

martedì 30 ottobre 2012

Francesco Bruni, antifascita da conoscere

Angelino Loffredi


Suscita commozione visitare a Roma, via Tasso, il Museo storico della Liberazione perchè situato nei locali  che durante l’occupazione tedesca ospitavano la sede della polizia di sicurezza tedesca comandata da Kappler. Luogo triste con celle anguste, finestre murate e spioncini alle porte, dove si veniva portati, interrogati e torturati.
Al 3° piano, nella cella n° 3 mi sono imbattuto in una foto e cenni biografici di Francesco Bruni, che riporto integralmente.
“ Nato a Ceccano il 31 ottobre 1925. Di professione  tecnico radioamatore. Dal 9 settembre si aggrega come gregario dell’UNPA, Rastrellato fu inviato a Vicenza. Liberato dai partigiani di quella città partecipò ad azioni di disturbo nella zona di Arzignano. Ritornò a Roma e continuò la lotta clandestina fra Roma e Frosinone sostenuto dalla madre Regina.  Anche essa partigiana e comandante di squadra della 1° zona di Giustizia e Libertà. In seguito a delazione le SS vennero informate che Francesco B aveva partecipato a numerose azioni di sabotaggio contro autocarri tedeschi a via del Tritone, via Nomentano, via Regina Elena, via Crispi. E’ proprio in questa strada, il 25 gennaio, mentre usciva da un locale pubblico il giovane veniva ferito gravemente da colpi di pistola sparategli a bruciapelo da un ufficiale tedesco che lo aveva pedinato. Trasportato all’Ospedale S. Giacomo venne isolato e piantonato dalle SS. Sottoposto a continui interrogatori e minaccie non volle mai rivelare il nome dei suoi compagni di lotta. Non pote essere trasferito per la gravità delle sue ferite. Il suo martirio termina l’8 maggio 1944 “.
Sempre nello stesso Museo a fianco di tale scritto, in una teca, sono esposte la sciarpa e la camicia indossate al momento della cattura dove si evidenziano chiaramente  due fori procurati dalla pistola che lo ferì.

Dalla descrizione  viene fuori una persona coraggiosa, intrepida, un audace combattente. Non esistono, o almeno non sono riuscito a trovare ulteriori notizie che possano tratteggiare meglio la figura di questo diciottenne. Nei libri riguardanti la Resistenza a Roma non ho trovato riscontri riconducibili a Francesco Bruni e nemmeno all’attività della madre Regina. Il libro di Aldo Pavia “Resistenza a Roma” pur  riportante la cronaca giornaliera dei luoghi, delle azioni, dell’attività resistenziale e delle persone coinvolte, non indica atti di sabotaggio contro autocarri tedeschi in via del Tritone, via Nomentana, via Crispi da ottobre a gennaio, periodo in cui Bruni avrebbe compiuto gli atti di sabotaggio sopra riportati.
Nella Cappella funeraria della famiglia Bruni, sita a Ceccano, realizzata molti anni dopo la guerra sulla sua lapide si accenna a sofferenze ma non a ipotizzabili torture subite, ne tantomeno alla partecipazione alla Resistenza.
Anche nella lapide della madre Regina, manca ogni riferimento alla Resistenza e il titolo di Cav. Uff, non è accompagnato da motivazioni.
Ceccano è un paese dove ininterrottamente dal 1969 si ricorda il 25 Aprile. In tutti questi anni pur avendo incontrato tanti partigiani il nome di Francesco Bruni non è mai venuto fuori. Nessuno ha mai suggerito di ricordarlo.

Accanto a questi aspetti voglio aggiungerne altri. Nel sito italy.indimedya.org, ( 2005) nello spazio riservato ai caduti di Roma e dintorni nei 9 mesi di occupazione tedesca ho trovato questa informazione su Francesco Bruni:
“Il 25 gennaio 1944 alle ore 15, 30 circa esce dal dancing Florida ed un tedesco gli spara un colpo a bruciapelo. Una donna di facili costumi rivela al tedesco che il giovane ha partecipato ad azioni di sabotaggio contro autocarri tedeschi in Via Nomentana, Via Regina Elena, Via del Tritone e Via Francesco Crispi. Proprio su quella strada fu gravemente ferito, trasportato all'Ospedale S. Spirito verrà piantonato e sottoposto ad estenuanti interrogatori. Il suo lungo martirio cesserà l'8 maggio 1944”.
Ho trovato invece molto interessante e veritiera la testimonianza di Loreto Terenzi, coetaneo, vicino di casa e amico del Bruni. Abitavano a Ceccano,in via San Pietro. Il padre di Francesco, Giuseppe, faceva il calzolaio ma con la moglie Regina (1901-1959) decisero di traferirsi a Roma. Francesco rimase  a Ceccano nella famiglia della nonna  materna Elena Giudici( 1875-1941). Interessanti notizie su questa donna ci vengono dal libro “ Origini del movimento socialista in Ciociaria” di Antonio Esta e dal periodico “ La Difesa del contadino” che collegano il suo nome alla costituzione della Lega delle donne in Ceccano, il 5 maggio 1912, e nella memoria orale ricordata come infaticabile animatrice delle manifestazioni che si tenevano a Ceccano durante il biennio rosso. Secondo i ricordi di Terenzi, Francesco Bruni non partecipava alle manifestazioni del sabato fascista e esprimeva simpatie verso Stalin.
Durante  l’autunno del 1943 Francesco Bruni viene a Ceccano, e contatta Terenzi perché sapeva che   aveva fatto parte di una delle due  formazioni partigiane che durante il mese di ottobre avevano compiuto un’intensa serie di  atti di sabotaggio nel territorio. Le due bande, dopo un rastrellamento delle SS, a metà del mese di novembre, si dileguarono lungo i Lepini e gli Ausoni. Secondo Loreto Terenzi, Bruni viene a Ceccano per reperire armi e per questo gli cede, per mille lire, il suo fucile, modello 91. Terminato l’incontro Bruni si dirige verso Patrica alla ricerca del Generale Simone Simoni che prima di essere arrestato e ucciso alle Ardeatine, proprio in questo  comune aveva un punto di appoggio.
Notizie scarne, frammentarie, incomplete ma Bruni merita di essere conosciuto meglioe  più in profondità.


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