Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

venerdì 2 novembre 2012

Riassetto delle province, ruolo del Capoluogo e classe dirigente


 Francesco Notarcola Presidente della Consulta delle associazioni della Città di Frosinone

La soppressione della provincia di Frosinone e del suo Capoluogo evidenzia il clamoroso fallimento
della classe dirigente della Ciociaria e del Cassinate in tutte le sue espressioni. Le forze politiche, sociali  ed imprenditoriali unitamente alle persone che le hanno rappresentate nelle sfere dirigenziali e nelle Istituzioni, portano sulle loro spalle questa pesante responsabilità.
Questa classe dirigente incapace di capire e di rappresentare le problematiche del territorio e delle sue popolazioni non ha mai elaborato una progettualità ed una proposta di sviluppo che potesse contrastare con efficacia il processo di deindustrializzazione e di smobilitazione dell’apparato produttivo nel suo complesso. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: impoverimento progressivo e degrado economico, sociale e culturale.
Quando:
- non si è all’altezza di dare risposte agli operai della Videocon e delle altre aziende in crisi  che  difendono il loro posto di lavoro, la disoccupazione raggiunge un quarto della popolazione;
-  non si è capaci di ripristinare la legalità nella gestione del servizio idrico integrato ed imporre il rispetto degli impegni assunti e sanciti nella Convenzione;
- non ci si impegna per salvaguardare e valorizzare i tesori archeologici rinvenuti nel capoluogo e si dà via libera alla cementificazione ed al saccheggio del territorio in una Città che non cresce;
- non si è evoluti e moderni e non si pensa a progettare il risanamento ed il recupero della Valle del Sacco, che rischia di diventare il mondezzaio di Roma e con un inquinamento che ha raggiunto livelli altissimi ed invaso terra, acqua ed aria, con grave danno per la salute della gente;
-  si lascia ridurre l’organizzazione sanitaria alla precarietà, non battendosi per il rispetto degli impegni assunti  per un ospedale DEA di 2° livello;
- ci si lascia portar via, senza colpo ferire, le sedi del distretto militare,della Banca d’Italia e di quanto altro mentre Latina diveniva sede del Tar e di Corte d’Assise;
Non si può avere la pretesa di chiamarsi classe dirigente e rivendicare un ruolo che non è stato mai svolto per difendere gli interessi di questa nostra terra continuamente martoriata ed offesa
A difendere questa provincia con i suoi gravi ed  annosi problemi di organizzazione della vita sociale e produttiva sono rimasti i lavoratori e l’associazionismo volontario:(Valle del Sacco, sanità, servizio idrico integrato, assalto al territorio da parte della speculazione edilizia, valorizzazione del nostro patrimonio culturale e storico, ecc.)
Questa lodevole ed impegnativa azione che non ha  conosciuto soste e stanchezza,  è stata contrastata, spesso,  con forza   proprio dai  rappresentanti delle Istituzioni e dei Partiti.
Il nostro Capoluogo è ancora una Città sotto inchiesta. Nessuno  parla più di Piazza Risorgimento, recintata da anni e sottratta alla vita degli abitanti di quel quartiere e dei frusinati;  della Casa della cultura, del Forum di Piazzale Europa, ecc. Nessuno informa i cittadini dello stato dell’arte di queste inchieste e nessun eletto promuove iniziative affinché  si possa conoscere l’esatta consistenza del patrimonio immobiliare del Comune e l’uso che se ne fa. Nessun eletto propone alcunché per sottrarre al cemento ed alla speculazione  l’area attigua alla Villa comunale, vincolata dal punto di vista paesaggistico con proposta di vincolo archeologico.
Le conseguenze negative e disastrose  derivanti dalla perdita del capoluogo erano e sono presenti a tutti. Ma cosa hanno fatto i parlamentari europei e nazionali, i consiglieri regionali,  i consiglieri provinciali ed i sindaci per impedire questa sciagurata decisione? Poco o niente. Al Parlamento hanno votato e sostenuto questa soluzione.
 Ora si strilla. Con quali prospettive? La stalla ormai è chiusa dopo che i buoi sono scappati.
Potrebbe forse riaprirsi se da San Vittore del Lazio a Colleferro riuscissimo a portare sulla Casilina i cittadini, i trattori, tutti i TIR ed i mezzi di trasporto pesanti, tutte le nostre automobili, le motociclette, i motocicli, le biciclette di tutta la provincia di Frosinone e, con cartelli e striscioni, andare a protestare in piazza Montecitorio per chiedere non solo il mantenimento del ruolo di capoluogo ma la rinascita ed il rilancio economico e  occupazionale, civile, sociale  e culturale.
Uno scatto di dignità per restituire valore alle persone ed alla qualità della loro vita.

Nessun commento:

Posta un commento