Sabato 6 ottobre a Colleferro si sono dati appuntamento tutti coloro che sono
stanchi di farsi sporcare l’aria, avvelenare l’acqua e vedersi scippare enormi
porzioni di territorio dagli speculatori senza scrupoli principali artefici della
dittatura liberista, malfattori protagonisti dell’accumulazione indiscriminata ottenuta
mercificando e distruggendo quei beni che ad ognuno sono dovuti per diritto
naturale. A Colleferro movimenti, associazioni, e singoli soggetti, hanno
deciso, manifestando per le via della città e oltre, di gridare basta alla contaminazione
del territorio che mina la salute dei
propri abitanti, che ruba il futuro ai giovani. Il luogo, Colleferro, è
sintomatico di come queste dinamiche crudeli possano dispiegarsi nella loro
potenza devastante. Siamo nella Valle del Sacco, (la Seveso del centro sud), In
questa porzione di territorio convergono fabbriche che sversano veleni nel
fiume Sacco, discariche nascoste di rifiuti tossici, siti industriali dismessi
che continuano ad avvelenare con il loro carico di amianto inerme, discariche
come quella di Colle Fagiolara, che cosparge di veleni il comprensorio di
Colleferro, compresi gli studenti di una scuola costruita ai suoi piedi. Grazie
al coordinamento per la difesa della Valle del Sacco, che ha organizzato la
manifestazione riunendo insieme i cittadini, non solo dei paesi compresi nella
Valle, da Ceccano a Colleferro, ma anche di altre realtà locali oppresse da
strutture mefitiche come l’inceneritore di Albano, finalmente la gente comune di
ogni età e genere ha potuto urlare la sua rabbia e rivendicare il proprio
diritto a respirare, bere e vivere senza pagare alti prezzi in termini di
salute e dignità umana . Così come già ampiamente annunciato eravamo presenti
come Collettivo Ciociaro Anticapitalista, e abbiamo documentato lo svolgersi
della manifestazione. Una nota a margine: durante il corteo abbiamo scambiato
due parole con Francesco Bearzi della
Rete per la tutela della Valle del Sacco. In merito alla questione dell’aeroporto
Frosinone Ferentino, Francesco ci invitava a tenere ancora alta la guardia, perché
l’iter per la valutazione dell’impatto ambientale è ancora ben attivo e dunque
il rischio che questo devastante piano speculativo possa giungere a termine è
ancora molto alto.
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