Il TAR accoglie le ragioni degli
ambientalisti, della Commissione Europea e della Corte di Giustizia Europea,
bocciando il Piano Rifiuti regionale a seguito del ricorso presentato da Verdi,
VAS e Forum Ambientalista e in adiuvandum dalla Rete per la Tutela della
Valle del Sacco (Retuvasa), rappresentata dagli avv. Daniela Terracciano e
Vittorina Teofilatto.
Va rimarcato che solo la
Provincia di Latina si è validamente costituita in giudizio, presentando
articolata memoria difensiva. Altre Province e Comuni, contrari al Piano
rifiuti, avrebbero potuto rappresentare le loro ragioni nelle sedi
opportune.
Retuvasa, con la collaborazione
dell’Unione Giovani Indipendenti (Ugi), si è fatta portavoce dell’interesse dei
cittadini della Valle del Sacco e ha esposto al Collegio Giudicante le pesanti
problematiche connesse al ciclo rifiuti nel ns. territorio, compresa la pratica
di conferimento dei rifiuti nella discarica di Colle Fagiolara senza alcun
previo trattamento. Retuvasa ha inoltre rilevato l’assoluta mancanza di
pianificazione da parte della Regione Lazio finalizzata a porre fine a tale
pratica illecita, che consentirebbe l’apertura di una nuova procedura di
infrazione da parte dell’Unione Europea. Inoltre è stata stigmatizzata
l’assoluta irrazionalità dell’estensione degli ATO, che avevano comportato
l’inclusione dei Comuni di Paliano ed Anagni all’ATO di Roma, senza coinvolgere
i Comuni interessati e senza considerare minimamente la densità abitativa, che
avrebbe dovuto imporre la scorporazione del territorio di Roma da quello dei
Comuni della Valle del Sacco.
La sentenza è stata dunque
accolta con grande soddisfazione e ci si augura che venga posta come linea guida
per un nuovo Piano Rifiuti della Regione Lazio, che, in ossequio alle normative
comunitarie, comporti il passaggio da una gestione dei rifiuti basata solo sul
loro smaltimento nelle discariche o nei termovalorizzatori ad una gestione dei
rifiuti che punti sulla prevenzione, sul riutilizzo, sul recupero in materia,
sul riciclaggio.
Logica vuole che le stesse
motivazioni che hanno guidato la Commissione europea e il TAR, dimostrando
l’assoluta inconsistenza del Piano Rifiuti varato dalla dimissionaria giunta
regionale, che si è molto impegnata nel perfezionamento del fallimento delle
precedenti giunte, illuminino il Ministro dell’Ambiente e il Governo
dimissionari, convincendoli al ritiro del decreto che pretende di risolvere
l’emergenza invocando una dubbia capacità residua di trattamento meccanico
biologico nelle province laziali. A riguardo, non va dimenticato che è caduta
una delle linee-guida del fallimentare Piano Rifiuti regionale, la
rideterminazione degli ATO provinciali, funzionale appunto allo scarico dei
rifiuti non trattati di Roma nelle province.
Solo spingendo al massimo
l’attuazione di un ciclo virtuoso dei rifiuti incentrato sulla raccolta
differenziata, impianti di riciclo e di compostaggio si potrà sperare di
superare l’emergenza, che sarebbe aggravata, non risolta, dal semplice
potenziamento di discariche e impianti di TMB. La Valle del Sacco attende la
definitiva chiusura della discarica di Colle Fagiolara, e non accetterà mai un
mega impianto di TMB a Castellaccio, funzionale al ciclo vizioso dei rifiuti
della città di Roma.
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