L’ Unità Operativa Complessa
di ematologia dell’ospedale del Capoluogo vive una drammatica condizione a
causa della carenza di personale medico e rischia di chiudere a breve. Ciò
sarebbe già avvenuto entro il 4 c.m. se i medici del reparto, con grande senso
di responsabilità e di umanità, non
avessero deciso di soprassedere ai loro diritti e di sobbarcarsi di tutti i
carichi di lavoro necessari, oltre ogni limite.
In data 2 gennaio c.a., il
dirigente responsabile di ematologia faceva presente al direttore generale
della ASL la sua impossibilità a stendere turni di servizio oltre il 4 gennaio
considerato che la dotazione dei medici di reparto, pari a 6 unità di cui 4
esonerati dal lavoro notturno non garantiva più una normale assistenza.
Sempre in data 2 gennaio c.a.
il direttore generale ff. della asl rispondeva alla nota del primario di
ematologia rilevando:
1) che le reiterate richieste alla Regione di deroghe per
l’assunzione di medici ematologi non hanno avuto sino ad oggi alcun esito; che si
prende atto delle Sue proposte, ritenendo necessario disattivare
temporaneamente le attività in regime di degenza ordinaria nelle more di una
ricognizione in ambito aziendale di dirigenti medici ematologi, impegnati in
altri servizi e disponibili a rafforzare l’organico a Sua disposizione.
2) Pertanto, ove i dirigenti
medici in servizio e idonei alla turnazione non intendano più farsi carico di
assicurare con un impegno straordinario la presenza notturna anche in pronta
disponibilità, limitatamente al periodo di reperimento delle risorse di cui
sopra,si invita la S.V.
a dimettere o a trasferire entro il 4 gennaio p.v. gli attuali degenti e a
proseguire le attività assistenziali in regime di day hospital e ambulatoriale.
Considerato che i pazienti ricoverati,
13 su 13 posti letto, tutti gravi e non in condizione di non poter affrontare
un trasferimento se non a rischio della vita, i medici del reparto
hanno accettato di continuare
a lavorare con sacrificio, impegno e rischio. Se l’Unità Operativa Complessa di
ematologia è ancora aperta il merito va ai medici ed a tutto il personale che
ivi operano.
Com’è ampiamente
dimostrabile, le chiusure delle tante strutture ospedaliere, la soppressione di
tanti reparti e i tanti tagli effettuati non hanno creato efficienza e tanto
meno unità di eccellenza. D’altro canto lo spreco delle risorse finanziare ed
umane continua evidenziando una incapacità
direzionale e manageriale
senza precedenti.
Mentre nella Unità di
ematologia mancano i medici, in quella di urologia a fronte di 12 posti letto
vi sono 9 medici.
Dove sono finiti i medici e
gli operatori sanitari degli ospedali dimessi e dei reparti soppressi? Queste
risorse sono state gestite secondo le necessità ed i bisogni di salute dei
cittadini oppure sono prevalsi la raccomandazione, l’appartenenza politica e la
clientela?
Ma la trasparenza e
l’informazione non sono di casa alla asl di Frosinone.
E’ noto a tutti che
l’ospedale “Fabrizio Spaziani”, secondo gli impegni elettorali del
centro-destra e del centro-sinistra doveva diventare DEA di 2° LIVELLO ma di
questo passo, se non fosse per il senso di responsabilità degli operatori,
sarebbe già poco più di un ospedaletto
zonale con un caos organizzativo eccezionale.
Al Sindaco di Frosinone,
nonché Presidente della conferenza locale della sanità chiediamo un incontro urgente
per l’esame di questa drammatica situazione e per assumere iniziative adeguate.
Com’è possibile che non ci si
rende conto del danno enorme che si arreca alla salute dei cittadini ed
alla economia del capoluogo e della provincia?
Francesco Notarcola –
Presidente della Consulta delle associazioni della Città di Frosinone
Antonio Marino – Presidente
dell’Associazione Italiana Pazienti Anticoagulati
Renato Galluzzi –
Coordinatore di Cittadinanzattiva-Tribunale per la difesa dei Diritti del
Malato
Nessun commento:
Posta un commento