Poche chiacchiere,
ci siamo trastullati abbastanza, ora è tempo di fare sul serio. Fra aprile e
maggio, la Commissione europea ci detterà le norme di finanza pubblica che dovremo
attivare per rispettare il fiscal compact e raggiungere il pareggio di bilancio
entro il 2014, così come scritto nella Costituzione. Inoltre a luglio dovrà
scattare l’aumento dell’Iva. E chi è l’uomo
in grado di salvaguardare questo perverso sistema tutelando gli interessi dei banchieri, se non un ex
banchiere? Avanti con Mario Monti
dunque. Le imposizioni di Mario Draghi a
capo della Bce, unite ai ricatti di declassamento della solvibilità dell’Italia,
da parte delle maggiori delinquenziali agenzie di rating, hanno posto fine alla
ricreazione nella quale ci si stava accapigliando per dare un governo al Paese .
Il capitalismo finanziario ha decretato che, in barba ai risultati delle urne, Mario Monti
e la sua truppa malandata di tecnici dovrà continuare a salvaguardare
gli interessi degli speculatori e dei titolari di hedge fund. Il presidente Giorgio Napolitano
ha riposto ancora una volta “PRESENTE”. E così come assecondò i desiderata dei
grandi banchieri nell’autunno del 2011, evitando
il passaggio elettorale dopo che questi avevano fatto cadere Berlusconi, consegnando
a loro il Paese attraverso la succube guida
di Mario Monti, oggi ossequioso e obbediente resuscita il bocconiano asfaltato
dalla tornata elettorale e lo ripropone alla
guida del Paese , come se la stagione di devastazione sociale appena trascorsa
non fosse mai esistita. La trovata di accompagnare la seconda investitura di un governo non sfiduciato, ma neanche eletto
da nessuno, con i dieci saggi è un ingegnoso diversivo. Infatti è fondamentale
che i tre partiti usciti sconfitti dalle elezioni continuino il loro teatrino
fatto di insulti e veti incrociati. Anzi i grillini, quelli che volevano fare
la rivoluzione delle scatolette di tonno, hanno pure apprezzato l’uscita del Presidente
della Repubblica, rivendicando una primogenitura sull’idea di far funzionare il
Parlamento senza accordare la fiducia ad alcun governo. Sveglia!!!! Rivoluzionari
da strapazzo. Se non si vota un nuovo governo, resta quello vecchio. Il Parlamento, costituzione alla mano, non può operare da solo , alla faccia della rivoluzione.
Ovviamente al gruppo delle “STELLE SONO
TANTE MILIONI DI MILIONI CHE MASSA DI COGLIONI” i dieci saggi fanno un po’ schifo, e vorrei
vedere. Da Violante -quello che assicurò
a Berlusconi che mai sarebbero stati
toccati i privilegi che gli derivavano dal suo enorme conflitto d’interessi e
affermò che i ragazzi di Salò andavano capiti - a Quagliariello - quello che in
tre giorni dal Pdl è passato a Scelta Civica per poi tornare al Pdl -dal segretario particolare di Schifani Giovanni Pitruzzella, al
ciellino Mario Mauro, dal banchiere Rossi , al ministro in carica Milanesi, passando per il costituzionalista
Onida e l’ex uomo Istat, Enrico Giovannini, sono tutti campioni dell’inciucio e
della difesa degli interessi del capitale. Ma per i grillini poco importa è un
effetto collaterale. La realtà è che gli estenuanti tentativi di formare un governo,
conditi dagli strilli dai vari blog
stellati, dalla ricerca spasmodica dei
Piddiellini di salvacondotti giudiziari per il loro capo, dal tentativo del Pd
di uscire dallo psicodramma in cui si è cacciato, sono
tutti diversivi gossippari necessari a distogliere i cittadini da quella che è la
ragione vera del disastro sociale. Lo
strapotere del profitto finanziario sul reddito da lavoro. Che si continui pure
ad appassionare la gente agli insulti di Grillo, a discettare sul ricatto: “
appoggio al governo in cambio della presidenza della Repubblica”, sbandierato dagli Indagati della Libertà, a discutere dello stato
crioscopico di Bersani, intanto la troika europea su mandato del capitalismo
finanziario continua indisturbata l’
opera di devastazione sociale del nostro Paese. In effetti cosa ha da temere l’èlite
finanziaria dai gruppi che hanno partecipato alle elezioni? Nessuno di questi ha posto nel suo programma la
moratoria e la rinegoziazione del debito fino alla determinazione di non pagare chi ci
sta affamando con la speculazione finanziaria, né è presente, se non in modo
velato o improprio, l’abolizione del fiscal compact, il ripristino dello spirito solidaristico
della Costituzione con l’estromissione dai suoi articoli del vincolo del
pareggio di bilancio, l’abolizione del patto di stabilità per gli enti locali.
Tutto questo non si legge nei programmi dei partiti. E fino a quando ci sarà chi distoglie la
popolazione dai problemi veri, chi incanala la protesta sui binari morti del
referendum sull’euro, per altro
costituzionalmente irrealizzabile, (Art.75 della Costituzione) , dei privilegi
della casta, la dittatura del capitalismo finanziario continuerà allegramente a
tiranneggiarci. Complimenti ai rivoluzionari a 5 stelle, ci mancavano solo loro
a far scattare la controrivoluzione a seguito di una rivoluzione che non c’è
mai stata.
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