Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

domenica 17 marzo 2013

Er punticino (Udinese-Roma 1-1)

Kansas City 1927


 FRANCO!

Subito.

Così, a strappo. 

A freddo.

A freddo de Udine.

Che se sa, in un ipotetico contest tra freddi, er freddo de Udine te fa secco ar primo round.

Non lo devi fa er coatto, cor freddo de Udine.

C’è gente che c’è rimasta statua consegnata all’eternità tipo quelli de Pompei co la lava. Ce fanno le visite turistiche. E le guide ripetono in tutte le lingue der monnonfame: non lo fa er coatto cor freddo de Udine.

Ma Franco, se sa, se la guida non è scritta è come se non fosse proprio, e quindi je l’avranno pure detto, ma lui er coatto a freddo lo fa, e na cifra. Però evidentemente s’è scallato bene.

Duminuti e Di Natale sta là, pronto a facce piagne. Che come le statistiche ce ricordano, facce piagne a noi (dopo la pesca d’altura, er collezionismo de francobolli svedesi) è l’hobby preferito da Di Natale Totò detto Antonio. L’omo che ad ogni intervista sposta un passetto più in là il confine de quella che po esse ancora definita lingua italiana. Pioniere della glottodidattica, la sua ardita teoria linguistica “Uaaaa fraaaa” mira a dimostrare una sostanziale indifferenza tra un regime di comunicazione verbale che preveda l’utilizzo delle regole grammaticali e uno che le ignori. E la gente ancora lì a ripete “Quando parla nse capisce gnente”, ignoranti.

E comunque mo sta proprio là attuppertù co Francone nostro, dalla mattonella sua, che pe uno forte come lui so praticamente tutte le mattonelle all’interno dell’area de rigore.

Noi amo già capito tutto, se parte in salita, se accantona subito la velleità de potè vince sta partita.

“Accantona sto gran cazzo!” sembra dettare precise istruzioni la voce dai pali nostri quando, esplosivo come esplode urtimamente, Francone bello se allunga e mette fori na palla che sembrava fosse nata dai piedi der fine linguista co l’unico scopo de purgacce.

Ensomma Franco s’è imparato l’italiano. 

Ensomma Franco sta messo bene là sotto.

Ma soprattutto Franco fa in modo che sta partita non finisca prima de comincià, e quando comincia s’accorgemo che c’è na novità tattica, cioè che sordato Florenzi sta a fa la zanzara cacacazzi che gira e ronza intorno Arcapitano e poi se infila in areartrui quand’è il momento propizio, cioè la palletta imbucata Darcapitano.

Alla prima, Sturmentruppen nse raccapezza col ruolo nuovo e fa passà er momento bono.

Ercapitano se lo guarda. Florenzi abbozza.

Alla seconda la zanzara riesce armeno a pialla e a tirà, me je la tira addosso a Brkrrkrc.

Ercapitano se lo guarda male. Florenzi se sottera.

Alla terza, Ercapitano sente che è ora de motivà il ragazzo. 

“Soldato Florenzi! Che amo deciso? Je la fai a fa un tiro in porta fatto come Cristo comanda?”

“Sissignore! Ci provo signore! Ma non è che possiamo provarci di nuovo signore?”

“A coso! Le domande qui le faccio io fino a prova contraria, sono stato chiaro?”

“Signorsì, signore!”

“Bene, grazie mille, te dispiace se faccio Ercapitano io ancora per un po’?”

“Signorno, signore!”

“Sei mpo emozionato, sei mpo nervoso?”

“Signorsì, nervoso, signore! Me sto mpo a cacà sotto signore!”

“So io che te rendo nervoso?”

“Mpochetto Signore!”

“E allora va va, ma mo vedi de facce quarcosa co sta palla soldato!”

Ercapitano pennella, Sturmtruppen se tuffa e de mezzoesternorecchia a sto giro la mette pure bene, ma Brkrkrkckrkc fa er miracolo e la manna sulla traversa, e quando tutto sembra finito, se palesa lui.

All’improvviso Ladolescente. Ariva, imbuca, ride, ridemo. Ed è subito gioia, ed è subito gel, ed è subito sebo abbondante, ed è subito ormone fuori controllo, ed è subito “Ich bin ein Adolescenten”, si si, semo tutti adolescenti, se non ora quando, e adesso ammazzateci tutti de pippe, fate come ve pare, amo segnato, stamo sopra, se semo sbrinati, daje mo! 

Aurelio dalla panca, come ogni buona chioccia de marmo, se compiace dei purcini che crescono bene. 

Poi non succede gnente. La gestione. Le schermaglie a centrocampo. Lo sterile possesso. Du cojoni.

Er primo tempo se ne va cosí, 

L'intervallo ha il vago sapore de un gò de Lamela che però stamo talmente cloroformizzati che pare che c'è stato ar girone d'andata. 

Il secondo tempo, come segno de rispetto nei confronti der primo e con raro senso della continuità, decide de esse na busta de piscio pure lui, il che comporta pe coerenza semantica l'ingresso in campo dell'Acquistinho.

A dì la verità na cosa succede. Aurelio la fa.
La prima vera cazzata della gestione Andreazzoli. Er battesimo ner Giordano delle stronzate. Er cambio Dercapitano. 
"Eh ma lo ha visto nervoso"
E che vordì, pure a Gengis Khan, Giulio Cesare, Alessandro Magno e Napoleone ogni tanto je piavano i cinque minuti, ma nè che pe questo a quarcuno ner mezzo della battaglia je passava pe la testa la sostituzione der condottiero. 

Subito dopo Muriel se ricorda che oggi lui è forte forte forte e che il Ct della Selezione Mondiale Dribbling Sull'Out di Sinistra è lì in tribuna per lui, Burdisso rammenta che lui decise de fa er difensore principalmente pe il piacere antico e sempre nuovo de fa scivolate in libertà, Franco je sovviene che c'ha i pantaloncini scuciti proprio lì sotto e allarga le cianche pe controllà com'è la situazione, e noi tutti famo mente locale sulla nostra tradizione de pià gò a cazzo proprio mentre ne aggiungiamo uno alla lista sssorica.

Poi niente, succede che me devi dà i rigori. Che rivendico er mio diritto a vince pure le partite mezze e mezze. Epperò Porosidis rimane lì sciancato senza che ne consegua sanzione alcuna, e sarà forse perchè dopo Guida ce ripensa che invece Heurtaux quando scianca Florenzi la sanzione se la pia para para e va a assaggià le docce prime de tutti.

Er punto è che non cambia molto, perchè noi stamo in quei giorni là che potremmo pure aveccela tripla la superiorità numerica, ma la partita nun la addrizzi.

L'occasione a dilla tutta ce sarebbe, quando er Cigno fa una delle rare cose belle della stagione e sull’asse cipolla bionda-cipolla mora se costruisce er Contropiede de Cristo (che come è risaputo sulle ripartenze in velocità faceva miracoli).

Osvardone se ritrova solo davanti ar portiere a du minuti dala fine, è l’occasione pe buttala dentro, è l’occasione pe fasse perdonà, è l’occasione pe facce strillà, è l’occasione pe dimenticasse mpo de cazzate.

E invece diventa l’occasione pe niente. La prende de stinco. La prende male. 

Noi pure non la prendiamo benissimo, come dimostra il picco statistico de vendite de tv nuove er giorno dopo da Mediaworld.

Finisce così, cor punticino. Se lo damo moderatamente in fronte er punticino.

Raccojemo i cocci de Lcd o plasma sfonnati co na discreta rosicata ancora appiccicata alla pelle, tutti pensamo che se poco poco Ercapitano rimaneva in campo sta partita se portava a casa.

Tutti annamo a dormì rimasticandose un nome: Francesco...Francesco...Francesco...

In Vaticano, un Cardinale va a dormì rosicando come noi, rimasticandose lo stesso nome.

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