St.Louis Blues è uno
dei più celebri blues della storia musicale . Scritto da W.C.Handy nel 1914 fu reso celebre
nel 1929 dalle esecuzioni dell’orchestra di Louis Armstrong . Nel 1935
il maestro Natalino Otto lo eseguì in
Italia, ma per riuscire a suonarlo senza incorrere negli starli del fascismo
che definiva il jazz musica “negroide e
americaneggiante” , dovette rimuovere ogni elemento che richiamava l’America a
partire dal titolo, che si trasformò da “St.Louis Blues” in “Tristezza di San
Luigi”. Oggi sembra, così dicono, che il
regime fascista sia morto e sepolto , anche se molti segnali mi fanno ritenere il
contrario. Dunque li blues è blues e non
tristezza. Ma se dovessi rappresentare con un brano musicale la situazione generale
della nostra città il titolo dovrebbe comprendere assolutamente la parola
tristezza . L’immagine che invece riterrei
più appropriata al quadro generale è quella del viadotto Ernesto Bionde
sbriciolato dalla frana. Per cui l’associazione scaturisce spontanea: Ernesto
Biondi Blues , o, ancora meglio ,“Tristezza di Ernesto Biondi” in omaggio al clima fascistoide del partito che attualmente esprime il
sindaco della città. Non vi è dubbio. A guardare Frosinone oggi cresce una malinconica
tristezza. Un magone alimentato dal progressivo degrado che inesorabile, dalla
fine degli anni ’50 ad oggi , sta
pervadendo la città. Decenni in cui
a determinare i destini urbanistici non sono stati i sindaci ma i potentati edilizi da sempre padroni di
Frosinone. Si è assistito senza battere
ciglio al progressivo smantellamento del territorio urbano sempre più occupato
e invaso dal cemento. Gli interventi
sulla città hanno sempre e solo riguardato la costruzione di manufatti ,
case, palazzi e mai la messa in sicurezza di un territorio la cui fragilità è
stata da sempre evidenziata dalle analisi di ingegneri e geologi. Oggi la città
non ce la fa più, comincia a cedere e non solo negli aspetti geologici.
Frosinone sta cedendo anche nella tenuta economica e sociale della sua
popolazione. Umiliata dalle inadempienze
contributive dei grandi padroni e
sfruttatori del territorio, annientata dall’insipienza complice e colpevole di
tutte le amministrazioni che si sono esclusivamente occupate di rinsaldare il
proficuo legame con i suddetti padroni
disinteressandosi dei bisogni dei cittadini , Frosinone sta per subire forse il colpo definitivo. Oberati dai debiti contratti per servaggio alle
famiglie dei grandi muratori e per la criminale rapina messa in atto nei nostri
confronti dalla Regione, guidata dalla
feccia fascista e berlusconiana che ci ha regalato personaggi come il
divoratore di merendine Fiorito e la distributrice di incarichi milionari ai
propri grandi elettori Polverini, i cittadini di Frosinone stanno per subire
l’ennesimo e drammatico smacco. La
giunta Ottaviani ha intenzione di accedere al fondo salva comuni per chiedere
un prestito di 11 milioni di euro necessari a coprire le prime uscite di cassa.
Per far questo il sindaco vuole decretare lo staro di pre-dissesto necessario a
ripianare un debito stimato, a suo, dire in 38 – 40 milioni di euro. Ciò significa che ai cittadini di Frosinone verranno
aumentati i tributi comunali, si procederà allo smembramento
dei servizi pubblici, e a un taglio drastico degli addetti alla cura
della città e dei suoi abitanti, la faccenda della Multiservizi ne è una
dimostrazione palese. Ciò produrrà
anche l’aggravarsi inesorabile
della crisi economica che coinvolgerà anche le piccole e medie imprese. Per non passare dalla tristezza alla
disperazione dunque è tempo che cittadini e associazioni si mobilitino.
L’attuale opposizione non può nulla schiacciata
dalla corresponsabilità piena che
ha avuto nel saccheggio della città quando esprimeva i suoi sindaci. Dunque
tocca a noi. La situazione è grave. E’ necessario reagire per fare in modo che
le condizioni di vita della città non crollino
come il viadotto Biondi.
I brani che compongono il commento musicale sono: Crop Blues
del James Cotton blues quartet e Need More del grande Bluesman italiano Roberto
Ciotti.
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