Ieri pomeriggio ho partecipato ad una riunione convocata dall’associazione Oltre
l’Occidente in cui cittadini, movimenti
e istituzioni erano chiamati a riflettere sulla grave situazione economica che
sta investendo il comune di Frosinone. A
causa di un imprecisato accumulo debitorio
da parte dell’’ente che, dopo un balletto di cifre variamente annunciate,
sembra attestarsi fra i 38 e i 40
milioni di euro, la giunta presieduta dal sindaco Ottaviani è decisa a
dichiarare il pre-dissesto finanziario per poter accedere al Fondo Salva
Comuni e chiedere un prestito di 11 milioni di euro. Come già
scritto in un altro post, l’operazione comporterebbe il taglio dei servizi
sociali, degli addetti direttamente
assunti dal comune e l’aumento delle tariffe. Insomma una situazione che oltre
al licenziamento dei lavoratori della
Multi servizi, imporrebbe un aumento
irreversibile del tasso di povertà alla cittadinanza. Una crisi economica gravissima
investirebbe pesantemente anche i
ceti medi , i commercianti e la piccola
e media impresa, impossibilitata a onorare
il forzoso aumento dei tributi locali
con i proventi dei propri affari fortemente compromessi dalla poca
disponibilità alla spesa dei cittadini gravati, a loro volta, dal pagamento della spesa sociale. All’incontro hanno partecipato esponenti di
quella che fu la coalizione che all’epoca delle elezioni comunali si era
raccolta attorno alla candidata sindaco di Sel Marina Kovari. In particolare, il sottoscritto, Andrea Cristoforo,
Marisa Cianfrano, dipendente della Mutiservizi -per quella che fu la componente
di Rifondazione, (oggi siamo tutti fuoriusciti dal partito) - Lorenzo Rea,
Paolo Iafrate anch’egli dipendente
Multiservizi -per la componente di Frosinone bene Comune -e la stessa Marina
Kovari ex candidata a sindaco. Insieme
ad altri cittadini, fra cui Francesco Notarcola
portavoce della Consulta delle associazioni di Frosinone, era presente una nutrita rappresentanza di amministratori del centro sinistra.
Sembrava di assistere ad una riunione
politica del Pd di alto livello. Fra gli
altri hanno partecipato: Stefania Martini, Pd ex assessore al bilancio del comune di
Frosinone, Massimo Calicchia consigliere comunale Psi di opposizione ed ex
assessore ai servizi sociali, Mauro
Buschini, Pd neo eletto consigliere alla
Regione Lazio e la neo senatrice del Pd Maria
Spilabotte. Nel corso dell’incontro si è sviscerata la perversa strategia pianificata dalla
giunta di centro destra. Lo stato di
pre-dissesto concede al sindaco la
prerogativa di gestire la fase di rientro del debito, da realizzarsi in dieci anni, scegliendo
autonomamente le misure di austerity. E’ previsto l’intervento della Corte dei Conti solo a livello di controllo.
Differentemente dalla procedura di dissesto, dove di fatto la giunta viene
commissariata e le misure di rientro vengono stabilite dai commissari, nel pre
dissesto è il sindaco che decide . Ciò significa quindi che Ottaviani avrà pieni
poteri nel decretare chi deve immolarsi e chi no. La decisione di non rinnovare
i contratti alla Multiservizi,
affidando la gestione delle prestazioni erogate da questa società a delle cooperative sociali che per loro
natura sono impossibilitate ad
aderire, con la conseguenza inevitabile
di privatizzare tutto il sistema di cura
alla città e ai cittadini, dà l’idea
chiara di quali saranno le classi sociali che dovranno sopportare il peso
economico di tale operazione. La cura Ottaviani
si fonderà sui soliti ulteriori tagli ai
servizi sociali fino alla loro scomparsa
, sull’aumento delle tariffe e delle tasse, il tutto salvaguardando il proprio
bacino elettorale. In pratica il sindaco
Ottaviani acquisirebbe potere di vita o di morte su ognuno dei suoi cittadini.
Tutti abbiamo convenuto che una situazione del genere sarebbe insostenibile, non solo per i lavoratori della Multiservizi ,
ma per tutta la città. Come al solito ci siamo dovuti sorbire la litania dei vecchi amministratori sui mancati
contributi della Regione guidata dalla
Polverini, sul programma di risanamento e di riscossione
della TARSU evasa dissoltosi nel nulla della nuova giunta Ottaviani . Insomma
la giustificazione, in parte vera, secondo cui i debiti accumulati dalla ex
giunta Marini siano stati per lo più dovuti al mancato trasferimento di fondi
dallo stato centrale e dalla Regione.
Ma consiglieri e senatori convenuti non avevano ben chiara la
questione che le giustificazioni per
quanto accaduto e i rimpalli di responsabilità sullo schieramento di segno
opposto, oggi non servono. Oggi è urgente evitare il baratro
in cui una giunta dissennata vuole precipitarci. Per fare questo, come
suggerito da Marina Kovari, occorre
partire dalla visione dei bilanci, quelli veri, quelli completi, non il
“bignamino” riassuntivo. Occorre verificare se la dimensione del debito e la sua conformazione possano giustificare il ricorso alla procedura di pre-dissesto
e accesso al fondo salva comuni. Fra l’altro i soldi destinati a quel fondo
sono finiti, dunque Frosinone non li
otterrà mai. E’ chiaro quindi che il pre-dissesto
sarebbe utile solo a fornire al sindaco il potere esclusivo di gestire il
taglio delle risorse pro domo sua. Una
volta accertato la reale conformazione del quadro economico, si deve bloccare con ogni mezzo la decisione del
consiglio comunale. Ma per fare questo è necessario che l’opposizione faccia
veramente l’opposizione. Questi vengono a chiedere a noi di aiutarli a
contrastare l’insano progetto. Noi possiamo organizzare manifestazione,
mobilitare i cittadini, anche se è difficile considerata l’apatia che
attanaglia la cittadinanza, ma sono loro che siedono in consiglio comunale.
Votare semplicemente contro non basta. Bisogna pretendere di vedere le carte e
renderne partecipi anche i cittadini. Mi
rendo conto che in quei documenti ci sono riportate anche le gravi
responsabilità dei signori che ora siedono all’opposizione e che oggi vogliono
salvare la città. Ma se la volontà è realmente quella di mettersi finalmente al
servizio dei cittadini, bisogna avere il coraggio di ammettere i propri errori
e ricominciare secondo pratiche nuove e trasparenti come ha suggerito Francesco Notarcola. Anche io ho fornito il mio contributo
chiedendo che alla fermezza di pretendere la visione del bilancio particolareggiato e di
renderlo pubblico, ci si impegni a mettere in pratica ciò che la Corte dei
Conti ha suggerito per ridurre i costi ,
cioè ripubblicizzare i servizi ceduti a
privati con l’assunzione diretti degli addetti da parte dell’ente. A Genova è
già successo con l’azienda dei TRASPORTI PUBBLICI. E finalmente avere il
coraggio di infrangere il patto di
stabilità spendendo ciò che serve per i bisogni dei cittadini anche sforando i
limiti imposti da una legge infame che rende i comuni esattori delle tasse
imposte dal capitale finanziario. Piero
Fassino, un sindaco moderato riformista, non un indignados, lo ha fatto a
Torino. Noi siamo disposti a fare la
nostra parte, a fare opposizione
sociale, andare in comune ad ogni seduta e strillare le nostre ragioni. Se poi
l’opposizione istituzionale si sveglierà come pare dalle promesse che oggi sono
state fatte tanto meglio. Ma bisogna darsi una mossa oggi è già tardi.
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