Sono molti i casi
in cui capita di stupirmi per chi si
stupisce. Qui vorrei dire la mia
su chi se la prende con Grillo e con il suo atteggiamento ostile e
intransigente verso la possibilità di collaborare alla nascita di un governo
con i morti che camminano. Beppe Grillo sta semplicemente portando avanti con
coerenza ciò che ha sempre sostenuto, dal suo blog e dalle piazze dello tsunami
tour. Ovvero che certi personaggi attori
pluridecennali della scena politica italiana sono finiti. Dunque nessun accordo con i cadaveri,
indipendentemente dalle proposte anche condivisibili che questi pongono. Di qui
la ritorsione, poi edulcorata, verso i
senatori del movimento che hanno rilevato differenze fra Grasso e Schifani e lo
hanno esplicitato contribuendo con il loro voto a far eleggere il procuratore nazionale
antimafia che Berlusconi, già proprio lui, preferì a Giancarlo Caselli . Dal
che se ne deduce che forse le differenze,
nella sostanza, non siano così profonde fra il candidato del Pd e quello del PD
meno elle, e questo probabilmente è sfuggito ai grillini pro Grasso . Ma
torniamo a bomba Lo scenario di rottura
e di scardinamento da dentro del sistema, fra l’altro, è stato l’obbiettivo che si sono posti la maggioranza
di coloro che hanno votato il Movimento 5 Stelle. Mi resta difficile ipotizzare
che i quasi dieci milioni di elettori grillini abbiano basato la loro
preferenza sui programmi. Credo anzi che
la stragrande maggioranza abbia espresso un voto di protesta e di rifiuto della
casta, ritenuta responsabile della grave crisi economica e sociale che
attanaglia il Paese. Dunque le aspettative non possono altro che tradursi in
una azione di sabotaggio, tutt’altro che propositiva. E’ questo
ciò che sta accadendo, anche se le questioni di coscienza di qualche
parlamentare a 5 stelle hanno contribuito ha edulcorare certi atteggiamenti e
ad eleggere membri di quei partiti giudicati morti e finiti come presidenti di Camera e Senato. A mio giudizio il voto grillino ha
pescato in gran parte nel mare magnum
dell’astensionismo. Ha riunito l’insofferenza di chi genericamente
vede nel politico, parlamentare o titolare di cariche amministrative il male
assoluto, e di chi è convinto che il rigore economico e l’austerity imposta
dal capitale finanziario attraverso le istituzioni europee, siano i principali colpevoli del disastro
economico e finanziario che attanaglia i paesi meridionali della zona euro. A
dire il vero l’espressione dell’indignazione
anti austerity di chi non voleva
delegare la sua protesta a nessuna forza che si candidasse al parlamento si è
risolta nell’astensionismo attivo, ma la sua incidenza, pur se degna di
menzione è stata totalmente ignorata dai mezzi d’informazione. Inoltre molti
nella dinamica partecipativa a mezzo web dei grillini hanno intravisto,
erroneamente a mio parere, una nuova forma di partecipazione alle decisioni
della politica. In realtà la partecipazione dal basso degli utenti della rete è
limitata al consenso: il “MI PIACE”
cliccato sotto i post di Grillo. Altro è il processo relativo alla
partecipazione democratica dei cittadini che utilizza la rete, ma solo come motore
organizzativo di incontri, assemblee,
confronti e scontri, cioè di tutte
quelle forme aggregative che servono realmente per cercare di costruire con un’azione concreta, nelle piazze, nelle
scuole, nei luoghi di lavoro e sognare una ipotesi di società condivisa. Non è un
caso che la partecipazione reale in piazza alle lotte dei militanti grillini sia
numericamente poco rilevante e limitata a situazione locali come la lotta No Tav.
C’è un enorme differenza fra il consenso partecipato di Grillo e la democrazia partecipata
dei movimenti alter mondisti e no global.
Comunque il dato politico immediato non può che essere positivo. Il movimento
5stelle ha il merito di essersi costituito come puntello in grado di bloccare
le ruote del carrozzone. Dall’alto dei banchi dell’opposizione ad un governo ormai inesorabilmente targato Pd
e Pd meno elle, e all’interno di organismi quale il Copasir e la commissione di
Vigilanza Rai i grillini possono creare danni notevoli. L’unico rischio è che
nel caso di nuove elezioni a breve termine inevitabili a seguito del prevedibile ennesimo
rovesciamento del tavolo da pare del Pdl , il loro pressapochismo nel costruire
una linea programmatica convincente,
li condanni ad un mesto ritorno nel mondo degli strilloni da blog. Con un Pd ancora una volta logorato e
risucchiato da un’improvvida e letale alleanza con gli “ZERI” belusconiani,
e il M5S
destabilizzato da intransigenze del leader e da carenze programmatiche
tipiche di un movimento che nasce dalla rabbia più che dal progetto di prospettive
nuove , c’è il rischio concreto di
morire berlusconiani. Ecco perché diventa a questo punto vitale rendere
inoffensivi quegli sciagurati settemilioni di elettori che ancora si fanno
imbrogliare dalle sirene berlusconiane. L’unico modo è votare l’ineleggibilità
di Berlusconi. Speriamo che grillini e senatori del Pd possano finalmente
esercitare nella giunta senatoriale per
le elezioni la prerogativa di rendere possibile l’applicazione di una legge
sacrosanta.
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