“Il forte aumento dell’astensionismo è un fenomeno che
impone profonde riflessioni”. Questa è
ormai
la formula di rito con cui
politici locali e nazionali, dell’una o dell’altra fazione, concludono le analisi
sui più disparati risultati elettorali, che
siano stati per loro soddisfacente o
meno. Una solfa che ci siamo sorbiti sia dopo le elezioni politiche del febbraio
scorso, sia dopo questa ultima tornata di amministrative.
Ma chi deve riflettere? Non certo lor signori. Sarebbe molto più rispettoso evitare questa
ipocrita litania sulla sciagura dell’astensionismo perché ai suddetti lor signori di questo fenomeno non importa un
fico secco . Anzi, Il fatto che
quei 27milioni di italiani - i quali, a mezzo referendum, hanno deliberato in favore della gestione partecipata dei beni
comuni, uniti a quegli altri 16milioni
di cittadini che nel 2006 hanno sonoramente respinto , tramite referendum confermativo, l’attacco
alla Costituzione portato dai gaglioffi padano-berlusconiani - non abbiano
rappresentanza politica è una manna.
E’
fondamentale tacitare la vera opposizione
privandola di agibilità politica, costringendola o ad astenersi, o a
scegliere il male minore o a disperdersi in movimenti inconcludenti che soffocano con una chiassosa cialtroneria anche quel poco di buono che alberga nella
loro proposta programmatica. Va bene
così è meglio che certi eversivi i restino lontano dalle urne, che non
disturbino il manovratore.
Dopo la crisi
seguita alla stagione di mani pulite, fu
necessario dotarsi di un sistema che consentisse ai partiti liberal-riformisti di proteggersi dalla minaccia della
democrazia partecipativa. Il percorso ricalca la prassi auto immunitaria
partorita dal liberismo per
salvaguardare la prerogativa di
realizzare profitti smisurati ai danni della comunità . In questo caso si
impose il mercato come unico regolatore del benessere dell’umanità,
e quando la dittatura del mercato da benefica regolatrice del sistema si
rivelò per quello che era , cioè un
devastante strumento di povertà dispensatore
di macelleria sociale il sistema capitalista ha risposto inasprendo
la stessa ricetta causa del disastro.
Si
risolve la crisi prodotta dal liberismo sfrenato, concedendo ancora più spazio
alla tirannia del mercato , si passa all’ultra liberismo. Allo stesso modo i partiti per risolvere il
loro processo di putrefazione iniziato dopo
tangentopoli si inventarono la favola della governabilità da ottenersi
attraverso il bipolarismo. Chiarissimo espediente utile a ridurre la
partecipazione politica .
Dopo un
ventennio di appropriazione indebita di rappresentanza democratica , di fronte
alla perdita di credibilità, ormai in caduta libera, si risponde impoverendo
ulteriormente le possibilità di scelta a disposizione dei cittadini. Dopo aver debellato il pericolo
costituito
dalla variabile falsamente destabilizzante
del Movimento 5stellle, si vuole passare, da un sistema che vede in concorrenza due grandi comitati elettorali, solo in apparenza diversi fra di loro, ad una competizione ridotta a due
o tre persone che cercano di acquisire
il consenso, non sulla base di proposte programmatiche, ma mettendosi in vendita, coltivando
ancora più e meglio di prima rapporti clientelari con i finanzieri amici, frequentando i ciarlieri salotti televisivi delle Marie De
Filippi e delle Mare Venier.
Dalla
grande coalizione già poco rappresentativa
degli interessi dei cittadini, ma molto vicina alle esigenza delle èlite, si passa
all’uomo solo al comando ancora meno rappresentativo e molto più corruttibile dal capitalismo
finanziario e dalle mafie di ogni risma. Si combatte la crisi della rappresentanza,
offrendo ancora meno rappresentanza. Ecco dunque il rinnovato assalto alla forma
dello Stato che dovrebbe diventare presidenziale.
Si nominano i saggi per studiare le riforme costituzionali
e istituzionali. Ma in nome e per conto
di chi questi saggi deliberano? Ove mai
si rendesse necessaria la riforma dei valori fondanti dello Stato quali la forma di Repubblica
parlamentare , questa non deve esser
decisa da fantomatici saggi , né da governi di larghe intese, ma da “
ORGANI COSTITUENTI” eletti dai cittadini. Dopodichè i citati costituenti una volta messe a punto le
riforme, dovrebbero sottoporle di nuovo
al giudizio della popolazione tramite un referendum confermativo.
Questa dovrebbe essere l’unica strada percorribile
qualora si individuasse realmente nell’impianto Costituzionale la causa della
crisi istituzionale. Ma siccome così non
è e le ragioni delle riforme sono di tutt’altra natura, devono
cioè sottrarre il potere di scelta dei rappresentanti
e controllo dell’azione governativa ai
cittadini, il coinvolgimento di saggi, guru, tecnici, imbonitori nella sua
palese incostituzionalità è la soluzione più consona.
E’ effettivamente necessario cambiare qualche
regola, ma basta poco. Ad esempio si può ripristinare il finanziamento pubblico
ai partiti rimodulandolo. Cioè ponendo un
limite all’entità del finanziamento
che dovrà essere uguali per tutti i partiti , grossi e
piccoli, in modo da consentire a questi ultimi di competere ad armi pari con i loro
avversari più grandi. Si deve porre un tetto anche alle donazioni di enti privati.
Per il Pd, il Pdl e anche per il
Movimento 5 Stelle è facile invocare l’abolizione del rimborso elettorale,
quando ci sarà sempre un Riva, un Agnelli o un Casaleggio, disposto a foraggiarli .
E’ necessario far rispettare finalmente le legge
sull’ineleggibilità di chi possiede concessioni
Statali di rilevanza economica, come
le concessioni televisive, in modo che
nessun dirigente di partito possa esercitare pressioni sugli elettori
attraverso un potere mediatico smisurato che lo avvantaggia rispetto ai
concorrenti.
In questo modo si
favorirebbe la ricostituzione di altri
movimenti , che al pari dei partiti già esistenti fonderebbero le loro chance
di vittoria esclusivamente sulla proposta politica inoltre si assicurerebbe una rappresentanza democratica
più ampia . E ancora, si potrebbe introdurre l’obbligo di
discussione urgente da parte del Parlamento delle leggi iniziativa popolare, è
una proposta del Movimento 5 Stelle che pochi conoscono perché Grillo con le
sue continue esternarono distoglie l’attenzione da qualche buona proposta che
pure viene dai parlamentari penta stellati. Come si vede non è necessario
andare a toccare la Costituzione se si
vuole fare in modo di riportare gli elettori alle urne. Ma è questa la vera
volontà?
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