Di cosa parlano oggi quelli del Pd?
I loro antenati, Bordiga, Gramsci, Terracini, Togliatti, parlavano di III internazionale, di Partito Comunista
Rivoluzionario, parlavano dei consigli di fabbrica , di lotta di classe erano gli strenui difensori del lavoro contro
il capitale.
Dopo, decenni più tardi, si parlava di lotta partigiana,
antifascismo, costituzione, si discuteva se il primo articolo della Carta dovesse recare la frase “L’Italia è una Repubblica
fondata sul lavoro ,oppure se in luogo della parola lavoro dovesse essere scritto
“ lavoratori”
E poi ancora, la
generazione dopo i progenitori di quelli del Pd, discuteva della presa di
distanza dall’Unione Sovietica in relazione alla primavera di Praga, la discussione aspra provocò
scissioni, si discettava di realismo
sovietico.
Ancora qualche anno dopo i genitori di quelli del Pd, da
Berlinguer ad Ingrao e Amendola,
discutevano sulla possibilità di costruire un aggregazione comunista europea
che vedesse coinvolti il partito
comunista francese di Marchè e quello
spagnolo di Carrillo. Ma soprattutto si discuteva di compromesso storico con la
DC di Aldo Moro. Si parlava dell’opportunità di appoggiare o prendere le
distanze dal conflitto sociale che infiammava le strade europee e italiane ,
che vedeva fianco a fianco studenti e lavoratori impegnati nella lotta per il diritto a condizioni di lavoro umane, ad una scuola pubblica di qualità e ad un
sistema sanitario pubblico efficiente.
Si cominciava a sentire il peso di quella falce e martello disegnata
sulla bandiera.
In seguito, fra i
fratelli più grandi di quelli del Pd, si fece largo una sorta di
pentimento per la militanza comunista.
Sotto i colpi reaganiani e thatcheriani,
l’anticapitalismo divenne un feticcio, un concetto vecchio, la lotta di classe iniziava a fare posto alla
pacificazione con i detentori, non solo dei mezzi di produzione, ma anche dei profitti finanziari. Si discuteva
di keynesismo, di capitalismo buono e liberismo cattivo. Gli operai cominciarono a non riconoscersi più nel
partito. Anzi finalmente, grazie anche all’impegno dell’attuale Presidente della Repubblica, caddero
i tabù della falce e martello
sulla bandiera e della parola comunismo nell’acronimo del partito. Vecchi armamentari ormai usati da altre formazioni uscite dalla
galassia centrale. Era l’epoca di Occhetto con un D’Alema che iniziava la sua
scalata.
Di cosa parlano quelli del Pd oggi?
I più consumati di loro trenta anni fa cominciarono a
discutere di antiberlusconismo , di conflitto di interessi, di patito liquido. Una grande questione fu quella del superamento
del contrasto fascismo/ antifascismo, con la riabilitazione dei ragazzi di Salò. Si iniziava a parlare di riforme e a
discutere, con quelli che ancora avevano la falce e martello sulla bandiera e si
definivano comunisti, di probabili alleanze per battere Berlusconi.
Nell’era subito successiva, da una parte si discettava di
Antiberlusconismo e ancora di conflitto
di interessi, dall’altra si valutava la possibilità di sedersi al tavolo con l’inquisito
Berlusconi per fare le riforme istituzionali. Spuntò l’idolatria del sistema
bipolare e cominciò a far capolino il
concetto di premier indicato dal popolo.
Iniziarono i finanziamenti pubblici e scuole e ospedali privati e cominciò l’attacco ai diritti dei lavoratori. Finalmente i fascisti ricoprivano ruoli di
governo.
In una sequenza veloce i fratelli maggiori di quelli del Pd
cominciarono a discutere…sempre di Antiberlusconismo,ma anche di rompere definitivamente
con i dissidenti che a loro tempo scelsero di chiamarsi comunisti e di
sfoggiare la falce e martello sulle loro bandiere. Già bandiere, perché anche
questi si erano ulteriormente divisi.
Iniziò l’era di Veltroni e la contrapposizione con D’Alema. Si discusse di
primarie per scegliere il segretario del partito e il candidato più attrezzato
per battere Berlusconi . Si subì una legge elettorale pessima, si
dissolse ulteriormente il legame con la base dei militanti che cominciava a non
capirci più niente.
Di cosa parlano quelli del Pd oggi?
L’altro ieri parlavano di antiberlusconismo, di conflitto di
interessi, l’era della primarie
raggiunse il punto di massimo successo . Si discuteva sulle regole della
consultazione popolare , per soli iscritti o per iscritti e simpatizzanti, alo sccopo di scegliere il candidato premier . Questa parola ormai, in dispregio aperto con
il dettato costituzionale, riempiva ogni
discorso. Ci si legava mani e piedi al capitalismo finanziario i cui interessi
sono rappresentati dalla troika Ue Bce e Fmi. Ai militanti non si pensava ormai
più anzi le loro istanze provocavano fastidio
Di cosa parlano quelli del Pd oggi?
Ieri parlavano di antiberlusconismo di conflitto di
interessi, di impresentabilità di Berlusconi e dei suoi, scagnozzi, di
ineleggibilità.
Quelli del Pd oggi, condividono il governo con Berlusconi,
obbediscono ad ogni suo capriccio e ricatto, subiscono le vicende giudiziarie
del delinquente di Arcore, sono la sua migliore garanzia. Gli hanno concesso la scelta del Presidente
della Repubblica e, ubbidienti,
accordano la sospensione dei lavori
parlamentari ai suoi scagnozzi. Sospensione decisa dai Berluscones per protestare contro magistrati che pretendono di giudicare il loro capo per
confermargli in via definitiva lo status
delinquenziale di mega evasore fiscale .
Per il conflitto di interessi poi sono proprio quelli del Pd che scrivono una legge
all’acqua di rose per disinnescare la
mina dell’ineleggibilità, così come definita nella norma del 1957, in base alla
quale Berlusconi non potrebbe sedere in
Parlamento.
Di che cosa parlano quelli del Pd oggi?
Non di antiberlusconismo, né di conflitto di interessi. Non
dei diritti dei lavoratori, e delle classi più deboli, né di anticapitalismo.
Di cosa parlano quelli del Pd oggii?
DEL NULLA!!!!
E quale potrà essere il futuro di un partito che
NON HA PIU’ NULLA D DIRE?
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