Grazie all’invito di Giuseppina Bonaviri, coordinatrice della Rete la Fenice, ho potuto prendere parte ieri sera al convegno organizzato dalla Fondazione Etica e dalla stessa Rete la Fenice e dalla Fondazione Etica, sul
tema riguardante il finanziamento pubblico e la democrazia interna ai partiti.
Al dibattito, presentato da Giuseppina
Bonaviri, hanno partecipato Paola Caporossi, vice presidente della Fondazione Etica ed autrice del libro: “Finanziamento
pubblico e democrazia interna dei partiti: non facciamoci ingannare”, Gregorio Gitti,
Deputo di Scelta civica e autore
di una proposta di legge sulla modifica del finanziamento pubblico ai partiti,
Gennaro Migliore Capogruppo Sel alla Camera e Arturo Parisi già ministro della difesa.
Al termine di questi interventi ne è scaturito un dibattito al quale ha preso la parola anche il sottoscritto.
Voglio
ringraziare Giuseppina Bonaviri per aver organizzato questo incontro. Nel
totale deserto di momenti di confronto e informativi, nell’aridità della
proposta politico divulgativa che invade la nostra città, eventi come questo organizzato dalla Rete la Fenice sono oasi di risurrezione
sociale e culturale. Fra l’altro, tenuto conto dell’assopimento che attanaglia
la coscienza civile dei cittadini di Frosinone, c’è da constatare con soddisfazione
che l’assemblea è stata abbastanza partecipata, con la presenza di molte persone oltre quella dei soliti pochi afficionados , di
politici locali, quali Sara Battisti, segretaria provinciale sotto tutela del
Pd, Marina Kovari candidata a sindaco di Frosinone alle scorse amministrative nella coalizione comprendente Sel, Domenico
Belli segretario cittadino sempre di Sel, Il sindaco di Pico e segretario provinciale di
Rifondazione Comunista Ornella Carnevale, Orlando Cervoni dei Comunisti
italiani.
A dire il vero, l’unica a partecipare attivamente al dibattito è
stata Sara Battisti, gli altri un po’ defilati hanno assistito senza intervenire. L’argomento trattato era alquanto spinoso .
Gli invitati al convegno hanno offerto i loro contributi che si possono
dividere a grandi linee in due categorie. Parisi e Gitti si sono concentrati
maggiormente su aspetti tecnici di funzionamento della proposta di legge (Gitti)
e su un analisi della dinamica culturale che ha portato i partiti a discutere
sul’abolizione del finanziamento , anche
con analisi di tipo etimologico e di senso delle parole “legittimità” e “abolizione”
(Parisi) .
Paola Caporossi e Gennaro
Migliore hanno considerato l’aspetto del rapporto fra i
partiti e i cittadini. Personalmente mi hanno appassionato di più le argomentazioni di questi ultimi.
Paola Caporossi, autrice del libro “Finanziamento
pubblico e democrazia interna dei partiti: non facciamoci ingannare”, si è mostrata favorevole al finanziamento pubblico
ai partiti, ma con modalità quantitative, di raccolta risorse e di trasparenza completamente diverse
da quelle attuali. Prendendo esempio dal
sistema tedesco la Caporossi proponeva
un sistema di raccolta fondi da svilupparsi direttamente fra la gente, in modo da costringere dirigenti e
militanti a tornare a confrontarsi con i cittadini sul territorio, a questa fonte si aggiunge un ulteriore contributo statale pari a quanto
raccolto fra la popolazione.
Gennaro Migliore invece poneva l’attenzione ad un
tipo di sovvenzione che riguardasse i servizi ai partiti. Ovvero la possibilità da parte dei
movimenti politici di avere a
disposizione gratuitamente gli immobili
dove collocare le sedi. Oppure il totale finanziamento sull’affitto di palchi e
strutture necessari ai comizi, o anche contributi sull’organizzazione di
convegni e dibattiti. In pratica per il capogruppo alla Camera di Sel, è fondamentale non tanto disporre di un
trasferimento di risorse in denaro, quanto avere la disponibilità economica per
organizzare tutti quegli eventi necessari a fare politica sempre, ogni giorno e non solo in vista delle
elezioni.
Un elemento che ha accomunato gli interventi è stato quello
relativo alla responsabilità dell’attuale
legge elettorale sulla forma organizzativa dei partiti. L’opinione era che se
non si cambia una legge che consente alle burocrazie di partito di scegliere i
propri candidati, i partiti non cambieranno mai le loro forme organizzative interne.
A mio parere il discorso è da rovesciare. Ossia proprio perché i partiti sono
diventati comitati elettorali hanno
necessità di una legge che consenta loro di nominare i candidati.
Nel mio intervento ho
sottolineato come sia curioso, per quanto condivisibile, che i dirigenti di partiti, mossi dalla
necessità di reperire i fondi tornino i a frequentare le piazze per chiedere sovvenzioni
ai cittadini. Un partito, militanti e dirigenti compresi dovrebbe stare sempre
a contatto con la gente, per ascoltare le necessità e proporre soluzioni, poi
eventualmente, accertate le l bontà di queste interazioni, chiedere i soldi. Un'altra
parte del mio intervento ha riguardato la competenza della classe dirigente.
Problema sollevato da Gregorio Gitti. Ho voluto mettere in evidenza che i
migliori dirigenti di partito, oggi razza estinta, nascevano dalla militanza vera, quella che si realizzava restando
vicino alla gente ascoltandone le aspirazioni e i bisogni. Oggi essendo venuto
meno la forza militante che non alberga ormai quasi in nessun partito, manca l’anello
di congiunzione fra popolo e dirigenza partitica. I militanti, quelli che hanno
combattuto per i referendum sui beni comuni, che continuano a battersi in Val
di Susa contro il TAV, e gli atri impegnati
in un’infinità di lotte, non stanno più nei partiti, spesso li
osteggiano, perché hanno paura di diventarne vittima.
Un esempio concreto si è
rivelato l’evolversi della campagna referendaria per i beni comuni, dove i partiti si sono
aggregati solo a vittoria ottenuta. Prima Sel e poi Pd, hanno cavalcato questa
lotta di civiltà per poi abbandonarla, quando a referendum vinto non si sono
adoperati affinchè la volontà popolare inequivocabile espressa da quella consultazione
venisse rispettata.
I contributi filmati,
riguardano altri argomenti. Nel corso delle interviste non ho potuto ignorare temi
come il finanziamento del progetto F35 e
l’occupazione delle Camere da parte dei
berluscones, indignati e offesi dal
fatto che dei giudici vogliono portare a termine finalmente un dei processi che
riguarda il loro capo. Su questo ho intervistato sia Migliore che Parisi. Un ultimo video è
relativo all’intervento di Gennaro Migliore sul finanziamento pubblico e sulla
democrazia interna ai partiti.
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