La CGIL è ridotta a reprimere e perfino espellere i suoi aderenti più combattivi, comunisti, sindacalisti onesti e lavoratori avanzati!
Trasformare gli attacchi della destra CGIL in uno strumento per estendere il coordinamento e l’azione di orientamento, organizzazione e mobilitazione delle RSU, dei delegati e degli operai più avanzati e combattivi!
La CGIL è dei lavoratori, non della Camusso e degli altri nipotini di Craxi ed ex soci di Sacconi complici del padronato e del governo Letta-Belusconi-Napolitano!
Dopo mesi di voci di corridoio e avvertimenti ufficiosi, l’11 luglio alla compagna M.Elena Muffato (militante del P.CARC, esponente della Rete 28 Aprile e iscritta alla Fisac CGIL) è stata consegnata la lettera di espulsione dalla FISAC CGIL che riportiamo qui di seguito.
In ottemperanza a quanto stabilito dal Collegio Statutario Nazionale CGIL in data 9 u.s., prot. 2013/585, in relazione alle sue reiterate dichiarazioni e alle evidenze documentali di appartenenza al Partito dei CARC, in applicazione dell’art. 3 dello Statuto CGIL, si ritiene interrotto il suo rapporto associativo con la nostra Organizzazione.
Cordiali saluti.
La Segreteria Regionale Fisac Campania: Nadia Corradetti, Ciro De Biase, Gabriella Dell’Aversano, Pierluigi Sessa, Paolo Scognamiglio, Franca Marano
Il Segretario Generale Fisac Campania: Susy Esposito
Il Segretario Nazionale Fisac: Agostino Megale
Il Segretario Generale CGIL Campania: Franco Tavella
L’art. 3 dello Statuto della CGIL recita che: “(…) A tutela dell’organizzazione la domanda di iscrizione viene respinta, a cura delle Segreterie delle strutture alle quali l’iscrizione viene richiesta che ne daranno informazione ai Centri regolatori, nei casi di gravi condanne penali, sino all’espiazione della pena, di attività o appartenenza ad associazioni con finalità incompatibili con il presente Statuto (organizzazioni segrete, criminali, logge massoniche, organizzazioni a carattere fascista o razzista, organizzazioni terroristiche). Analogamente e sulle stesse situazioni si procede, a cura delle Segreterie delle stesse strutture, nel caso di iscritte/i determinando l’interruzione del rapporto associativo con la CGIL (…)”.
Diamo per scontato che la CGIL non arrivi ad arrampicarsi sugli specchi fino a includere il nostro partito tra “le “organizzazioni criminali, logge massoniche, organizzazioni a carattere fascista o razzista” o ad annoverarci tra le “organizzazioni segrete” (il P.CARC ha sedi note e aperte in varie città italiane, propaganda e diffonde la sua stampa, i suoi militanti sono conosciuti, da vari anni a questa parte partecipa anche alle competizioni elettorali, ecc.), quindi la direzione della CGIL ha deciso che siamo un’organizzazione terrorista?
Passi che gente educata e selezionata in base ai servizi resi a padronato e autorità contro lavoratori, pensionati e precari (alla Mauro Moretti per intenderci, segretario nazionale della CGIL Trasporti promosso amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato: la strage di Viareggio è il suo principale “fiore all’occhiello”!) non sappia più neanche dove stia di casa la solidarietà di classe.
E passi pure che la direzione CGIL ignori che i terroristi deve andarli a cercare nei consigli di amministrazione delle aziende, delle banche e delle società finanziarie, al governo, nei palazzi del potere, in Vaticano, in Confindustria, ai vertici del nostro paese: lì ci sono i responsabili del disastro in cui versa il nostro paese, degli otto milioni di persone che vivono in povertà, delle migliaia di persone che ogni anno muoiono di miseria, di lavoro, di malattia, di carcere, di emigrazione, di maltempo, di disastri ambientali, di disperazione e altrettante che sono emarginate dalla vita sociale e condannate a vivere di espedienti o di elemosine.
Ma evidentemente nel loro livore anticomunista i vertici CGIL hanno persino dimenticato che nell’ottobre scorso la Corte d’Assise di Bologna ha chiuso (con una sentenza di assoluzione “perché il fatto non sussiste”) l’ottavo procedimento giudiziario per associazione sovversiva con finalità di terrorismo (art. 270 bis) aperto dal sostituto procuratore di Bologna Paolo Giovagnoli nel quadro della trentennale persecuzione contro l’area politica di cui il P.CARC fa parte (la carovana del (nuovo)Partito Comunista italiano). La Camusso e chi per essa hanno deciso di prendere il posto di Giovagnoli?
Come è scritto in uno dei tanti messaggi di solidarietà giunti alla nostra compagna, e di cui ringraziamo tutti, “ la CGIL ha espulso Maria Elena... Non per indegnità morale, per essersi appropriata delle risorse sindacali illegittimamente, avrebbero sistemato la cosa in altro modo; alcuni dirigenti hanno fatto carriera così. Maria Elena è stata espulsa non perché ha disertato le lotte sindacali; ci sono dirigenti della CGIL che organizzano il contrasto alle iniziative conflittuali. Maria Elena è stata espulsa dalla CGIL perché è comunista, e ha voluto sperimentare la linea di ricostruzione comunista dei CARC.
Un tempo, così è scritto nella storia nobile della CGIL, i comunisti erano alla direzione di questo sindacato; la CGIL era uno dei pochi luoghi sociali e culturali dove i lavoratori comunisti trovavano accoglienza e protezione organizzativa per combattere per le loro condizioni salariali e normative, per un mondo di uguaglianza e cooperazione.
Maria Elena è stata espulsa senza appello e segnalata con lettera raccomandata ai suoi padroni, proprio nel settore selvaggio e feroce del credito e delle assicurazioni. Una vergogna senza precedenti. Una delazione e istigazione alla repressione contro una comunista che viene dal sindacato dove i comunisti dovrebbero essere a casa loro.
La reazione deve essere estesa e profonda, perché è in discussione la possibilità di opporsi al sistema dominante che ha stracciato salari e pensioni, ha stabilito un ricatto occupazionale e previdenziale su intere generazioni di giovani, ha estirpato qualsiasi potere di controllo sindacale e politico dei lavoratori in fabbrica e sul territorio.
Maria Elena è stata espulsa senza appello e segnalata con lettera raccomandata ai suoi padroni, proprio nel settore selvaggio e feroce del credito e delle assicurazioni. Una vergogna senza precedenti. Una delazione e istigazione alla repressione contro una comunista che viene dal sindacato dove i comunisti dovrebbero essere a casa loro.
La reazione deve essere estesa e profonda, perché è in discussione la possibilità di opporsi al sistema dominante che ha stracciato salari e pensioni, ha stabilito un ricatto occupazionale e previdenziale su intere generazioni di giovani, ha estirpato qualsiasi potere di controllo sindacale e politico dei lavoratori in fabbrica e sul territorio.
Maria Elena sta dentro la storia della CGIL, i dirigenti che l'hanno espulsa no!!
Vincenzo Gagliano (già componente della Segreteria CGIL Campania)”.
I compagni della Rete 28 Aprile napoletana e pugliese, in un appello pubblicato in versione sintetizzata e ridotta sul sito nazionale, hanno denunciato che il provvedimento contro M.Elena (allora erano solo “avvertimenti ufficiosi”) non è un caso isolato, ma “fa il paio con l’espulsione a Padova di Francesco Doro e Andrea Berruti (RSU, esponenti della Rete 28 Aprile) e con analoghi provvedimenti che colpiscono altri compagni e compagne che orbitano intorno alla Rete 28 aprile, con le ritorsioni di qualche tempo fa contro alcuni compagni de “ La Cgil che Vogliamo” (un delegato della Fincantieri di Ancona che la CGIL sospese perché aveva spedito dalla sede CGIL un volantino firmato “CGIL che vogliamo”), l’allontanamento di Maurizio Scarpa dalla segreteria nazionale Filcams, la sospensione di Mauro Caffo che contestava il giro della Padania organizzato dalla Lega, la sospensione di Ezio Casagranda, Fulvio Flammini e Franco Tessadri dalla CGIL in Trentino, il trasferimento forzoso di Eliana Como dalla FIOM di Bergamo a Roma, la destituzione di Sergio Bellavita dalla Segreteria Nazionale FIOM, l’esclusione di Giorgio Cremaschi dagli interventi alla riunione dei Direttivi unitari CGIL, CISL e UIL del 30 aprile scorso”.
La lotta per la democrazia in CGIL contro l’espulsione di M.Elena e degli altri comunisti, sindacalisti onesti e lavoratori combattivi per la democrazia in CGIL è una lotta che va condotta senza se e senza ma, anche dalla Rete 28 Aprile e dal resto della sinistra CGIL. Nella lettera di espulsione di M.Elena si parla di “reiterate dichiarazioni ed evidenze documentali”, nella fase degli “avvertimenti ufficiosi” la compagna era stata avvisata che sul suo conto era stato redatto un dossier per certificare le “buone ragioni” che avrebbe avuto la CGIL per espellerla. Se due più due fa quattro, vuol dire che all’interno della CGIL opera una struttura di spionaggio e dossieraggio: la CGIL a scuola di Valletta? Questa è una delle opere che ha contribuito a ridurre il più grande sindacato del nostro paese, il sindacato con la storia più illustre, i cui uomini e donne hanno contribuito alla sconfitta del nazi-fascismo, ad un’azienda sempre di più al servizio della pace sociale e della concertazione a danno dei lavoratori. Chi sono coloro che spiano e denunciano le/i compagne/i più combattivi per farli fuori dall’organizzazione perché “disturbano i manovratori”? Questi signori dobbiamo denunciarli pubblicamente ai lavoratori, perché vanno isolati e messi nelle condizioni di non poter più continuare indisturbati la loro opera! Nei mesi scorsi i mass media si sono dedicati a tempo pieno alle espulsioni di Grillo, alle grida “sull’emergenza democratica e la repressione del dissenso interno” al Movimento 5 Stelle, siamo curiosi di vedere se (coerenza? deontologia professionale?) andranno a chiedere conto alla Camusso e al resto della direzione CGIL dei provvedimenti disciplinari e delle espulsioni che fioccano a destra e a manca e a indagare sui sistemi e le strutture di spionaggio e dossieraggio interne alla CGIL!
I lavoratori ancora iscritti alla CGIL sono in numero crescente insofferenti della complicità dei sindacati di regime con i padroni e il governo che penalizza nei diritti, nel reddito, nelle condizioni di lavoro anche chi ha ancora un lavoro stabile, sono in numero crescente insoddisfatti dei risultati della linea di resa della Camusso a braccetto con Bonanni e Angeletti (taglio pensioni, innalzamento età pensionabile, esodati, eliminazione dell’art. 18, contratti a perdere e riduzione del ruolo del CCNL, ecc.). Per questo la CGIL è ridotta a reprimere ed espellere i suoi aderenti più combattivi: cerca di impedire che diventino centro di organizzazione e mobilitazione degli iscritti scontenti della linea di resa del sindacato. Per questo cerca di gestire in segreto e con minor pubblicità possibile i provvedimenti disciplinari e amministrativi interni. Per questo ha gestito le trattative che hanno portato all’accordo su “rappresentanza e democrazia” in modo clandestino (né i delegati né tantomeno gli iscritti sono stati consultati e nemmeno informati dei contenuti su cui il gotha dei sindacati di regime stava trattando). La Camusso e gli altri nipotini di Craxi ed ex soci di Sacconi hanno portato a un livello superiore la trasformazione della CGIL di Di Vittorio in stampella del regime dei padroni e dei governi che si sono alternati nell’eliminare i diritti e le conquiste strappate dagli operai e gli altri lavoratori con la Resistenza antifascista e le lotte degli anni successivi, quando il movimento comunista era forte nel nostro paese e nel mondo. Ma il ruolo, la forza e l’utilità che la CGIL per il padronato e il governo del pilota automatico dipendono dal seguito e dal consenso che ancora hanno tra i lavoratori, i pensionati, i precari. Questo è il loro tallone d’Achille! Su questo dobbiamo e possiamo fare leva. Non solo per rispedire al mittente le espulsioni e gli altri provvedimenti contro i comunisti, i sindacalisti onesti e i lavoratori combattivi, ma soprattutto per rafforzare ed estendere il coordinamento e l’azione di orientamento, organizzazione e mobilitazione delle RSU, dei delegati e degli operai più avanzati e combattivi! In questo modo la direzione della CGIL sarà costretta a ballare alla loro musica, a rincorrerli (i due sabati di blocco alla FIAT di Pomigliano ne sono una conferma) oppure saranno spazzati via!
Mobilitarsi e mobilitare
- per difendere ed estendere i diritti sindacali e costituzionali che i lavoratori hanno conquistato a prezzo di dure lotte, contro l'accordo sulla rappresentanza e la linea di collaborazione, concertazione, complicità con padronato e governo di cui l'accordo sulla rappresentanza è parte integrante che è la linea che ha portato all'innalzamento dell'età pensionabile e al taglio delle pensioni, agli esodati, all'eliminazione dell'art. 18, ai contratti a perdere, ai licenziamenti, alla disoccupazione e precarietà galoppanti, ecc.
- per contrastare in modo pubblico, organizzato e collettivo gli attacchi, pressioni, ricatti, ritorsioni con cui i Marchionne grandi e piccoli cercano azienda per azienda di intimidire, far indietreggiare, espellere, ecc. quei delegati CGIL (e non solo) che sostengono senza se e senza ma gli interessi e i diritti dei lavoratori, promuovono la loro organizzazione e mobilitazione
- per la democrazia interna, contro le espulsioni, sospensioni, ecc. di comunisti, sindacalisti onesti e lavoratori combattivi con le quali la direzione della CGIL usando metodi degni di Valletta cerca di contrastare lo sviluppo di un vero movimento sindacale che si fa promotore e organizzatore della resistenza e lotta contro la crisi, i suoi effetti e i suoi responsabili.
Non sono i comunisti, i sindacalisti onesti e i lavoratori combattivi incompatibili con lo Statuto della CGIL, è la linea della direzione CGIL e la caccia alle streghe che essa conduce contro i comunisti, i sindacalisti onesti e i lavoratori combattivi che è incompatibile con gli interessi e i diritti dei lavoratori; sono coloro che sostengono pratiche contro una efficace mobilitazione dei lavoratori per farla finita con la crisi, i suoi effetti e i suoi responsabili ad essere indegni e incompatibili con la CGIL di Di Vittorio!
La battaglia per la democrazia nei sindacati è strettamente connessa a quella per la democrazia nella rappresentanza sindacale ed entrambe sono parte integrante della più generale lotta per farla finita con la crisi del capitalismo e l’arroganza dei Marchionne!
Unire le forze, tenere in mano l’iniziativa, passare dalla difesa all’attacco!
Da Pomigliano alla Val di Susa, dal S. Raffaele di Milano all’Ilva di Taranto, dall’Irisbus d Avellino all’elezione del leader NO PONTE a sindaco di Messina, dal No Muos di Niscemi alle occupazioni di case: convogliare i mille focolai di protesta, ribellione e lotta intorno all’obiettivo di cacciare il governo del golpe bianco e del pilota automatico e instaurare al suo posto un governo d’emergenza popolare che assegni a ogni adulto un lavoro utile e dignitoso e a ogni azienda compiti produttivi secondo un piano nazionale!
Organizziamoci per vincere!
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