I
burrascosi intrallazzi fra il governo Letta e
il dittatore Kazako Nursultan
Nazarbayev, non sembrano destinati a terminare con la brutta
storia dell’espulsione di Salabayeva e Alua, moglie e figlia di Mukhtar
Ablyazov, dissidente kazako
e strenuo oppositore del regime.
Infatti le mire di Nazarbayev erano destinata anche a perseguire risultati
sportivi eclatanti grazie alla collaborazione del carrozzone governativo inciucesco italiano. L’obbiettivo era quello
di rafforzare l’immagine del regime attraverso una vittoria di prestigio nella
partita di pallanuoto femminile disputatasi
domenica scorsa nell’ambito dei campionati
mondiali di nuoto,che vedeva opposta la nazionale kazaka a quella italiana.
Battere le giocatrici del sette rosa,
oltre che a costituire una grande affermazione per tutto i movimento sportivo kazako, era
operazione estremamente facile da ottenere. Infatti quella partita non doveva
finire 9 a 7 per l’Italia, ma 12 a 1 per il Kazakistan. Visto che nel'affare Salabayeva tutto è stato
consentito agli ambasciatori kazaki, truccare la partita dei mondiali in corso a Barcellona non avrebbe
dovuto costituire un problema.
Ma una
serie di leggerezze e disattenzioni compiute dalle nostre istituzioni ha fatto
fallire l’impresa. Noi di Aut, grazie a nostri informatori segreti siamo riusciti a
scoprire tutta la faccenda e proviamo a raccontarvela.
Nei giorni fra il 28 e il 31 maggio gli
ambasciatori kazaki, dopo aver occupato il ministero degli interni per
concertare la cattura di Mukhtar Ablyazov, poi fallita e risoltasi con la sola espulsione di sua moglie e della sua
figlioletta, si sono spostati presso l’ufficio segreto, a loro ben conosciuto, dei servizi segreti. Scopo convincere la
nostra intelligence, sempre guidata dall’IGNORANTE (nel senso che ignora) Alfano, a redigere dei falsi dossier contenenti contraffatte analisi cliniche delle giocatrici
della squadra di pallanuoto, in base alle quali si sarebbe dovuta evidenziare una
dopatura di massa, a base di un cocktail
micidiale contenente, efedrina,
creatina, eritropoietina, gli spinaci di Braccio di Ferro e la bevanda magica del Druido Panoramix,
(sostanza suggerita da Calderoli).
Con tali analisi la squalifica delle ragazze
ai mondiali di Barcellona sarebbe stata automatica. Quindi attraverso i buoni
uffici del ragionier Spinelli, le giocatrici squalificate sarebbero state
sostituite dalle olgettine ancora a libro paga dell’amico Berlusconi. I
risultati sarebbero stati ampiamente prevedibili. Fra un bulrlesque acquatico e l’altro la
disfatta della nazionale italiana era praticamente e certa . Attraverso l’agente “Scolorina colorata” , gli
ambasciatori provarono a mettersi in contatto anche per questo affare con il ministro Alfano. Il quale non c’era, e se c’era dormiva, o non era cosciente di esserci.
Ragion per cui la asfissiante
pressione della diplomazia kazaka (madò
che rompicoglioni!!!) convinse l’agente Scolorina colorata a provvedere autonomamente
alla redazione del dossier. Ma si sa non esistono più i professionisti di una
volta. I Lavitola, gli Igor Marini, gli agenti Betulla ormai sono merce rara, per cui la nostra intelligence,
minorata nell’intelligence dalla frequentazione con il grande capo Ministro dormiente Alfano, combinò un bel pasticcio.
Nel dossier furono erroneamente inseriti i risultati del rapporto Bondi sull’Ilva
di Taranto. Per cui le pallanuotiste italiane non risultarono dopate, ma
strafatte di sigarette e margaritas. Sostanze non considerate dopanti. All’uscita
del dossier, nei primi giorni di giugno
gli ambasciatori kazaki si incazzarono come le bestie capendo che il piano era fallito.
Era infatti ormai troppo tardi per redigere un altro dossier. Allora i kazaki
cambiarono strategia e cercarono di interessare della questione il dicastero dello sport. Ancora non sapevano i meschini
che il ministro Idem si era dimesso. La
notizia fece andare Nazarbayev su tutte le furie. Italiani popolo di puttanieri
intrallazzatori di quart’ordine, non ci si può mai fidare di loro.
Per cui in
fretta e furia i kazaki prepararono dei passaporti falsi per le atlete italiane
in modo da farle risultare di origine kazaka scappate dal Kazakistan perchè contrarie al regime. Con questa
documentazione, venuta pronta proprio il giorno prima della partita, gli
ambasciatori si presentarono ancora una volta dal ministro Alfano. Lo trovarono
davanti allo specchio mentre con espressione beota ripeteva: specchio specchio
delle mie brame sono o no il ministro più leccaculo del reame?
Capirono che non c’era più nulla da fare
incaricarono allora un funzionario dei servizi di trasferire immediatamente la
documentazione presso la sede del CIO a Roma, con una lettera nella quale si
intimava il presidente del CONI Giovanni Malagò a far pressione sulle atlete
italiane affinchè perdessero la partita con Kazakistan in modo da evitare un’estradizione
di massa da Barcellona direttamente ad
Astana e relativa incriminazione per attività sovversiva.
Certi che questa volta l’operazione avesse sortito
gli esiti desiderati Nazarbayev e i suoi ambasciatori si misero a veder la
partita davanti alla televisione. L’inizio della gara fu entusiasmante quanto inaspettato, ma non
per gli ambasciatori di Astana . La squadra del Kazakistan infilò una tripletta lasciando all’Italia una
sola rete tanto da chiudere il primo quarto sul risultato sorprendente di 1 a 3. Il piano si stava realizzando . La gioia dell’èlite
kazaka era incontenibile.
Ma nel secondo quarto la squadra italiana mise a
segno ben cinque gol uno dietro l’altro e a metà della contesa il
risultato era di 6 a 3 per le ragazze italiane. Nazarbayev ebbe un travaso di bile capì che ancora una
volta gli italiani avevano fatto casino. Gli ambasciatori nel frattempo si
erano già precipitati al Viminale. Scoprirono che il messo incaricato di
consegnare a Malagò la documentazione con i passaporti falsi e la lettera di minaccia, era stato trattenuto da Alfano che, colto da una crisi di leccaculaggine infantile acuta, si era messo a cantare “Avanti popolo alla
riscossa vogliamo l’Inter dentro la fossa - e la Juventus al gabinetto - e il Milan
con lo scudetto”, suscitando la preoccupazione del messaggero
che dimenticò di effettuare la sua consegna.
Non si sa se per fax o e.mail la minaccia riuscì a raggiungere egualmente le atlete del sette rosa. Ma qualche cosa doveva essere trapelato. Infatti nel terzo quarto, con un parziale favorevole di 2 a 3 il
Kazakistan iniziò una parziale rimonta chiudendo il tempo sull’ 8 a 6. La quarta e
ultima frazione fu giocata in preda alla paura da tutte e due le squadre che evidentemente
avevano intuito la presenza di qualche losca trama. Entrambe misero a segno un gol chiudendo la
partita sul definitivo 9 a 7 per l’Italia.
Ora si attende il risultato delle
analisi antidoping effettuato sulle atlete. Non è da escludere che in extremis l’intelligence
kazaka sia riuscita, senza l’aiuto degli italiani, a contraffare le analisi tanto da far
risultare qualche atleta del sette rosa
positiva. In modo da far assegnare la vittoria al Kazakistan a tavolino. Ma i campionati
mondiali si disputano in Spagna non in Italia. Un luogo dove ministri e forze
dell’ordine sono più svegli e meno servi.
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