"Ho dedicato le mie immagini per le vittime di tutte le
guerre che sono morti per quello che credevano fosse un ideale, in un mondo
dove la giustizia, l'ingiustizia, il bene e il male si intersecano in un
commercio in cui innocenti pagano con la vita"
Le parole del fotografo libanese, unite alla serie di scatti riportati nel video
descrivono l’orrenda strage che la
guerra, l’unica immensa guerra in atto
nel mondo, quella che racchiude le
miriadi di conflitti grandi e piccoli, dall’Afghanistan al Medio Oriente, alle varie
aree di crisi africane, provoca
presso intere comunità nel mondo .
Questi conflitti si perpetuano anche all’interno delle società stesse, dove
un ristretto gruppo di gerarchi in giacca e cravatta continua a seminare morte, uccidendo
attraverso lo smisurato accumulo del profitto finanziario. Non solo morti da
bombe dunque, ma anche vittime degli stenti dell’impoverimento globale, della
guerra fra poveri, dal furto di dignità.
Sono queste gli agnelli scarificali
che un ultra liberismo cinico e spietato fagocita in un drammatico gioco dispensatore
di stragi e interi genocidi, vedi
l’immenso cimitero marino formatosi sotto il Mediterraneo . Una strage le cui vittime, sotto alcuni
aspetti, si consegnano spontaneamente al martirio, perché insensibili e
indifferenti alle miserie del vicino che spesso coincidono con le proprie.
Un
individualismo indotto dalle sirene mediatiche che vendono stili di vita falsi e inarrivabili, terribili
bocche da fuoco destabilizzanti dell’esercito dei forzati del mercato, che con
l’inganno diffondo l’idea secondo cui tutti
possono arricchirsi, basta disfarsi dei pesi morti, degli accattoni che con la
fandonia della giustizia sociale, ostacolano il progresso e il benessere.
La
globalizzazione della truffa finanziaria planetaria si sostiene con la globalizzazione dell’indifferenza
per usare la parole di Papa Francesco. Le foto di Mohdad sono significative,
spesso sono un pugno nello stomaco, ma è uno shock al contrario quello che serve per far tacere le armi, quelle da
fuoco e quelle degli hedge fund.
Brani: Tera del Fuoco. Modena City Ramblers
Serenata alla Carpinese: Daniele Sepe
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