In realtà l’effetto ammosciante è provocato,
in concorso con il carattere franoso della collina e con la ripesa delle
piogge, proprio dal costosissimo
profilattico da 200 milioni posto dal sindaco di Frosinone sull’apice della
frana.
Non serve un geologo per capire che se una collina per motivi strutturali ha la tendenza a
crollare non può essere gravata da un peso a monte che, spingendo verso il basso non fa altro che
favorire il fenomeno franoso. Il grosso preservativo da 200 milioni, non
produce altro che questo effetto. In
realtà sarebbe molto più utile un intervento a valle, magari puntellando la
base della collina. Non ci vuole un geologo per capirlo, ma proprio un geologo
ci ha dato conferma di come questa tesi è vera. Ci riferiamo al professor Mario
Catullo.
In realtà la situazione geofisica del territorio frusinate, che predispone il terreno a fenomeni franosi, è nota dai tempi dei tempi. Nessun sindaco però
si è dato cura di affrontare il problema attraverso la pianificazione di
interventi di manutenzione del territorio orientati al consolidamento della collina.
Infatti era molto più redditizio,
politicamente ed economicamente, consegnare in ostaggio la città ai soliti
padroni muratori, che l’hanno riempita di cemento, incuranti delle particolari caratteristiche
geologiche dell’area.
Anche il sindaco
attuale, Nicola Ottaviani, sembra voler procedere sulla stessa strada. Anzi
sembra intenzionato ad eccellere rispetto a chi lo ha preceduto. Infatti non
più tardi di undici mesi fa, il primo cittadino presentò un piano urbanistico pirotecnico,
che prevedeva la costruzione di piazze, parcheggi sotterranei e scale mobili in ogni parte della collina.
Originariamente
il faraonico progetto doveva servire ad accedere a fondi stanziati dall’allora
governo Monti per quei comuni che avessero presentato progetti di
riqualificazione urbana. Quei soldi non furono mai ottenuti, ma i mastri muratori della città si
offrirono di realizzare le opere in cambio della concessione da parte del
comune di ingenti quantità di cubature edificabili, altro cemento sulla città.
Dunque
il nostro caro sindaco, anziché dare corso alla pacchiana pantomima della chiave di legno della città consegnata al presidente
della regione Zingaretti, per mettere in risalto il mancato rispetto degli
impegni presi dalla regione in merito alla frana, rifletta sull’inutilità,e
anzi sulla nocività del costoso preservativo posto sulla frana , sulla
sensatezza di costruire scale mobili sul versante di una collina che tende a franare e sulla
idiozia di scavare dei parcheggi interrati in un terreno friabile.
Certo si
spera comunque che la Regione si dia una
mossa. E’ giusto studiare intereventi strutturali e risolutivi per gli episodi
franosi che hanno coinvolto la collina di Frosinone, anziché buttare denari su soluzioni
provvisorie e inefficaci, ma che lo si faccia presto, prima che il membro si
ammosci del tutto.
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