di Giuseppina Bonaviri
Per definire un percorso programmatico alternativo interpretando la necessità di cambiamento per un avvio delle politiche di coesione della Ciociaria bisogna incontrare le periferie così come per proseguire su un livello alternativo alle caste di intendere la buona politica bisogna essere capaci di contaminarsi di un progetto che – chiamato Patto di solidarietà provinciale- viene offerto direttamente ai cittadini sui servizi di comunità e prossimità.
Le periferie debbono essere il fulcro focale del cambiamento. Il patto tra programmi di governo e territorio locale, prima delle prossime elezioni ( europee o nazionali non fa differenza) sarà fortemente contrassegnato da scelte in linea con partecipazione democratica e civismo cosa che potrà, di per se , fortificare intere coalizioni. In questa direzione, premiare le città virtuose su procedimenti trasparenti rispondenti agli standard richiesti per le azioni dell’Unione europea ha un valore inequivocabile. La crescita, se non potesse trovare sfogo nella diffusione sul territorio del paese in modo uniforme, diverrebbe necessariamente stratificata sulle governance locali meritevoli.
I nostri territori soffrono delle arretratezze tecnologiche causate anche da una classe politica che ha svenduto le periferie a favore delle città metropolitane, territori che vogliano tornino ad essere il vero cantiere d’innovazione promuovendo sburocratizzazione, semplificando le procedure, favorendo l’era digitale e quella delle energie, della mobilità urbana sostenibile con la valorizzazione dei beni culturali. Serve una sana politica con una regia ampia che tuteli l’interesse pubblico. Affidabilità, competenza, serietà sono l’unico modo per combattere l’attuale decadimento dei territori.
Accettiamo la scommessa sull’inclusione ed il rinnovamento e crediamo che la vitalità di un elettorato stanco e deluso per ritornare a sognare non possa fare a meno di questi progetti inclusivi. La politica non può dimenticare che proprio dai territori ricchi di esperienza civica nasce il successo della riscossa. L’organizzazione di Comitati spontanei cittadini a favore di percorsi alternativi ai canoni decadenti e vanificatori della cattiva gestione amministrativa porta in se il germe del rinnovamento.
Il Patto provinciale di solidarietà sociale sta valutando la messa a regime di un’azione sinergica dell’intero territorio finalizzata alla difesa e alla prevenzione delle tante razzie perpetuate in questi anni ai danni della nostra gente attraverso una azione congiunta tra diversi attori istituzionali, realtà associative di categoria, di volontariato e privato sociale, liberi cittadini, enti, amministrazioni. Risulta di fondamentale importanza, per l’esclusione sociale e la disuguaglianza, la nascita di quel percorso di equità sociale a tutela dell’unità nazionale ed europea e per una giusta ridistribuzione delle ricchezze del nostro Paese. C’è un'unica prospettiva che può riportare le nostre terre in un alveo di vivibilità: quella di attivare politiche intelligenti di recupero e riqualificazione.
La Provincia come BENE COMUNE prefigura una metropoli media dove lo sviluppo urbanistico sia commisurato alle necessità abitative della comunità, dove gli spazi destinati all’utilizzo dei cittadini non vengano svenduti alla speculazione edilizia.Questa visione è legata ad una idea inclusa dell'intelligenza collettiva, dell'intelligenza distribuita, della participatory democracy, dei processi collaborativi di problem-solving. L’obiettivo principale della Civic Intelligence, che è il nostro, è far sì che ognuno si senta significativo e che giochi un ruolo importante nelle scelte che riguardano il proprio territorio, in modo che non siano soltanto le istituzioni a compiere le decisioni importanti. Ambiamo a dare vita ad un progetto di “Human Smart City” legato al cambiamento e centrato sull'aspetto umano. Dare vita ad una piattaforma tecnologica che renda il sistema più equo ed efficace sarà il primo tassello. Questo progetto è incrementale e di progettazione partecipativa ed integra la mobilizzazione sperimentale e formativa della comunità all'interno di un orientamento comune in cui i cittadini potranno indirizzare i problemi come quello del degrado ambientale, degli abusi dei diritti umani o quello dell'ingiustizia economica( tematiche che solitamente le istituzioni e le imprese sono incapaci di governare). Le decisioni devono essere prese per le persone ma dobbiamo fare in modo che anche le persone stesse siano parte di questo processo.
Ridare slancio e risorse ai servizi destinati ai cittadini è prioritario. Ecco allora che il progetto “Città intelligenti”- macro studio dello sviluppo italiano verso un modello policentrico basato sulle città di medie dimensioni per la definizione strategica dell’area frusinate attorno alle potenzialità derivanti dal bacino del Mediterraneo ed in particolare dai settori della logistica, del commercio internazionale e delle infrastrutture europee- è tra i primi che porteremo all’attenzione della nostra base pensante.
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