Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

martedì 3 marzo 2015

Difendiamo la sanità pubblica fra condivisione e divulgazione.

Luciano Granieri


Condivisione e divulgazione, questi sono  i due fattori  su cui si è snodato l’evento “Difendiamo la sanità pubblica” organizzato dal Coordinamento provinciale per la sanità sabato 28 febbraio e domenica primo marzo, 2015 presso l’auditorium Colapietro di Frosinone. 

Condivisione e divulgazione con,  e per,  i cittadini del letale combinato disposto fra il disastro della sanità provinciale,  il degrado ambientale della città di Frosinone e dell’area del Fiume Sacco. Infatti il disfacimento del diritto di difesa dell’salute pubblica non determina solo tempi di attesa biblici per esami diagnostici urgenti, o i gironi infernali  dei pronto soccorso, o viaggi della disperazione in altri presidi ospedalieri fuori dal territorio  all’inseguimento di cure che i siti sanitari di questa Provincia non possono assicurare , ma è anche e soprattutto la criminale esposizione dei cittadini alle crudeli aggressioni dell’inquinamento. 

Come hanno lucidamente illustrato il chimico Riziero Concetti  e il Pneumologo Profeta Zangrilli, nel dibattito  moderato dal  medico Dott. Giovanni Magnante dal titolo “L’insostenibile pesantezza delle polveri” Gli abitanti del Capoluogo, città al primo posto in Italia per l’inquinamento da PM10, sono esposti, oltre che ad aggressioni alle vie respiratorie, anche a vere e proprie modificazioni chimiche all’interno delle proprie cellule.   In un contesto simile, con l’altissima presenza di fattori di rischio per la contrazione di malattie polmonari e diversi tipi di tumore, è criminale che nell’ospedale di Frosinone non sia  presente il reparto di pneumologia. 

Altri preziosi elementi   divulgativi, da condividere fra tutti i cittadini, sono venuti dalla trattazione successiva, moderata da  Aniello Prisco    dal titolo “La Valle del Sacco  fra inquinamento ambientale e crisi sanitaria, quale futuro?” Nell’esposizione, Alberto Valleriani della Rete per la Tutela della Valle del Sacco, l’ingegnere ambientalista Roberto Passetti, l’architetto ambientalista Anita Mancini e il medico Dott. Giovanni Magnante, hanno descritto la genesi del modello di sviluppo che ha distrutto economicamente e socialmente  la Valle e avvelenato il fiume Sacco , le gravissime ripercussioni sulla salute degli abitanti della zona che percorre da nord (Colleferro) a sud (Ceccano), la Regione.  

Un area in cui  si registra un eccesso di mortalità per tutte le malattie secondo uno studio condotto e finanziato, nell'Ambito del Programma Strategico Ambiente e Salute, dal Ministero della Salute. Una pezzo di territorio che,  per il suo riconosciuto degrado ambientale, dovrebbe usufruire di un potenziamento del sistema sanitario pubblico, anziché subirne il dissolvimento. Ciò anche in base all’accordo  Health 2020,   predisposto  dall’Organizzazione Mondiale della Sanità,  firmato da 53 nazioni, fra cui l’Italia. Ma dal dibattito sono giunte anche proposte per un diverso sviluppo eco-sostenibile, attraverso attività economico sociali orientate al turismo, alla green economy alla valorizzazione di tutte le ricchissime peculiarità storico culturali di cui la zona è depositaria. Un sistema di risanamento tutela e sviluppo  della  valle e del Sacco  che prevede l’attuazione di un programma quadro (Il contratto di fiume) i cui attori sono tutti coloro che hanno interesse alla salvaguardia del posto dove vivono, ossia singoli cittadini, associazioni, movimenti ed enti (Regione, Provincia, Comune). Un esteso progetto di gestione partecipata del territorio che rimette al centro il tanto vituperato e offeso concetto di democrazia. 

Ma nell’evento di sabato e domenica scorsa, condivisione e divulgazione  hanno abbracciato anche la cultura e la tradizione. La condivisione del concetto di musica popolare si è realizzata con le performance del quartetto di clarinettisti  denominato Evenos Quartet  e il gruppo folk i Bifolk. La musica di tradizione orale rurale, il folk, si è confrontata con la musica di tradizione orale urbana, espressione di alcuni brani di jazz tradizionale proposti  dal  repertorio degli  Evenos Quartet. Non poteva mancare, evidentemente, l’elemento massimo della condivisione e della convivialità, la cena con la degustazione di prodotti tipici ciociari. 

Tutto ciò ha avuto luogo sabato. La domenica, si è voluto condividere e informare sulle lotte e le azioni che cittadini e movimenti hanno organizzato  durante il lungo processo di degrado della sanità pubblica messo in atto dalle varie amministrazioni regionali che si sono succedute dal 2001 ad oggi, anno in cui, grazie alla riforma del titolo V della Costituzione , la sanità è passata alle competenza delle Regioni. La proiezione del video : “Sanità ciociara ,  cronaca di una morte annunciata” a cura del sottoscritto, ha ripercorso le tappe  di una protesta sociale snodatasi nel tempo fra alti e bassi. Video che prossimamente i naviganti di Aut potranno vedere a puntate sul blog. 

Si è andati avanti apprezzando le voci poetiche dialettali, attraverso le poesie di Ercole Marino Martire. Un’ espressione autentica , disincantata, anche un po’ cinica della percezione popolare del disastro della sanità. Testimonianze di gravi episodi di malasanità  avvenute nel nostro territorio, raccolte sui social network  e riportate da Maria  Letizia Dello Russo, hanno reso ancora più brutale una realtà drammatica. 

Ultima condivisione quella dei sindaci di Frosinone, Ottaviani e Di Giorgi di Latina.  A dire il vero si è trattato di una condivisione asimmetrica, perché il sindaco del capoluogo ciociaro, essendo arrivato in ritardo,  ha avuto solo il tempo di salutare il suo dirimpettaio pontino che stava andando via.  L’alleanza contro il “romano-centrismo sanitario” è stato l’auspicio condiviso. Frosinone non ha il Dea di II livello, e  non l’avrà mai checché ne dica il sindaco Ottaviani, Latina ha solo il cartello “Dea di II livello ” posto all’ingresso dell’ospedale ma non ha i servizi propri di un presidio con questa qualificazione. Le lamentazioni dei sindaci e qualche protesta indirizzata  a Nicola Ottaviani hanno concluso l’evento. 

Da ricordare che in entrambi i giorni la sala è stata adornata dalle opere pittoriche e fotografiche  dei volontari dell'associazione Forming, e del centro Interarte pubblica e popolare.  In conclusione non sappiamo la valenza di consapevolezza  sulla drammaticità della situazione appresa da chi ha partecipato, forse le aspettative su una maggiore partecipazione sono andate un po’ deluse. Ma certo questa è la strada giusta. Rendere i cittadini più consapevoli è un impegno gravoso ma utile e necessario, per veder rispettati i diritti della collettività. “Er popolo se svejerà, nun se sevejerà? Noi contunuamo a pija a serciate le sue finestre chiuse” . Così faceva dire Gianni Magni a Nino Manfredi (Pasquino) nel film “In nome del popolo sovrano”. Noi  pure continuamo a tirà i serci. Er popolo se svejerà?






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