Si è svolto venerdì
scorso 12 giugno presso lo Spazio Società Operaia di Frosinone il dibattito: "Frosinone, un non luogo". L’evento è parte di una serie di incontri organizzati
dalle associazioni Oltre l’Occidente e Osservatorio Peppino Impastato, volti ad
impegnare una parte, si spera cospicua,
della cittadinanza su riflessioni inerenti le condizioni politico sociali della nostra
città inevitabilmente connesse ad un contesto più ampio comprendente la situazione
nazionale.
Nel primo DIBATTITO, tenutosi l’8 giugno , si è discettato di democrazia, venerdì scorso invece
l’attenzione si è concentrata sulla città di Frosinone come negazione di luogo
vivibile, a causa dei continui sfregi urbanistico speculativi, operati dal
letale combinato disposto fra comitati elettorali- affari.
Il susseguirsi degli interventi, ha
rivisitato la disastrata storia urbanistica di Frosinone. Una storia connessa
anche con lotte importanti combattute da
cittadini e movimenti consapevoli, non disposti a cedere spazi vitali e di
assoluto valore artistico e sociale alle pastoie speculative. Sotto la sapiente
conduzione del giornalista del quotidiano
“l’Inchiesta” Alessandro Redirossi, l’architetto Marco Mastronardi, ha
ripercorso i tumultuosi iter di riassetto urbano, che hanno investito la nostra
città dal dopoguerra ad oggi . Una sordida storia di piani particolareggiati, piani regolatori, in cui si
paventava una megalopoli di 120mila abitanti ad uso e consumo dei costrittori edili più che
dei cittadini.
Una sciagurata gestione del territorio che ha fatto di Frosinone
un "non luogo", dove un centro storico, in degrado ed in smobilitazione, in
smottamento, fisico e morale, domina una pianura di sterminata e sconnessa
periferia. Un tessuto urbano , privo di piazze
popolate dai cittadini, di centri di
aggregazione, a parte la Villa Comunale, anch’essa in decadimento, con un livello di inquinamento record per
l’Italia, è di fatto un "non luogo".
Su questo hanno più o meno concordato tutti i
relatori, per cui l’obbiettivo del
confronto si è concentrato sul come trasformare Frosinone da non luogo a città
sostenibile. Ne hanno discusso in un primo confronto l’architetto Mastronardi e
il segretario cittadino del Pd, già presidente del consiglio comunale nella precedente
consiliatura Marini, Norberto Venturi. A
loro sono si sono succeduti, l’architetto Luca Oropallo, che ha ripercorso la questione dei tesori archeologici dispersi, in parte ancora nel sottosolo cittadino, ed in gran quantità
nei depositi della sovraintendenza ai
beni culturali, a causa dell’esiguità del museo archeologico, e Ivan De Santis,
ex consigliere comunale nel corso della seconda consiliatura Marzi, e promotore
insieme ad altri cittadini, del referendum popolare per la costruzione di un
parco nell’area dello stadio Matusa.
Spazio che, nonostante 8mila frusinati si siano espressi favorevolmente
alla zona verde, è ancora a rischio di
essere seppellito dal cemento.
Pietro Fargnoli dell’associazione pendolari Cassino Roma e l’architetto Anita Mancini hanno introdotto
il tema del futuro. Di come cioè
Frosinone possa risorgere dal suo status di “non luogo”. Fargnoli ha illustrato la proposta per il
miglioramento del collegamento ferroviario Cassino-Frosinone-Roma e Anita
Mancini ha esposto le tipologie di
urbanistica possibile per rendere la città a misura d’uomo coinvolgendo anche
la riqualificazione del fiume Cosa e in generale della Valle del Sacco.
Al di
la delle tematiche affrontate, va posto in risalto come forse, per la prima volta, si sia tentato di mettere in atto un processo di
pianificazione urbanistica partecipata. Dal concetto di area vasta che tende a
connettere il Capoluogo con i comuni vicini in unica realtà urbanistica, all’idea
di città circolare sostenibile, dal contratto di fiume per il Cosa e per il Sacco,
al parco archeologico, ognuno ha espresso la propria idea di città, di spazio
vivibile e socialmente fruibile.
Questa è la via da intraprendere. E’
necessario sottrarre al già citato
combinato disposto comitati elettorali – affari, ogni decisione relativa alla conformazione di
Frosinone e alla sua evoluzione sociale. Solo se i cittadini riusciranno a
riappropriarsi della facoltà di decidere del luogo in cui vivono, esercitando
il controllo diretto su quanto viene attuato, si potrà veramente mettere in
campo una strategia atta a riconquistare una migliore qualità della vita e a scongiurare
l’intrusione del malaffare nella gestione del territorio. La lotta alle varie
mafie "Capitali" e mafie "Capoluoghi di Provincia" parte anche da qui.
Per potenziare la forza d’urto
di questo primo scatto verso una gestione partecipata della città, il progetto
pianificato da Oltre l’Occidente e dall’Osservatorio Peppino Impastato, prevede la costituzione di una cooperativa
editoriale aperta a tutti i soggetti che stanno partecipando e parteciperanno
ai dibattiti previsti fino a fine giugno. Un progetto basato sulla redazione di
una rivista e sulla costituzione di una web tv che possa amplificare gli
effetti di questo nuovo processo democratico.
Se son rose…..
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