Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

domenica 14 giugno 2015

Frosinone. Prove di democrazia partecipata

Luciano Granieri



 Si è svolto venerdì scorso 12 giugno presso lo Spazio Società Operaia di Frosinone il dibattito: "Frosinone, un non luogo". L’evento è parte di una serie di incontri organizzati dalle associazioni Oltre l’Occidente e Osservatorio Peppino Impastato, volti ad impegnare una parte, si spera cospicua,  della cittadinanza su riflessioni inerenti  le condizioni politico sociali della nostra città  inevitabilmente connesse  ad un contesto più ampio comprendente la situazione nazionale. 

Nel  primo DIBATTITO, tenutosi  l’8 giugno ,  si è discettato di democrazia, venerdì scorso  invece l’attenzione si è concentrata sulla città di Frosinone come negazione di luogo vivibile, a causa dei continui sfregi urbanistico speculativi, operati dal letale combinato disposto fra comitati elettorali-  affari. 

Il susseguirsi degli interventi, ha rivisitato la disastrata storia urbanistica di Frosinone. Una storia connessa anche con lotte importanti  combattute da cittadini e movimenti consapevoli, non disposti a cedere spazi vitali e di assoluto valore artistico e sociale alle pastoie speculative. Sotto la sapiente conduzione del giornalista del quotidiano  “l’Inchiesta” Alessandro Redirossi, l’architetto Marco Mastronardi, ha ripercorso i tumultuosi iter di riassetto urbano, che hanno investito la nostra città dal dopoguerra ad oggi . Una sordida  storia di piani particolareggiati, piani regolatori, in cui si paventava una megalopoli di 120mila abitanti  ad uso e consumo dei costrittori edili più che dei cittadini.

 Una sciagurata gestione del territorio che ha fatto di Frosinone un "non luogo",  dove un centro storico, in degrado ed in smobilitazione, in smottamento, fisico e morale, domina una pianura di sterminata e sconnessa periferia.  Un tessuto urbano , privo di piazze popolate dai cittadini, di centri  di aggregazione, a parte la Villa Comunale, anch’essa in decadimento,  con un livello di inquinamento record per l’Italia, è  di fatto un "non luogo". 

Su questo hanno più o meno concordato tutti i relatori,  per cui l’obbiettivo del confronto si è concentrato  sul come trasformare Frosinone da non luogo a città sostenibile. Ne hanno discusso in un primo confronto l’architetto Mastronardi e il segretario cittadino del Pd, già presidente del consiglio comunale nella precedente consiliatura Marini, Norberto Venturi.  A loro sono si sono succeduti, l’architetto Luca Oropallo, che ha ripercorso  la questione dei tesori archeologici  dispersi, in parte  ancora nel sottosolo cittadino, ed in gran quantità  nei depositi della sovraintendenza ai beni culturali, a causa dell’esiguità del museo archeologico, e Ivan De Santis, ex consigliere comunale nel corso della seconda consiliatura Marzi, e promotore insieme ad altri cittadini, del referendum popolare per la costruzione di un parco nell’area dello stadio Matusa.  Spazio che, nonostante 8mila frusinati si siano espressi favorevolmente alla zona verde, è ancora a rischio  di essere seppellito dal cemento. 

Pietro Fargnoli dell’associazione  pendolari Cassino Roma  e l’architetto Anita Mancini hanno introdotto  il tema del futuro. Di come cioè Frosinone possa risorgere dal suo status di “non luogo”. Fargnoli  ha illustrato la proposta per il miglioramento del collegamento ferroviario Cassino-Frosinone-Roma e Anita Mancini ha esposto  le tipologie di urbanistica possibile per rendere la città a misura d’uomo coinvolgendo anche la riqualificazione del fiume Cosa e in generale della Valle del Sacco. 

Al di la delle tematiche affrontate,   va posto in risalto   come forse, per la prima volta, si sia tentato di mettere in atto un processo di pianificazione urbanistica partecipata. Dal concetto di area vasta che tende a connettere il Capoluogo con i comuni vicini in unica realtà urbanistica, all’idea di città circolare sostenibile, dal contratto di fiume per il Cosa e per il Sacco, al parco archeologico, ognuno ha espresso la propria idea di città, di spazio vivibile e socialmente fruibile. 

Questa è la via da intraprendere. E’ necessario sottrarre al  già citato combinato disposto comitati elettorali – affari,  ogni decisione relativa alla conformazione di Frosinone e alla sua evoluzione sociale. Solo se i cittadini riusciranno a riappropriarsi della facoltà di decidere del luogo in cui vivono, esercitando il controllo diretto su quanto viene attuato, si potrà veramente mettere in campo una strategia atta a riconquistare una migliore qualità della vita e a scongiurare l’intrusione del malaffare nella gestione del territorio. La lotta alle varie mafie "Capitali" e mafie  "Capoluoghi di Provincia"  parte anche da qui. 

Per potenziare la forza d’urto di questo primo scatto verso una gestione partecipata della città, il progetto pianificato da Oltre l’Occidente e dall’Osservatorio Peppino Impastato,  prevede la costituzione di una cooperativa editoriale aperta a tutti i soggetti che stanno partecipando e parteciperanno ai dibattiti previsti fino a fine giugno. Un progetto basato sulla redazione di una rivista e sulla costituzione di una web tv che possa amplificare gli effetti di questo nuovo processo democratico.  Se son rose…..




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