Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

giovedì 17 settembre 2015

APPELLO PER ASSEMBLEA PUBBLICA “VERTENZA FRUSINATE”




Vertenza Frusinate

Il nostro territorio muore progressivamente. LA NOSTRA COMUNITÀ STA VIVENDO MOMENTI DRAMMATICI SIA SOCIALI CHE ECONOMICI, nella indifferenza totale della politica, degli amministratori, impegnati evidentemente a servire altri interessi.
La vicenda che ha riguardato la Grecia si rispecchia con la vicenda del Sud Italia abbandonato a se stesso nell’ambito proprio di una stretta creditizia chiamata più correttamente AUSTERITÀ, che ha determinato un crollo del PIL sprofondato a -14,5% rispetto al 2007, incidendo quasi esclusivamente sui redditi medio-bassi.
Un settore che ha patito significativamente la CRISI è quello manifatturiero, nonostante riveste un ruolo di primo piano all’interno dell’economia di Frosinone, sia in termine di addetti, che di valore aggiunto e di aggregazioni distrettuali, ricoprendo quasi il 10% delle imprese della provincia e oltre il 12% delle aziende manifatturiere del Lazio. Così come mostrano dinamiche negative ancor più accentuate le imprese artigiane della provincia di Frosinone, per non parlare del settore agricolo.
Il livello di DISOCCUPAZIONE nelle regioni meridionali italiane è il più basso rispetto a qualsiasi altro paese dell’Unione Europea. A Frosinone raggiunge il 18,5%, con un +106,2% dal 2009, con tassi di crescita doppi rispetto alla media regionale (+49,0%) e molto più elevati della media nazionale (+60,0%), toccando le 28.352 unita.
La parcellizzazione del LAVORO, la sua frammentazione, l’abbassamento dei salari fanno il resto, smantellando dinamiche di relazione, cancellando ogni possibile sforzo di costruzione e speranza del futuro. Si vive alla giornata ben sapendo che domani potrebbe essere peggio di ieri. In cerca di maggiori opportunità, migliaia di persone con flusso crescente si spostano dal Sud verso il Nord. Gli altri si tramutano in “LAVORATORI SCORAGGIATI”,  ritirandosi dal mercato del lavoro. Questi pesantissimo fenomeno nel frusinate conta il  44% di inattivi rispetto alla forza lavoro (Italia 36,5%), che negli ultimi anni ha visto una flessione pari all’8,1% (dai 171mila del 2009, con circa 14 mila unità in meno). Soprattutto un crescente numero di giovani non intraprende più alcuna azione attiva di ricerca di un impiego, collocandosi così fuori dal perimetro delle forze di lavoro.
Chi rimane è alla prese per soddisfare le esigenze primarie e per far fronte anche alla necessità di cibo: per alcuni strati della popolazione, imbandire una tavola è una chimera raggiungibile solamente attraverso l’elemosina, le file per i pacchi alimentari. Si amplia il fenomeno dei WORKING POOR, ovvero dei lavoratori a basso salario, che ha assunto dimensioni rilevanti e costanti, senza che esso avvii un percorso verso la stabilizzazione del rapporto di lavoro e una maggiore indipendenza economica.
Il REDDITO pro capite nella provincia di Frosinone ha subito una notevole contrazione dal 2009, specie se lo si rapporta all’andamento nazionale. Difatti, posto pari a cento il reddito medio delle famiglie procapite sul territorio italiano il divario con la media nazionale è aumentato negli anni attestandosi al 75,9.
Dall’altro lato la compressione della SPESA PUBBLICA per investimenti e servizi ai cittadini è stata uno degli aspetti più deflagranti per le popolazioni locali (il comparto comunale ha ridotto la spesa primaria di più del 7 per cento); una mancata redistribuzione del reddito; una privatizzazione delle risorse; un attacco allo stato sociale; una restrizione dei diritti e dei processi democratici, con il connotato sempre presente di una diffusa e tentacolare illegalità e corruzione. I comuni, nonostante le tasse per la casa, l’immondizia e le tariffe per i servizi alla persona siano al massimo, riducono ulteriormente la spesa per i servizi alla persona.
I BENI PUBBLICI diventano appannaggio di interessi privati: la gestione di Acea con bollette fuori controllo per le tasche dei cittadini è un esempio da manuale, ma è anche un caso limite, oltre il quale c’è solo la disperazione. La sanità è in preda ad un pesante ed indiscriminato sfascio, mentre i privati anno affari, offrendo servizi a costi altissimi, per pochi. La distruzione del territorio e del suo ambiente continua indiscriminato e senza che alcuno trovi modo di contenere quell’inerzia imprenditoriale locale che ha basato tutto sul mattone e vorrebbe al di là di ogni buon senso continuare a depredare suolo e aria. Un territorio depauperato, inquinato, aggredito, asservito al riciclo di denaro che vede la gestione dei rifiuti come rischiosa ma “appetitosa risorsa” economica a dispetto della comunità dei cittadini. In questa veloce, incontenibile, rottura del patto sociale e civile, la democrazia viene privata delle sue necessarie connotazioni come la traspar enza e la partecipazione, diventando strumento di decisione per pochi, perché pochi devono gestire le risorse e i beni di tutti.
Manca una politica locale di rilancio economico ed occupazionale, ma anche tutela nel garantire a tutti l’accesso ai servizi primari.
C’è necessità di riconoscere il valore della comunità nella solidarietà e nella condivisione; c’è bisogno che questa comunità affronti i problemi del nostro territorio e ne promuova pratiche partecipative, guardando il futuro con responsabilità e non come una risorsa da consumarsi insaziabilmente.
I comitati, i coordinamenti, gli attori singoli o plurali che in questi mesi stanno proponendo un diverso modo di informare e difendere il lavoro, i beni pubblici, la cultura, l’ambiente, sono chiamati a dare un contributo nella ricostruzione collettiva di una coscienza civile, culturale, sociale ed economica opponendosi insieme senza indugi alle politiche messe in atto nei nostri territori senza attendere ancora, inerti, un cambiamento che dalle politiche in atto di austerità non potrà avvenire.
Si fa appello per la partecipazione ad una assemblea pubblica IL 22 SETTEMBRE ’15 ALLE ORE 16 PRESSO LA SALA CONSILIARE DELLA PROVINCIA DI FROSINONE che dia l’avvio ad un movimento che sappia coinvolgere tutte le aree della Provincia di Frosinone per gli interventi necessari a rilanciare l’economia e l’occupazione

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