Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

sabato 19 settembre 2015

Il Colosseo come la Asl

Luciano Granieri

Per promuovere l’immagine dell’Italia nel mondo bisogna lavorare aggratis. Questo   è     la morale della vicenda relativa alla ritardata apertura del Colosseo per assemblea sindacale avvenuta venerdì  scorso. Al fine di  contribuire a rendere fulgido e splendido il biglietto da visita delle grandi bellezze italiane,  bisogna rinunciare a circa 4mila euro l’anno in busta paga. Questo è l’importo del salario accessorio che il personale di custodia dovrebbe percepire a compenso del  lavoro straordinario,  delle prestazioni fuori turno e notturne. 

Ebbene i lavoratori, stufi di non ricevere da un infinità di mesi  i soldi spettanti, si sono messi a fare assemblea sindacale. Un assemblea decisa da tempo, autorizzata dal Mibact  e comunicata tempestivamente ai tour operator . Una scelta  che  ha comportato l’apertura dell’Anfiteatro Flavio alle 11,30 anziché alle 8,30. La grande fila di turisti davanti al Colosseo in attesa dell’apertura degli ingressi , che secondo Renzi, il Ministro Franceschini ed il sindaco Marino, hanno costituito uno sfregio per il nostro Paese, è stata solo un po’ più lunga del solito. Infatti per entrare nel sito  la fila si fa sempre e comunque. Il  personale di custodia al servizio ai turisti è ampiamente insufficiente, tale da non riuscire ad accogliere un numero di visitatori adeguato  rendendo così inevitabile la formazione di file. 

Lo sfregio vero dunque non è la coda  dei turisti  ma la mancanza di  fondi per  assicurare gli addetti necessari  a rendere agevolmente fruibili i musei. Di questo sfregio evidentemente non sono colpevoli i lavoratori in lotta, ma gli stessi Renzi e Franceschini. Comunque pronta è stata la reazione del Presidente del Consiglio e del suo Ministro a questa provocazione sindacale. Il Consiglio dei Ministri in quattro e quattr’otto ha varato un decreto legge  per cui i musei e i luoghi di cultura sono equiparati ai servizi pubblici essenziali. Categoria che comprende la sanità, la scuola, il trasporto pubblico (treni aerei) .Comparti in cui le modalità di uno sciopero vanno concordate con la Commissione di Garanzia.  

Tale equiparazione  è abbastanza inquietante , non tanto per l’ennesimo attacco ai diritti dei lavoratori, esercizio comune all’iperliberista governo renziano, ma per altri terribili scenari ipotizzabili. Prendiamo il sistema sanitario. Ottenere  una prestazione diagnostica, anche importante,  comporta un’attesa superiore ai  dodici mesi. Se questo è l’andazzo fra qualche tempo  per visitare il Colosseo, non basterà più una fila di due ore ma sarà necessario accamparsi per un anno sotto le volte dell’anfiteatro in attesa del proprio turno. E  allo stesso modo della scuola sarà possibile che il custode del cenacolo di  Leonardo a Milano, se vuole il contratto a tempo indeterminato, dovrà prendere servizio presso il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria dove sono esposti  i Bronzi di Riace.  

Comunque tralasciando le solite sparate autoritarie di un ducetto  fascioriformista, a seguito dell’agitazione è arrivato lo sblocco dei fondi per pagare il salario accessorio a tutti i lavoratori del settore. Ciò è una chiara dimostrazione che alla fine gli sfregi pagano e che i diritti si possono difendere solo con la lotta, con buona pace di Renzi, Franceschini e Marino. Tanto i turisti in coda ci saranno sempre.


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