Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

mercoledì 16 settembre 2015

Calcio, partita Frosinone-Roma. Disgraziatamente non è successo niente.

Luciano Granieri



Come avvenuto dopo la partita di calcio  FROSINONE-TORINO, vorrei proporre alcune riflessioni anche per Frosinone-Roma. Tralasciando  l’aspetto emotivo, inerente un match che vedeva opposta la mia squadra del cuore alla compagine della città in cui vivo, vorrei  focalizzare l’attenzione, non sulla partita, o sul post partita, ma su quanto accaduto nelle  due settimane precedenti l’evento.  Un periodo più lungo del solito perché, fra la vittoria della Roma sulla Juve e la partita con il Frosinone,  c’è stata   la sosta per la Nazionale. 

Quando sono stati pubblicati i calendari delle partite di serie A, ho pensato al 12 settembre come una giornata storica e gioiosa per la nostra città. E’ indubbio che la realtà di giocare in serie A si percepisce maggiormente quando al "Matusa" arrivano le  grandi  squadre come   Roma,  Juve, l’Inter,  Milan,  Napoli, Fiorentina. Inoltre la  suggestione emotiva e sportiva che evoca un incontro fra il Frosinone e una grande  del campionato  della stessa Regione, come  la Roma,  che dista dal Matusa solo 80 km,  è veramente unica. 

Questo caleidoscopio di sensazioni positive è stato letteralmente rovinato dalla campagna stampa cominciata sin dal giorno successivo la vittoria della Roma sulla Juve. I giornali locali hanno iniziato a diffondere la mappa delle strade interdette alla circolazione. Era un’ecatombe, tutta Frosinone bassa chiusa sin dalle 8,00 del mattino del 12 settembre. Per assicurare l’ordine pubblico si è mobilitata la Pubblica Sicurezza, la Polizia Stradale, la Polizia Forestale e Ferroviaria,  Carabiniere e Guardia di Finanza, e forse pure i servizi segreti.” La città sarà blindata e sarà un sacrificio che deve essere ben accetto per motivi di ordine pubblico...”Queste le parole del perfetto di Frosinone D.ssa Emila Zarrilli. Nessun soggetto proveniente da Roma senza biglietto poteva avvicinarsi allo stadio, avrebbe rischiato una denuncia penale. Ci viene in mente la triste immagine di un povero cristo del tutto indifferente al calcio,  venuto da Roma, non per assistere alla partita, ma  per trovare i suoi parenti a Frosinone, magari residenti in Piazzale Kennedy vicino al Matusa , tradotto in questura per essere stato beccato senza biglietto. 

Allo stato dei fatti però, questa blindatura della città non è avvenuta, o almeno, non nella forma annunciata dalla stampa! La partita si è svolta serenamente, senza problemi di sorta. Si potrà rilevare che l’assenza di episodi violenti è conseguente al pesante spiegamento delle forze dell’ordine. Ho troppa stima dei tifosi canarini e di quello romanisti, salvo i pochi dalla mente intossicata dai veleni fascisti e razzisti,  per ipotizzare che non è avvenuto nulla  per lo stato di Polizia messo in atto. Non ci sarebbe stata violenza comunque. 

 Insomma un evento aggregativo, carico di passione e amore per lo sport è stato trasformato in una sciagura grondante  paura e terrore. Un processo necessario a legittimare quello stato di Polizia che incombe ogni volta che si presenta l’occasione di una festosa  aggregazione di popolo,  condivisione di passioni ed emozioni. Già perché quanto accaduto in occasione della partita Frosinone-Roma è uno dei tanti esempi di come si debba mobilitare la forza pubblica per impedire ogni condivisione sociale, sia pure legata ad un fattore marginale come lo sport. 

La sensazione  di precarietà e   solitudine, deve rimanere costante ed incombente,  nulla la può interrompere. La paura del diverso (il rifugiato,  come il tifoso di una squadra avversaria) deve sempre attanagliare  la popolazione. Tutto ciò è funzionale a mantenere quello stato di Polizia che tanto serve al potere per imporre le peggiori nefandezze,  come precarietà, disoccupazione e povertà diffusa,  pur mantenendo la pace sociale . 

Uno stato di Polizia che grazie alla letale diffusione del terrore per l’”altro” viene  perfino invocato da parte della stessa collettività che ne è vittima. Ogni forma di organizzazione  sociale è da combattere come la peste, perfino quella del tifo organizzato che esula dal controllo della gendarmeria fascista di regime. Una feccia, quella di destra,  che grazie alle sue intemperanze,  giustifica la repressione. Quanti altri Frosinone-Roma ci saranno in futuro? Tanti ma sarebbe ora di smascherare queste sordide manovre repressive atte a soffocare l’indignazione popolare vessata dai soprusi del potere e indirizzata verso una precarietà della vita sempre più devastante.



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