Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

lunedì 14 settembre 2015

Sora.Occupazione della sala consiliare contro lo smembramento dell'ospedale

Luciano Granieri


Domenica scorsa 13 settembre  i dipendenti ospedalieri del S.S. Trinità di Sora, a seguito dell’ulteriore smembramento della loro struttura, hanno deciso di organizzare un presidio permanente all’interno dell’aula consiliare del Comune. Nel corso dell’occupazione i cittadini sono stati  informati sulla drammatica situazione del loro ospedale. E’ stata, inoltre,  organizzata una raccolta firme   affinchè la Asl di Frosinone predisponga un avviso pubblico per due pediatri, due ginecologi ed uno psichiatra destinati  all’ospedale sorano. Ciò  al di fuori del numero di deroghe assegnate per rispettare i  livelli essenziali di assistenza così come è avvenuto nella Asl di Rieti . Nella stessa petizione si chiede il blocco dello smantellamento del Laboratorio di Analisi del Centro Trasfusionale  con l’immediata rassegnazione del personale e dei macchinari spostati a Frosinone. 

Ormai anche per l’ospedale S.S. Trinità di Sora  i nodi stanno arrivando al pettine. Il  reparto di pediatria chiuderà. Non è più in grado di coprire i turni a causa del mancato rinnovo dell’incarico al pediatra.  Di conseguenza non potrà essere evitata  la sospensione dei ricoveri di ostetricia. Altra nefasta decisione aziendale riguarda la chiusura di psichiatria per mancanza di  personale. Cardiologia è al collasso,  il personale presente  non riesce più ad assicurare le attività, sia  ordinarie che urgenti, e non si intravede la possibilità di veder assegnato al reparto un altro medico.

 Allo stato dei fatti emerge chiara la volontà di chiudere l’ospedale che pure è la struttura principale del distretto C. L’impegno dei dipendenti ospedalieri  è encomiabile, però giova ricordare che questi esiti nefasti sono la inevitabile conseguenza di dinamiche che sono in atto a tempo e forse non adeguatamente valutate nella loro gravità. Ricordiamo l’impegno del sindaco di Sora, e di molti altri sindaci, nel confronto-scontro con la manager Mastrobuono per scongiurare gli effetti letali di un atto aziendale  devastante per la sanità pubblica provinciale,  ma foriero di enormi opportunità di profitto per gli operatori privati. Ricordiamo che si andava a confutare  un programma in cui   non si prevedevano cambi di rotta per limitare la mobilità passiva, portatrice di uno stato debitorio inaccettabile, né era inserito un numero di posti letto sufficiente ad assicurare i LEA. 

Purtroppo la dedizione alla lotta  di alcuni amministratori fra cui il sindaco Tersigni è andata scemando fino a piegarsi alle volontà del commissario Zingaretti. E come spesso accade i cittadini sono stati lasciati da soli. Ora si sta compiendo, con lo svuotamento del S.S. Trinità,  un’inevitabile  ulteriore tappa verso  lo smembramento della Asl provinciale che proseguirà inesorabile. Perché l’obbiettivo vero riguarda il compimento di una strategia  generale finalizzata  alla totale svendita della sanità pubblica ai profitti privati. 

La debolezza dei vari movimenti che si sono succeduti nella protesta, pur veemente e per certi versi inedita,  contro la spoliazione della nostra Asl, è stata proprio quella di non aver adottato  una  visione più  ampia nelle dinamiche del conflitto, di non  essere stati in grado di   uscire dalle rivendicazioni limitate alla propria condizione specifica  per approdare ad un terreno più propriamente politico. Un ambito certamente complesso che coinvolge una vera e propria idea di società. Un disegno di collettività  in cui siano preminenti  , una sanità pubblica di qualità, ma anche l’accesso a quelle risorse, necessarie  alla promozione della  dignità umana, come acqua ed energia, che oggi sono oggetto di profitti. 

Ora è troppo tardi, la macchina è inesorabilmente in moto, ma non tutto è perduto. Speriamo che dal presidio del Comune di Sora possa ripartire e riorganizzarsi una nuova lotta che coinvolga ancora di più i cittadini e che tenga maggiormente presente quali siano i fattori in gioco.

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