Sabato scorso, 14 novembre, una nutrita rappresentanza
della squadra di calcio del Frosinone, insieme al sindaco Ottaviani e ai cittadini , ha commemorato le vittime
delle stragi parigine. A neanche
ventiquattro ore dalla mattanza scatenata dal Califfato nella capitale
Francese, calciatori, istituzioni, gente comune hanno dato vita, presso piazzale Vittorio
Veneto, ad una cerimonia commemorativa molto
suggestiva.
Il capitano giallazzurro Alessandro Frara ha letto un messaggio di
cordoglio e vicinanza alla popolazione francese, a cui si è aggiunto il contributo del sindaco. Dopo un minuto di
raccoglimento palloncini bianchi rossi e blu si sono levati in cielo, seguiti da una
nuvola di altri palloncini bianchi al cui interno era posizionata una minuscola
lampadina a led tale da renderli visibili in aria per molto tempo. Intanto
il palazzo della prefettura veniva
illuminato con i colori della bandiera francese.
Molto toccante, ma c’è da precisare che tutto era
già stato organizzato, pur non potendo immaginare ciò che sarebbe
successo la sera prima in Francia. Infatti l’happening era nato come l’apice di un mega evento promozionale
dalla durata di tre giorni imbastito da una grande azienda distributrice di energia
elettrica e gas sponsor del Frosinone Calcio. L’impresa aveva messo in
piedi la kermesse per promozionare i
suoi dispositivi di energia pulita, fotovoltaico, solare termico etc. Massiccio
il coinvolgimento, come testimonial, degli
atleti canarini, a completa disposizione
di appassionati e tifosi ospiti sotto il grande igloo di plastica allestito per
l’occasione.
Non c’è voluto molto a
modificare il programma , aggiungendo i palloncini bianchi rossi e blu, e facendo tenere discorsi commemorativi dai calciatori e dal
sindaco. Al cordoglio, ovviamente si è aggiunto anche il management dell’impresa
organizzatrice dell’evento il cui nome è
stato più volte ripetuto.
Lontano da me il sospetto che lo sgomento non abbia
coinvolto l’azienda , il sindaco e i calciatori. Certamente tutti avrebbero
preferito lasciare i palloncini con i colori della bandiera francese a terra. Ma è un fatto che la prontezza sulla
commemorazione ha aumentato enormemente l’efficacia del marketing,
della promozione e del consenso . Del resto le regole del mercato sono
universali e uguali per tutti. Le modalità necessarie a realizzare profitti sono le stesse sia per chi deve vendere un servizio di
distribuzione dell’energia, sia per chi vende armi all’Isis. Ovviamente è da sottolineare
con forza che le finalità di tali
commerci sono ben diversi . Un conto è vendere energia, anche pulita, un conto è vendere strumenti di morte.
I
commercianti d’armi dell’Arabia Saudita, degli Emirati Arabi, dell’Inghilterra,
della Russia, della stessa Francia , hanno realizzato profitti enormi vendendo
le armi al Califfato. Gli attentati
di Parigi sono una convincente dimostrazione di come bene funzionino quegli ordigni. Altri Paesi invece, come la
Turchia, che affermano di impegnarsi
strenuamente contro lo Stato Islamico, non si fanno scrupoli nell’approvvigionarsi
di petrolio sottobanco ,proprio dai giacimenti siriani e iracheni gestiti dai
jihadisti, finanziando così la loro cieca follia. E' il mercato bellezza! La
commemorazione di sabato è stata per certi versi surreale, un corto circuito
per cui in un evento di “mercato”, si è condannato un obbrobrio che lo stesso mercato ha generato .
Retorica e un pizzico di ipocrisia hanno
accomunato la commemorazione di Frosinone con quelle succedutesi in tutto il mondo. La solita denuncia, trita e ritrita, dell’attacco
al nostro civile stile di vita, alle semplici
libertà di poter assistere ad una partita di calcio, o
partecipare ad un concerto, o semplicemente frequentare un bar, un ristorante, ha riempito etere e giornali. Non sarà che chi vive nelle periferie, nelle
banlieu - proprio perché impossibilitato a
partecipare a quello stile di vita o a mangiare tutti i giorni, per colpa della povertà e della precarietà che la
profonda disumanità della tirannia liberista gli impone -decide di ribellarsi
affidandosi a chi almeno gli offre spiragli di rivalsa anche se malsani?
Ed
infine come mai gli stessi palloncini non sono volati in cielo per commemorare
le 224 vittime dell’aereo russo precipitato nel Sinai, abbattuto dall’Isis il
31 ottobre scorso? Eppure i colori della bandiera russa sono gli stessi di
quella francese bianco rosso e blu. Come si può ciarlare di integrazione culturale
e religiosa se la nostra civiltà superiore non rende uguali neanche i morti, oltre chi i vivi?
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