Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

mercoledì 17 febbraio 2016

Acea Ato5 chi rescinde muore!

Luciano Granieri


Domani a partire dalle 14,30 gli 85 sindaci dell’Ato5 dovranno discutere presso la sede della Provincia a palazzo Gramsci, i destini del rapporto fra Acea e il territorio in relazione all’erogazione del servizio idrico.  In  base all’ordine del giorno, i sindaci saranno chiamati ad  esprimersi sulla fusione per incorporazione di Acea Ato5 in Acea Ato2 e  a deliberare sull’avvio della procedura,  ex art.34 della convenzione,  relativa alla messa in mora del gestore, finalizzata alla risoluzione contrattuale per inadempienza. 

Tanto per rendere sereno il clima e non influenzare i primi cittadini, Acea attraverso il suo organo di stampa  ufficiale “Il messaggero” ( non sfuggirà neanche ai più sprovveduti che la proprietà del quotidiano romano è anche azionista Acea)  in articolo pubblicato nella cronaca locale di oggi, elenca, una per una ,tutte le  devastanti conseguenze che  sindaci e popolazione dovranno subire , qualora la rescissione contrattuale dovesse andare in porto. Della serie: chi rescinde muore. 

Si comincia con l’addebitare all’utenza  un costo di 170 milioni di euro, perché  secondo le nuove norme, emanate dal governo Renzi, che Dio lo abbia in gloria,  al  gestore uscente devono essere riconosciuti anticipatamente tutti i mancati introiti derivanti dalla rescissione anticipata del contratto. L’importo dovuto è definito dal    nuovo tariffario approvato il 28 dicembre scorso dall’AEEGSI . In base a questo calcolo Acea fa sapere, sempre attraverso il suo fedele organo di stampa,  che al 31 dicembre 2015 i residui ammontano a 76,5 milioni di euro, ma non finisce qui. Ricordate i 75 milioni di euro, quantificati del commissario ad acta,  che Acea reclama  per  mancato adeguamento tariffario, figlio dell’insipienza dei sindaci? Ad oggi ne mancano ancora 40,2 e devono essere corrisposti. Inoltre sono dovuti, altri 53,2 per conguagli post 2012 riconosciuti al gestore dall’Autorità garante (di chi?) solo pochi giorni fa. Questi soldi graverebbero su ogni bolletta per un importo di 950 euro oneri esclusi? Caro cittadino incazzato, voi sbarazzarti di Acea? Paga. 

In base alle nuove norme tali somme, sempre secondo la gazzetta di Acea alias “il messaggero” , vanno erogate  comunque, indipendentemente dalle eventuali inadempienze accertate  del  gestore.  Fra l’altro Acea fa sapere che di tali inadempienze è del tutto all’oscuro, perché la  segreteria tecnico operativa (STO) che le ha  certificate, per  gli anni 2010-2012,  le ha rese note a tutti tranne che al gestore stesso. In pratica di tutto ciò a Via Roma non sanno nulla  . 

 Ma, cari sindaci,  non è finita qui. Acea si perita di avvertire che, in caso di risoluzione contrattuale, ricorrerà al Tar, chiedendo l’immediata sospensiva del provvedimento e in ogni caso provvederà alla gestione del servizio fino a quando non sarà dato l’incarico ad un nuovo gestore. Quindi , cari sindaci, dal momento che la legge vieta una gestione in economia, dovrete costituire una  nuova società  in house. Ogni  comune dovrà mettere a disposizione risorse per costituire e capitalizzare la società  e,  con la crisi di fondi che attanaglia gli enti comunali,  è ben difficile che la Corte dei Conti autorizzi un’operazione di questi tipo. Comunque l’assemblea dei sindaci potrebbe cercare sul mercato un nuovo partner privato, attraverso un bando europeo. In questo caso Acea parteciperebbe  alla gara con buone possibilità di vittoria vista la presenza storica   nel territorio. 

In buona sostanza il messaggio lanciato dall’house organ di Caltagirone è chiaro. Se  in caso di rescissione i cittadini devono pagare 170 milioni, se  i Comuni non possono, causa veto  della Corte dei Conti ,  costituire una società in house  per la gestione del servizio in sostituzione del gestore liquidato,  e se, dopo aver speso tutti sti' soldi, comunque Acea potrebbe tornare  ad essere l’unica azienda ad erogare l’acqua nella Provincia,  che ci andate a fare sindaci e cittadini a ciaccolare   nel palazzo di Via Gramsci, per invocare  un provvedimento che vi metterà spalle al muro?  Perché passare dalla padella alla brace?  Statevene a  casa, o al massimo, comportatevi come nelle altre riunioni, giocate a carte, fatevi  una passeggiata per le sale del palazzo.  

Non è  dato sapere se moriremo democristiani, ma è ceto che moriremo vessati da Acea. A proposito, volete sapere chi è l’autore dell’articolo uscito oggi sul megafono della multi utility romana “ il messaggero”?  Non si sa il pezzo non è firmato. Evviva la libertà di stampa.


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