Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

martedì 16 febbraio 2016

Five Brothers il propellente dei Saxes Machine

Luciano Granieri


I fratelli del jazz, ovvero the  four brothers. Chi erano costoro. Pariamo di quattro straordinari sassofonisti, fiori all’occhiello dell’orchestra di Woody Herman.  I sassofonisti tenori: Stan Getz, Zoot Sims, Herbie Steward, insieme col il saxbaritonista Serge Chaloff, costituirono la potente sezione sassofoni  di un’orchestra che rese il suo band leader, Herman,  ed essi stessi,  famosi in tutta la California e   li consacrò poi come  icone del jazz cool, o progressivo (lasciamo ai critici  stabilire la definizione più adatta),  protagonisti della scena jazzistica mondiale . Il brano che li rese famosi  Four Brothers ,  per l’appunto,  registrato a Hollywood nel 1948,  ebbe la fortuna di essere il primo pezzo di jazz ad entrare nella classifica dei dischi più venduti nel periodo. 

 Trent’anni più tardi, altri fratelli di sax non mancarono di iscrivere le loro gesta musicali, nella storia del jazz italiano, europeo  e mondiale. Erano cinque, non quattro, e sotto la sapiente direzione del maestro d'orchestra, arrangiatore  e batterista, Bruno Biriaco, supportati da un ritmica formata dalla stesso Biriaco alla batteria, Franco D’Andrea al pianoforte e Giovanni Tommaso al contrabbasso,  dettero vita ad  uno straordinario ensemble tutto italiano: i Saxes Machine.  Gli alto sassofonisti, Baldo Maestri e Gianni Oddi, i tenorsassofoisti, Beppe Carrieri e Sal Genovese, insieme con il saxbarotonista Carlo Metallo, furono quei five brothers, protagonisti di  Nouami, un disco splendido, registrato dai Saxes Machine  nel dicembre del 1978  a Roma ed edito dalla  Edi Pan.  

I “five brothers “ italiani hanno fatto la storia del jazz nel nostro Paese, attivi nelle diverse orchestre della Rai, sono stati compagni di viaggio di jazzisti blasonati. Oddi, per esempio, vanta collaborazioni con Dizzy Gillespie, Bob Brookmeyer, Ray Charles, per citare i più famosi. Baldo Maestri è stato animatore della scena jazzistica italiana già a partire dall’era oscura del ventennio fascista quando la musica afroamericana era più che clandestina. Ricordiamo Sal Genovese splendido solista dell’orchestra di “Quelli della notte”  Beppe Carrieri, viene da una solida e consolidata tradizione blues e Carlo Metallo è una perfetta sintesi di tutta l’evoluzione jazzistica dal New Orleans all’Hard Bop.  

A supportare queste leggende del jazz italiano, come detto,   musicisti straordinari ed eclettici come Bruno Biriaco, batteria, Franco D’Andrea, pianoforte, Giovanni Tommaso contrabbasso. Già proprio la sezione ritmica del  Perigeo, gruppo che sin   dalla metà degli anni ’70, con Tony Sidney alla  chitarra e a Claudio Fasoli al sax,  si  stava imponendo   con il suo jazz-rock  sperimentale e raffinato.  Giova ricordare che Gianni Oddi e Baldo Maestri, sono stati docenti presso il Conservatorio Licinio Refice di Frosinone. 

Il pezzo che proponiamo, tratto per l’appunto dal disco Nouami  è Miss Laura. Un blues che come evoluzione armonica può essere assimilato a  Four Brothers (in realtà il pezzo di Woody Herman entrò più tardi nel repertorio anche dei Saxes Machine) . E’ evidente però che  in più di   trent’anni di acqua ne è passata sotto i ponti dal jazz.  

Da quel lontano 1948  quando  Getz, Sims, Stewart e Chaloff, registrarono il loro successo negli studi di Hollywood, gli arrangiamenti di Gil Evans, le partiture di Thad Jones, l’hard bop dei Messengers  di Art Blakey, fino a John Coltrane ed oltre, avevano  proposto  molteplici evoluzioni.  E infatti lo stile dei Saxes Machine  assorbe tutto questo patrimonio e lo rielabora, grazie alla versatilità degli arrangiamenti di Bruno Biriaco, proponendo un jazz fresco, sanguigno.  

Già   la composizione del gruppo con una sezione di sassofoni  che interloquisce con una sessione ritmica, senza utilizzare ottoni,  offre un sound molto particolare. Nelle esecuzioni dei Saxes Machine, la preziosità degli arrangiamenti, si combina con la fluidità delle improvvisazioni, fornendo uno quadro armonico-ritmico unico.  Dopo l’incisione di Nouami, le macchine da sassofono di Bruno Biriaco hanno continuato ad imperversare nel panorama jazzistico italiano e non solo. Un po’ come accaduto per i Messengers di Art Blakey, i quali hanno  visto alternarsi nel gruppo  i migliori jazzisti americani, da Clifford Brown , fino a Wynton Marsalis, nei Saxes Machine  si è esibito il fior fiore dei jazzmen italiani come, fra gli altri,  il contrabbassista Massimo Moriconi o il pianista Enrico Pieranunzi.  Ma è ora di far tacere il ticchettio della  tastiera  e far suonare gli straordinari sax degli italianissimi  Five Brothers .

Good Vibrations.

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