Cos’è uno standard nella musica e in particolare nel jazz? Molti critici hanno provato a
fornirne una descrizione : Si può, ad
esempio, definire standard un brano dalla duratura notorietà popolare che
entra stabilmente nel repertorio di un musicista. Oppure lo standard
è una canzone molto nota, frequentemente eseguita , tanto da rimanere nei repertori di musica
popolare per anni. Oppure, e qui ci avviciniamo al tema che più ci
interessa, lo standard è un brano che, essendo proposto molte volte, entra
stabilmente nella memoria musicale generale, tanto da venire suonato regolarmente in diversi stili fra cui il jazz.
E’ notorio come per un
jazzista non si butti via niente. Figuriamoci se il mondo del jazz si lasciava
scappare l’occasione di improvvisare su scale e giri armonici di musiche
popolari famose . E’ una pratica che risale alle origini della musica
afroamericana. Dal New Orleans , fino all’era dello Swing,
il jazz era fondamentalmente musica da ballo e dunque basata su temi popolari. Anche
dopo, nella frenesia contestatrice dei
boppers, molte canzoni note furono
suonate da Bird e soci, ma con scopi
diversi. Cioè lo standard non era utilizzato
per accattivarsi la platea eseguendo un brano conosciuto, ma diventava agnello
sacrificale la cui destrutturazione melodica, operata dai boppers serviva ad esibire il rifiuto e il
sovvertimento di strutture musicali preordinate e consolidate, così come preordinato
e consolidato era l’odio razziale dell’american
way of life nel dopo guerra. Ornithology di Charlie Parker non è altro che
la rivoluzione melodica operata su How High the Moon, un brano introdotto dagli autori
di commedie musicali Alfred Drake e Frances
Cumstock nel musical Two for the shaw
andato in scena a Brodway nel 1940.
Pezzo inciso subito dopo da Benny Goodman e portato al successo da Ella
Fitzgerald.
Notevole, in termini di stravolgimenti armonico-melodici , è l’operazione
che John Coltrane, venti anni più tardi eseguirà, su My Favourite Things, una canzone molto semplice composta nel 1959 da Richard
Rogers e Oscar Hammerstein per il musical di Brodway The sound of music (Tutti
insieme appassionatamente).
Summertime,
Body and Soul, Night and day, Stardust, sono solo alcuni delle migliaia
di standards eseguiti dai jazzisti di
tutto il mondo. Anche brani dei Beatles sono divenuti standards eseguiti da
Ella Fitzgerald, Oscar Peterson, e altri, fino ad una rilettura recentemente proposta
dal pianista Danilo Rea. Pezzi di Fabrizio De Andrè sono entrati nel
repertorio di un eccellente quintetto di jazzisti italiani, comprendente il sassofonista Stefano
Di Battista, il trombettista Fabrizio Bosso,
la pianista Rita Marcotulli, il contrabbassista Giovanni Tommaso e il
batterista Roberto Gatto.
Irrompe la tanto attesa estate l’estate. La seconda metà di giugno si è rivelata calda afosa, e finalmente i fans della spiaggia possono invadere gli arenili armati
di teli da mare, creme solari, pareo, vogliosi, di mostrare, per chi
se lo può permettere, i propri scultorei corpi sopravvissuti alla prova
costume. Personalmente mi da noia il martellamento del sole sulla sabbia, l’afa, il cicaleggio della gente sotto l’ombrellone, preferisco
decisamente o buttarmi subito in acqua o…immaginare un mare diverso….
’Azzo c’entra il mare con
gli standards?
C'entra. Odio l’estate, brano
composto da Bruno Martino nel 1960, poi intitolato semplicemente Estate, è
entrato come standard nel repertorio dei
più prestigiosi jazzisti mondiali. Probabilmente mai prima di allora il pezzo di un musicista italiano era entrato così diffusamente nella storia del jazz mondiale. Chet
Baker, Michel Petrucciani, Bobby Hutcherson, Toot Thielmans, Joao Gilberto e molti altri , si sono
cimentati sui giri armonici del brano di Bruno Martino, offrendo delle
esecuzioni straordinarie.
Così, tanto
per scrivere un post stagionale, in omaggio all’estate abbiamo realizzato un
piccolo video girato sul litorale pontino, impreziosito da una eccellente
versione di Estate eseguita da un jazzista nostrano che più nostrano non si può. Il
sassofonista alatrese Mauro Bottini, accompagnato da Stefano Mincarelli - Chitarra, Paolo Tombolesi – Pianoforte -Massimo Moriconi - Contrabbasso Massimo Manzi – Batteria.
Buona
visione , buona estate
and good vibrations.
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