Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

domenica 17 luglio 2016

Condanniamo l'attentato di Nizza

dichiarazione del Segretariato Internazionale
della LIT-Quarta Internazionale
 
 

Un nuovo atto terrorista, il terzo in meno di due anni, scuote la Francia. Nel mezzo delle celebrazioni per la festa nazionale francese, almeno 84 persone sono morte investite da un camion che si è lanciato contro la folla a grande velocità sulla Promenade des Anglais a Nizza. Decine sono i feriti.
Il governo francese assicura che si tratta di un “attacco terroristico”. Anche se nessun gruppo ancora rivendicato l'attacco (nella mattinata di oggi 16 luglio è poi arrivata una tardiva rivendicazione dell'Isis, ndTrad), è probabile che si tratti di un altro attentato perpetrato da parte dello Stato Islamico o come minimo da suoi simpatizzanti, nel quadro di un aumento degli attacchi in concomitanza con la dinamica di arretramento territoriale del “Califfato” che questo gruppo ha “fondato” in Medio Oriente.
 
La Lega Internazionale dei Lavoratori – Quarta Internazionale condanna fortemente questo attacco ed esprime la propria solidarietà con tutti i feriti e i familiari delle vittime.
Azioni di questo tipo non meritano altro che il ripudio categorico del movimento operaio, sociale e di tutti i partiti che si definiscono di sinistra. Per quanto si tenti di giustificarli politicamente, il fatto è che questi attacchi non sono diretti contro i governi europei, veri responsabili delle politiche di austerità, degli attacchi alla classe lavoratrice, dei saccheggi e delle guerre coloniali in Medio Oriente, ma contro i lavoratori –molte delle vittime erano bambini e immigrati– che non hanno alcuna responsabilità per le politiche genocide dell'imperialismo europeo e nordamericano. Al contrario, questi lavoratori ne sono vittime a loro volta.
Questo attentato è tanto più reazionario per il momento politico in cui accade. Da mesi la classe operaia organizzata, in alleanza con altri settori sociali, sta affrontando l'offensiva del “socialista” Hollande, che pretende di imporre un nuovo codice del lavoro che elimina le conquiste storiche della classe lavoratrice e della gioventù precarizzata. La sconfitta di questo piano di attacchi è all'ordine del giorno. La disposizione di lotta della classe è enorme. Il principale ostacolo continua ad essere la posizione conciliatrice e vacillante della burocrazia sindacale, specialmente della Cgt. In questo contesto, questo attentato senza dubbio sarà usato per cercare di sconfiggere questa eroica lotta, allo stesso tempo in cui favorisce un possibile rafforzamento, ancorché relativo, di Hollande oltre a settori dell'estrema destra, come il Fronte Nazionale.
In questo senso, a livello interno questo attacco è già servito come scusa per il governo imperialista di Hollande per prorogare per altri tre mesi lo “stato di eccezione”, che è in vigore dagli attentati di novembre a Parigi. Ciò significa maggiore limitazione dei diritti democratici elementari per la classe lavoratrice in Francia, le cui città sono sotto “vigilanza assoluta”, secondo lo stesso presidente d'oltralpe, da parte di oltre 10.000 militari.
Allo stesso tempo, sul piano esterno, ridà ossigeno all'offensiva francese –alleata di Stati Uniti, Regno Unito e Russia– in Iraq e Siria, che si basa sul mantenere Assad al potere per poter soffocare la rivoluzione siriana e regionale, in nome della “lotta globale” contro il reazionario Stato Islamico.
La LIT-Quarta Internazionale sottolinea che sono i governi e l'imperialismo i colpevoli per le catastrofi che vediamo in Medio Oriente e alle frontiere europee. Sono i gabinetti ministeriali dell'Unione Europea i responsabili della miseria crescente e della disoccupazione tra gli europei. Questo attentato, come i precedenti, sarà utilizzato per scatenare una nuova offensiva repressiva contro i lavoratori che stanno lottando per i loro diritti storici, gli immigrati, i musulmani e i rifugiati.
Solo la mobilitazione indipendente delle masse popolari oppresse, insieme con la classe operaia e le masse popolari dei paesi europei, sarà capace di sconfiggere l'Isis e l'imperialismo che promuove guerre sanguinarie per difendere i suoi meschini interessi.

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